strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Rincoglioniti

52 commenti

È da un po’ che non parlo di giochi di ruolo.
Devo ricominciare, e questa è una buona occasione come un’altra.
Dando voce al lato meno caritatevole della mia personalità – e facendoci anche un pork chop express.

Ieri ho sentito descrivere il gioco di ruolo come

questa trappola che trasforma la gioventù in rincoglioniti

Ora la domanda è – devo veramente spiegarvi perché questa è una delle affermazioni più inammissibilmente asinine sentite quest’anno?

OK, ci provo.

Prima, un ovvio disclaimer – gioco a giochi di ruolo da oltre trent’anni*.
Ho cominciato attorno ai quattordici/quindici anni, e ci sono quindi buone probabilità che io sia rincoglionito, e non da ieri.

Ma anche no.
In oltre trent’anni di gioco, non ho incontrato nell’ambiente dei giocatori più idioti di quanti non ne abbia conosciuti in qualunque altro ambito – dall’università all’Aeronatica passando per i blogger e gli appassionati di cinema e di fumetti ed arrivando alle compagnie petrolifere.
Statisticamente, la distribuzione di imbecilli nella popolazione dei roleplayer nazionali e internazionali non mi pare superiore alla distribuzione media nella specie umana.

In compenso, ho incontrato alcune delle persone più intelligenti, brillanti e creative che mi sia capitato di conoscere – in una percentuale ineguagliata in qualunque altro ambito io abbia frequentato.
Ed ho visto gli effetti positivi del gioco di ruolo.

tabletalkHo visto ragazzi imparare lingue straniere per giocare.
Ho visto loro leggere libri ponderosissimi per documentare le proprie avventure.
Ho visto medie scolastiche innalzarsi per l’effetto positivo del gioco di ruolo.
Ho visto molte, moltissime persone superare i propri limiti personali,la propria timidezza e le proprie insicurezze giocando.
Ho visto appassionati di letteratura scoprire il gioco e appassionati di gioco scoprire la letteratura.
O il cinema.
O i fumetti.
O il piacere di stare insieme.

Ho visto il gioco di ruolo utilizzato in ambiti differenti quali il recupero di giovani in condizioni di disagio e la didattica ambientale.

Ho visto giocatori trasformarsi in attori, in scrittori, in insegnanti, o semplicemente in persone dalla virta sociale ed intellettuale vivace e gratificante.
Ho visto pubblicare libri, fare spettacoli, nascere aziende, ho visto passioni trasformarsi nello strumento con cui si pagano le bollette.

Ho visto persone diventare migliori perché non puoi, davvero non puoi, passare cinque o sei ore tutte le settimane, per anni, a fare l’eroe e a salvare il mondo, senza che un po’ di eroismo non ti si appiccichi addosso.

E soprattutto, mi sono divertito moltissimo, e ho imparato un sacco di cose, interagendo con persone straordinarie.

C’erano anche degli idioti?
Dio ci scampi, decisamente sì!
Tanti.
Ma, come dicevo, non più della media umana.
Ed erano già così prima di cominciare a giocare.
E di solito si stancavano in fretta, di giocare.
O forse, chissà, se ne andavano temendo che, se avessero continuato a giocare, sarebbero potuti diventare… com’era quella parola?

————————————
* Li ho giocati, collezionati, comprati, venduti, letti e scritti – e sì, la mia prima vendita professionale è stata per un gioco di ruolo.
Fatemi causa.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

52 thoughts on “Rincoglioniti

  1. Sì, è veramente un’affermazione idiota.
    Anche se fosse una battuta, cosa su cui ho qualche dubbio, sarebbe una battuta stupida.
    Io grazie ai GDR ho imparato più o meno le cose che citi tu nell’articolo. E di rincoglioniti ne ho incontrati di più nell’ingessato mondo del lavoro.

  2. Io di rincoglioniti ne ho incontrati più in altri ambiti che in quello del gioco di ruolo, senza ombra di dubbio.
    E come hai detto tu, i rincoglioniti (o quelli che lo diverranno) che si avvicinano al gioco di ruolo, si allontanano in fretta per altri interessi più passivi.
    Il gioco di ruolo è troppo attivo e richiede troppo impegno per certe persone.

