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Selci & Spiriti

3 commenti

Scritto da Graham Rose, Paleomythic è un gioco di ruolo pubblicato da Osprey Games, e presentato come “a roleplaying game of stone and sorcery”. Si tratta di un rilegato rigido molto robusto, di quasi trecento pagine. Un solo volume, tutto ciò che serve per giocare (a parte i dadi) a circa venti euro. E sì, quello che vedete qui è un link commerciale ad Amazon – sapete come vanno queste cose.

L’idea di base di Paleomythic è quella di giocare un fantasy neolitico, e questa è un’ottima idea, e il primo motivo di interesse – per quel che mi riguarda – per questo gioco. Il gioco di ruolo fantasy tende a focalizzarsi normalmente su un livello tecnologico che va dall’età del bronzo alle prime avvisaglie dell’era industriale. L’arco di tempo che va, se vogliamo, dalla prima spada al primo moschetto. L’immaginario pseudo-medievale, forse-celtico e quasi-tolkienoide è stato lo stile dominante per decenni, e se è vero che non c’è nulla di male nel giocare con elfi ed orchi e stregoni col librone degli incantesimi, è anche vero che la varietà è sempre benvenuta.

Paleomythic si svolge nominalmente sul continente di Mu, nei dintorni di una glaciazione, fra tribù primitive, faune quaternarie e rovine di antiche civiltà perdute. Per quanto il manuale fornisca abbondante materiale per popolare questo mondo, i dettagli vengono lasciati al master ed ai giocatori, per cui è possibile usare Paleomythic per giocare una varietà di opzioni, dai vecchi romanzi di Jean M. Auel a quelli – più interessanti, forse, ma molto più difficili da reperire – di Jane Gaskell, passando per terre cave, continenti perduti e mondi primitivi presi da letteratura e cinema – La Guerra del Fuoco ma anche I was a teenage caveman o, perché no, One Million Years BC.

Non ci sono i dinosauri, in Paleomythic – ma non se ne sente la mancanza. E se sono il primo a dire che tutto è meglio coi dinosauri, non sarò certo io a lamentarmi di un universo in cui è possibile incontrare il Popolo Rospo dell’Obelisco Nero, o una specie di rettiliani che faranno la gioia di tutti i vecchi fan di Kull di Valusia.

Il sistema di gioco è leggero e rapido, e costruito molto bene per restituire al tavolo gli aspetti più primitivi del mondo di gioco – dalle strutture tribali ai ruoli rivestiti dai personaggi nella tribù. Questo è il gioco per voi se avete sempre sognato di essere un dual-class, Cacciatore-Raccoglitore. Gli arnesi e le armi si logorano e si spezzano, gli incontri con le bestie feroci possono essere particolarmente letali, e la magia è una faccenda erratica e pericolosa, in un universo popolato di spiriti e forze della natura.

Come dicevo, questo è un gioco completo in un solo volume che costa come un paio di pizze e di bibite, e offre un’eccellente opportunità per un cambio di ritmo. Non è forse adatto ai principianti, specie per la quantità di lavoro che richiede nel mettere insieme il mondo – a meno di non voler usare la natura nebulosa e non cartografabile di Mu come feature in una campagna. La percezione dello spazio, per un popolo privo di linguaggio scritto e privo dell’idea di mappa, doveva essere dopotutto qualcosa di molto diverso da ciò che sperimentiamo noi.

Paleomythic è il terzo gioco della Osprey Games su cui metto le mani – ed il secondo che recensisco. L’idea di procurarmi tutta la serie di GDR della Osprey è piuttosto attraente: con la vecchiaia, l’idea di giochi composti da sedicimila manuali e supplementi non fa più per me, trovo la nostalgia per “i bei tempi della Scatola Rossa” abbastanza ridicola, e sono ben felice di metere le mani su giochi ed universi di gioco abbastanza dettagliati da essere divertenti da leggere, e abbastanza generici da lasciarmi tutto lo spazio che voglio per creare la mia ambientazione.

Per cui sì, credo vedrete altre recensioni di giochi della Osprey (o anche di altre case editrici) su questo blog.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

3 thoughts on “Selci & Spiriti

  1. Anche se gioco di ruolo da decisamente meno tempo di te concordo sul fatto che i giochi con troppi supplementi e manuali non siano davvero il modello che mi attira di più.
    Tornando alla Osprey Games di recente ho anche riscoperto l’hobby del wargaming grazie ai manuali della sua Wargames Series, di cui condivido anche lo spirito diciamo meno commerciale: usa le miniature che hai e gioca in libertà, e aggiungerei con sistemi meno simulazionistici e che invece si prestano di più all’aspetto di storytelling condiviso che preferisco. Di certo più accessibile (=economico) delle altre opzioni mainstream.
    Invece per quanto riguarda il neolitico vorrei consigliare un podcast intitolato Tides of History che di recente ha concluso una serie meravigliosa proprio su questo periodo. Magari non ci saranno misteriose civiltà perdute, ma sentire parlare dello sviluppo dell’agricoltura in Nuova Guinea e argomenti del genere è stranamente molto affascinante, almeno per me.

    • Grazie per il suggerimento del podcast.
      Io non sono mai stato un wargamer, ma ammetto che i wargame della Osprey – e in particolare gli skirmishh – sono abbastanza attraenti.
      Ma come al solito – troppi giochi, poco tempo per giocarli (e pochi soldi per comprarli tutti).

  2. Di sicuro l’ambientazione paleo mitica è estremamente invitante e il commento sullo stereotipo del Fantasy (devo dire, soprattutto nostrano) è estremamente azzeccato

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