strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Quarta di copertina

6 commenti

Vi siete accorti che si parla un sacco di self publishing?
E che se ne parla di solito male, molto male?
Ora, una delle critiche che vengono mosse più spesso alle opere autopubblicate è che si tratta di libri brutti.
Brutti.
Mal scritti, peggio impaginati, con copertine orribili e trame insensate.
Il che, triste a dirsi, è spesso vero.

Ma strategie evolutive è anche un blog di servizio, e quindi non è mia intenzione fornire una galleria di brutte copertine, o fare l’elenco dei problemi che può avere la vostra storia e come risolverli.

Parliamo piuttosto di come vendere il vostro ebook.
Ora, nel momento in cui siete spiaccicati su Amazon – o su qualunque altra piattaforma di vendita… beh, è esattamente come se foste spiaccicati su uno scaffale in una libreria analogica.
L’unica cosa che manca è il profumo della carta.
Per il resto, il vostro libro lo vendono
a . la copertina
b . la quarta di copertina – che Amazon chiama blurb.

Cover of "Presentation Zen Design: Simple...

Cover via Amazon

Sulla copertina, ho poco da dirvi, essendo io graficamente impedito.
Posso darvi solo due suggerimenti.
a . rivolgervi ad un buon grafico
b . leggete Presentation Zen Design di Garr Reynolds

Sul blurb posso dilungarmi un po’ di più.
Ora, uno dei migliori post sull’argomento – anche se pare che non lo sia – lo ha scritto il mio amico Angelo Benuzzi, che sta qui nel Blocco C con tutti noi… è giù nella sezione recidivi.
Il post di Angelo si concentra sulla profilatura del nostro testo – sul lavoro che dobbiamo fare, a scrittura conclusa, per estrarre dalla trama le parole chiave che useremo per descrivere il nostro volume, affinché i motori di ricerca portino al nostro volume le persone maggiormente interessate agli argomenti dei quali noi parliamo.

La profilatura è indispensabile anche per costruire il blurb – tanto vale fare assieme le due cose.
Nel momento in cui ho ben chiaro di cosa parla il mio libro, posso scrivere un breve testo che lo descriva e – cosa più importante – che lo venda al lettore.

Qui entra in gioco la struttura tripartita cara a chi si occupa di scrittura.
Le tre fasi essenziali della narrativa – inizio, metà e fine.
O se preferite – ed io preferisco – gancio, presa e ricompensa.
La nostra storia deve agganciare il lettore, deve trattenerlo e obbligarlo ad arrivare fino in fondo, con la promessa di una ricompensa che, qualora risultasse insoddisfacente, ucciderà il nostro vaoro.
Per il blurb è la stessa cosa.
Il breve testo (100/150 parole?) deve partire con qualcosa che afferri l’attenzione del lettore, deve accompagnarlo offrendogli un’occhiata ai contenuti (le famose parole chiave), e poi deve promettere una ricompensa.

La copertina è ciò che vi porta a leggere la quarta

La copertina è ciò che vi porta a leggere la quarta

Faccio un esempio prendendo un libro a caso dallo scaffale qui vicino…

Dalle torri di Manhattan alle giungle sel Sud Ameriuca, dalle sabbie del Sahara ai crepacci ghiacciati dell’Antartide un solo uomo trova l’avventura ovunque vada: Gabriel Hunt

Con alle spalle le risorse della multimilionaria Fondazione Hunt, ed armato del suo fidato revolver Colt, Gabriel Hunt è sempre stato pronto a tutto – ma è pronto per affrontare

La Fiamma Congelata

Il Dr Lawrence Silver è svanito mentre studiava un misterioso fenomeno presso il Polo Sud. La sua bellissima figlia vuol sapere dove e come – è tocca a Gabriel Hunt scoprirlo. Ma ciò che i due scopriranno nel cuore del clima più brutale della terra potrebbe cambiare il mondo per sempre…

Siamo fortunati – ho pescato il quarto volume della serie di Gabriel Hunt: Hunt Beyond the Frozen Fire.
Questo ci fornisce un ottimo esempio di un sacco di cose.