  3. vado un ottimo OT, ,ma ho bisogno di un consiglio. Con i miei amici abbiamo deciso di non giocare più a D&D 3.5, troppe regole, troppo bizantino e personalmente vorrei qualcosa di nuovo. Hai scritto molto sui giochi di ruolo, perciò conosci un sistema di gioco che sia più intuitivo e che permetta ad un pigro come me di avere l’avventura e le statistiche pronte senza dover passare serate a fare calcoli et simillia? Che la maggior parte del tempo la devo usare per studiare, il resto vorrei rilassarmi.
    P.S conoscendo i ragazzi, punterei su un ambientazione fantasy, quantomeno un minimo.

  4. Non si sa i calcoli che ora so fare a mente grazie al GDR… Percentuali, calcoli statistici, operazioni matematiche con o senza bonus… Se giochi a d&d o a rolemaster per abbastanza tempo diventi un organismo computatorio infallibile…

  5. A taluni vai bene solo se fai quello che fanno loro: ovvero, assolutamente niente. Va così.

  6. @Michael: io sto provando Dungeonwolrd, che trovi gratis a questo indirizzo: http://www.dungeonworld.it Se rispetti alal lettera le regole e non ti poni troppi problemi durante il gioco, avrai delle gran belle soddisfazioni!

    @Davide: Grazie! A proposito: a Lucca mi sono fatto comprare Savage World, che tu hai spesso elogiato. Mi chiedevo se tu potessi scrivere due righe su come far girare il regolamento, su come usarlo effettivamente in partita, su come costruire le avventure. Insomma, delle istruzione per l’uso.

  7. Eppure, i GDR continuano a risentire di un grave problema: la mancanza, in ITalia, di spazi adeguati dove poter giocare. Le ludoteche sono pressochè scomparse, le biblioteche non considerano il GDR un’attività culturale, giocarci in un pub sarebbe fantascienza. Questa esclusione dagli spazi pubblici è figlia a propria volta di una ghettizzazione culturale. La domanda è: come uscire dall’impasse? Come si potrebbero rinverdire i fasti di un passatempo che, negli anni ’80/’90, godeva di un maggiore seguito?

  8. Mi sembra quel genere di affermazioni fatte senza conoscere la materia, il che ne fa idiozie di primo livello, perpetrate da chi rifiuta a prescindere quello che non conosce (idiozia di secondo livello), a scapito di chi almeno prova a fare qualcosa di mentalmente appagante.
    E’ proprio vero che la creatività fa paura.

  9. @macnab
    Come minimo è una battuta infelice, e come dice Angelo, basata su una esperienza nulla dell’argomento.

    @Michael
    Regole leggere – Savage Worlds.
    La nuova ambientazione fantasy, Enascentia (oltretutto, un prodotto italiano, di altissima qualità, credo potrebbe acchiappare i tuoi giocatori.
    Trovi tutto in italiano, e se vai sull’edizione eletronica, credo ti costi meno di venti euro (manuale base più ambientazione).

    @Jonnie
    Buona idea quella su SW.
    La metto in cantiere per metà settimana.

    @Verroinsaziabile
    Mancanza di spazi, sì, assolutamente – e mancanza di sangue giovane.
    Le due cose sono connesse: se è facile trovare un posto in cui trovarsi e giocare, è anche facile coinvolgere nuovi giocatori.
    Qui purtroppo la situazione è complicata – uno spazio in cui giocare deve fare orari flessibili, rispettare ovviamente tutti i criteri di sicurezza di un locale pubblico… è un disastro.
    Una volta c’erano le parrocchie – bastava avere un paio di boy scout in squadra 😉

  10. L’affermazione è veramente da mentecatti… E tra l’altro sembra fatta da una di quelle persone che poi si affrettano a pagare fior di quattrini a gente che, tanto per fare un esempio, vende corsi d’aggiornamento professionale in cui si realizzano attività di “role playing”… Che fa tanto figo, soprattutto se accostato a “problem solving” e “team building”.
    Tutta roba che, tra l’altro, il gioco di ruolo può veramente contribuire a sviluppare. 😀
    Beata ignoranza…
    O, come si dice dalle mie parti, in modo decisamente più prosaico: “Beato te, che non capisci un cazzo”.

  11. Chiunque fa un affermazione simile o non sa di cosa sta parlando, o lo sa e ne ha paura.
    In ogni caso, è un folle.

