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La Teoria della Roba Figa in Letteratura

17 commenti

OK, visto l’interesse suscitato dalla Cool Stuff Theory menzionata nel mio post precedente, vediamo di farci un post per chiarire un po’ di idee.

In nuce, come dicono quelli con una cultura classica, la Teoria viene definita da questo breve testo.

La Teoria della Roba Figa in Letteratura è la seguente: tutta la letteratura consiste di ciò che lo scrittore pensa che sia una figata. Il lettore gradirà il libro nella misura in cui egli concorda con l’autore riguardo a cosa sia figo. E questo funziona su tutto lo spettro, dagli orpelli esteriori al livello delle metafore, il sottotesto, ed il modo in cui uno usa le parole. In altre parole, io ad esempio non sono il tipo che pensa che le corazze di piastra e le grosse spadone massicce siano fighe. Non mi piacciono. Io preferisco i mantelli e i fioretti.  Perciò scrivo storie con dentro un sacco di mantelli e fioretti, perché è una figata. I tizi a cui piace la ferramenta militare, che pensano che la ferraglia militare d’avanguardia sia figa, non è che zampetteranno contenti avanti e indietro sui miei libri, perché hanno un’idea diversa di cosa sia figo.
Il romanzo deve essere compreso come una struttura costruita per accomodare la maggior quantità possibile di roba figa.
[Steven Brust (l’enfasi è mia)]

Mi pare abbastanza chiaro.

Il che spiega anche per quale motivo il fatto che io non gradisca un certo modo di scrivere, su una certa selezione di argomenti, non significa che io sia malvagio, o che chi invece sottoscrive certi temi e certi approcci sia malvagio, ma semplicemente che abbiamo una diversa percezione del grado di figaggine di ciò che scriviamo e leggiamo.

L’approccio di Brust ha delle interessanti conseguenze.
Ad esempio disinnesca clamorosamente tutta una serie di problemi della narativa storica – dei quali abbiamo anche discusso da queste parti, tirando in ballo bambinaie galliche ed altre stramberie.
Come valutare, ad esempio, l’osservazione di Christopher Moore riguardo al suo approccio all’elemento storico nello scrivere il romanzo storico Lamb?

Ma per rimanere storicamente accurato, avrei dovuto lasciare fuori una domanda importante che sento debba trovare una risposta: “E se Gesù Cristo avesse conosciuto il kung fu?”
[Christopher Moore]

Insomma, si sarà capito che mi pare altamente opportuno esplorare di più la Teoria della Roba Figa in Letteratura.
E leggere ancora romanzi di Steven Brust.
E di Christopher Moore.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

17 thoughts on “La Teoria della Roba Figa in Letteratura

  1. “E se Gesù Cristo avesse conosciuto il kung fu?”

    Ecco che il perché di “Jesus Christ Vampire Hunter” mi appare finalmente chiaro…

  2. Anch’io ho pensato a JCVH, anche se non è storico.
    Io ho sempre avuto difficoltà a maneggiare romanzi storici, perché sinceramente certi dettagli dopo un po’ mi stancano. Certi autori purtroppo sembrano lì lì per scrivere un saggio sul tal periodo, poi si pentono e ci infilano personaggi.
    Ivanhoe era un’altra cosa!

  3. Sì, concordo. Potrei persino definirmi un esperto. 😀 Comunque ti avviso che sto per copiarti un sacco di post. Questo, e anche quello su ciò che mi piacerebbe scrivere. Oltre a ricordarti che il racconto noir è lì che ci aspetta. ^^

  4. Estratto di condensato di saggezza.
    E voglio chiedere a Moore di sposarmi.

  5. Concordo con Germano sul rubarti il post di ciò che mi piacerebbe scrivere xD…non conoscevo questa teoria…ma è figa xD
    E, Moore, è un “Fottutogenio”!

  6. Sì, Christopher Moore è figo.
    È talmente figo, che riesce a restare figo anche quandoc ominciano a tradurgli una serie dal secondo volume.
    Però Steven Brust è, se possibile, ancora più figo.

    http://dreamcafe.com/firefly.html

  7. Pingback: Per dimostrare cosa? E a chi? « strategie evolutive

  8. …e io ho trovato un ebook del romanzo suck, una storia d’amore. Sorbole. Già la prima pagina è…non so come definirlo, è la prima volta che leggo fantasy, vampiri ecc. Direi, figo!

  9. Ma il mio problema resta con la differenza tra il gioco narrativo e il deliberato stravolgimento della prospettiva storica a fini di predicazione… Scommetto che né Brust né Moore salgono sulla cassa del sapone a pagina 1, ululando “In quel tempo, O Lettore, i Malvagi praticavano la schiavitù/scherma pesante/whatever, mentre i Buoni la pensavano/tiravano di scherma esattamente come me/noi… Ammirate e imparate!”
    È questo che fatico seriamente a trovare cool…

    Sapevi che sarei arrivata con qualcosa del genere, vero? Anzi, eri quasi preoccupato del fatto che non fossi ancora comparsa… 🙂

  10. Beh, abbastanza curiosamente, sia Chris Moore che Steven Brust sono autori con una loro ben precisa, nota e dichiarata agenda politica.
    Per cui Lamb, con Gesù Cristo che pratica il Kung Fu (e un sacco di altra roba figa) di fatto ha un intento didattico/programmatico.
    Così come i romanzi spudoratamente dumasiani di Brust, che hanno un contenuto ideologico definito.
    Semplicemente, il tutto è gestito con la dovuta intelligenza e leggerezza.

    Per cui, alla fine, è tutto un problema di classe.
    Se ti ostini a leggere pretenziosi palloni gonfiati che devono martellarti con la loro personale visione perché, sostanzialmente, si vergognano di ciò che i loro nonni hanno fatto in guerra, beh, io ci posso fare ben poco… 😉

  11. Ok, allora diciamo che lo specifico intento didattico che mi manda il latte alle ginocchia e poi lo fa cagliare è quello di demonizzare usi, credenze e convenzioni di un’altra epoca in confronto al presente illuminato e politically correct.
    You know, l’Eroina Ribelle & Anticonvenzionale Che Libera Gli Schiavi, e compagnia cantante…
    Tu obbietterai che quella non è cool stuff per me, ma lo sarà per altra gente.
    Possibilissimo, ma resto allergica a questo atteggiamento soprattutto nel mainstream historical, tanto per adulti quanto per fanciulli, dove il lettore cerca (e crede di trovare), come parte rilevante della cool stuff, un’impressione dell’epoca in cui la storia è ambientata.

  12. Ma a nessuno può piacere tutto!
    È chiaro che ciascuno di noi ha i propri parametri di coolness, basati su aspettative, intenti autorali reali e percepiti, cultura personale…

    Poi sono il primo a sostenere che giudicare il passato attraverso parametri contemporanei è sciocco, soprattutto sentirsi in colpa per le brutture perpetrate dai nostri antenati, o non riuscire a immaginare nulla di accettabile che non sia modellato sul nostro sistema.
    Ma onestamente non mi ci infurio perché non frequento certi autori – capisco che loro trovino cool certe cose, ma a me non vanno.

    In compenso, vado in bestia quando qualche oscurantista imbecille si mette a fare dei pistolotti antiscientifici 😀

  13. 😀 A man’s pet windmills…

  14. A man’s windmills are another man’s white whale.
    The Rule of Cool holds.
    😉

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