Primo – sono appena 110 parole.
Secondo – notate che la parte in corsivo è uguale per le quarte di copertina di tutti i volumi.
Non serve per venderci il libro – serve a venderci il protagonista, e di conseguenze la serie.
Un elenco di località “avventurose” ci lascia immaginare dove andranno a parare i diversi volumi.
Poi giusto due o tre dettagli sul protagonista – pronto a tutto, lavora per una fondazione che ha il suo nome, usa un revolver…
Terzo – poi c’è il riferimento al titolo. Una bella ripetizione per rinforzare pavlovianamente il collegamento.
E poi, quarto – il blurb vero e proprio.
Cinquanta parole – professore scomparso, misterioso fenomeno, Polo Sud, bellisima figlia, clima brutale, segreto, destino del mondo…

Ora, prendetevi trenta secondi per inorridire a quanto disgustosamente commerciale sia tutto questo.
Invocate il sacro nome di Proust, dichiarate la vostra costernazione alla scoperta che esiste gente che potrebbe decidere di leggere un simile libro sulla base di una copertina sgargiante e un testo del genere.
Lamentate il fatto che nessuno legga più i classici, per leggere invece simile pattume.
ventotto… ventinove… trenta.
Fatto?
Bene, torniamo alla realtà.

Quello che abbiamo visto è una quarta di copertina che funziona, ma in una situazione particolare – una serie.
Proviamo con qualcosa di più classico?
Qualcosa di non seriale?
Pesco a caso?

Su Luna – una colonia penale aperta del ventunesimo secolo – si sta pianificando una rivoluzione.
I cospiratori sono uno strano assortimento di personaggi: un simpatico jack-of-all-trades, la sua prorompente fidanzata bionda, ed un computer parlante che si sente solo. Il loro scopo: abbattere l’odiata Autorità.
Ma le cose non vanno secondo i piani, e la loro indipendenza potrebbe dimostrarsi alla fine più difficile da sostenere di quanto non sia stata difficile da conquistare…

Tutto qui*.
Settantasei parole.
La prima frase ci dice chiaramente che questa è fantascienza. Poi il tema – rivoluzione.
Poi i protagonisti. Poi di nuovo il tema – l’abbattimento dell’Autorità.
E poi il twist, la promessa di una ricompensa – perché non sarà così semplice, ci sarà un imprevisto e poi…

Perfetto.

Un buon blurb vende il libro.
Di più – per un autore autoprodotto, un buon blurb, una buona quarta, ha per lo meno le idee abbastanza chiare da sapere cosa funziona nella sua storia, cosa interessa al pubblico, ed è disposto a fare il possibile per attirarlo.
Dimostrare di saper pensare ai lettori è un segnale forte, ed una capacità indispensabile.

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* e no, non vi dico il titolo, perché se non lo sapete, dovete solo vergognarvi.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

6 thoughts on “Quarta di copertina

  1. * non esistono pasti gratis 🙂

  2. Devo seriamente rivedere il mio…

  3. Post decisamente illuminante su come mai a volte il blurb non dice proprio niente di significativo e invece un commento su amazon può essere decisivo su cosa comprare.
    Spesso mi capitano delle descrizioni del libro in cui non c’è scritto niente sulla storia che viene raccontata, si parla di suggestioni e ambientazioni ma niente sui personaggi.
    Poi un commentatore più illuminato fa una breve descrizione dei personaggi e della storia.
    E finalmente ho le idee più chiare.

  4. Sinossi e copertina vendono la metà dei libri (e soprattutto degli ebook, che costano meno, perciò si va più a intuito) in commercio.
    Scrivere una quarta di copertina è difficile, ma si può imparare.
    Ne leggo alcune davvero stringatissime (20-30 parole), che secondo me sono davvero pessime vetrine per uno scrittore.

  5. Essendo citato, intervengo. 🙂 Il fatto centrale è che temo si debba mettere da parte qualsiasi vena di romanticismo. This is a business. Quando vestiamo i panni del publisher dobbiamo essere in grado di operare sintesi e cercare di tirare fuori il risultato migliore. Gli esempi che hai fatto sono ottimi e consentono di rimanere dentro quella preziosissima soglia di attenzione che spesso fa la differenza tra vendere o no un libro.

  6. Anche un blurb è scrittura.Realizzato in modo efficace, può anche essere un buon indizio sulla capacità dello scrittore (a patto che se li faccia da solo e che le promesse non vengano deluse). Grazie per l’intelligentissima esposizione e per la segnalazione del post di Benuzzi.

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