    Gioco da quando avevo dodici anni, e di rincoglioniti ne ho visti, ma nessuno che lo sia diventato dopo aver giocato. Anzi…
    La gente sembra non sappia più come passare il tempo e spara a zero su cose che non conosce. 😦

  12. Gioco di ruolo da ormai vent’anni (15 dei quali veramente attivi) e visto che la mia vita professionae mangia i 6/7 della mia settimana mi fa piacere sapere che come minimo nel restate spazio divento improvvisamente un rincoglionito 🙂

    Il gdr, oltre ai vari aspetti posistivi già elencati, è uno dei pochi giochi in cui per poter arrivare al temine del “percorso” è fondamdntale che i giocatori imparino a collaborare e mettere assieme le caratterstiche diverse che possiedono per far sì che la combinazione delle stesse.

    Credo che esistano pochi altri giochi che insegnano l’importanza del lavoro di gruppo quanto il gdr.

  13. Michael prova Dungeon world!

  14. Pingback: Opinioni sul gioco di ruolo | Iho's Chronicles

  15. ho dimenticato un pezzo di frase per strada 🙂

    Il gdr, oltre ai vari aspetti posistivi già elencati, è uno dei pochi giochi in cui per poter arrivare al temine del “percorso” è fondamdntale che i giocatori imparino a collaborare e mettere assieme le caratterstiche diverse che possiedono per far sì che la combinazione delle stesse permetta di superare difficoltà che da soli non si potrebbero superare.

    Nel mio caso evidente è vero che sono un po’ rico 🙂

  16. vado controcorrente. Nella mia esperienza ho riscontrato un numero di rincoglioniti superiore alla media tra chi gioca di ruolo. E per rincoglionito intendo quello che intende l’uomo della strada quando usa quel termine, ovvero non il contrario di “sveglio” ma nel senso di “alienato sociale”, “soggetto che non si adegua”, “elemento che si ritira dalla lotta”, “persona interessata a cosa che non interessano a nessuno”, “persona che non si preoccupa della propria immagine”.
    E’ assolutamente vero che la maggior parte delle persone non sono state peggiorate dal gioco e che erano rincoglionite pure prima, ma mi domando, retoricamente, perchè il gioco di ruolo attira così tanti potenziali rincoglioniti.

  17. “Ho visto il gioco di ruolo utilizzato in ambiti differenti quali il recupero di giovani in condizioni di disagio e la didattica ambientale.”
    Il GDR è nato proprio così, come terapia pere forme leggere di schizofrenia. Era basato su Fabbricanti di universi di P.J. Farmer
    Spesso siamo stati intorno allo stesso tavolo, non so se lo hai notato anche tu , ma l’iteligenza media è un bel po’ più alta che altrove

  18. E che dire. Concordo su tutta la linea 🙂

  19. @Imbrattabit
    Ammetto che la tua definizione di “rincoglionito” mi ha dato da pensare, perché, gira gira…

    “soggetto che non si adegua” – a cosa?
    “elemento che si ritira dalla lotta” – che lotta?
    “persona interessata a cosa che non interessano a nessuno” – contraddizione in termini, ma comunque, ok, a nessuno chi? A te?
    “persona che non si preoccupa della propria immagine” – eh, sì, questa è proprio una colpa grave.

    È tutto troppo maledettamente soggettivo.
    È un po’ come dire che se lo faccio io sono anticonformista, se lo fai tu sei rincoglionito.
    Resta il problema dell’alienazione sociale, ma anche qui potrei domandarti – sono io che non adeguandomi alle tue regole mi taglio fuori, o sei tu che perché non mi adeguo alle tue regole tagli fuori me?
    Chi aliena chi?
    Chi è il rincoglionito?

  20. è chiaro che è tutto soggettivo, ho riportato la mia esperienza (certo a Lucca ho raccolto un bel campionario di giocatori-tipo) che preciso, in quanto ad intelligenza e cultura si allinea alle vostre.
    Stando dalla parte dei giocatori di ruolo, viene anche a me da sovvertire i canoni comuni della società e mettere in discussione ciò che in modo spietatamente democratico è considerato sveglio o rincoglionito dalla maggior parte della gente (la brutta, sporca e cattiva società).
    Resta tuttavia il fatto che anche se il giocatore in realtà non è rincoglionito ma un soggetto pari o addirittura migliore della media, un eletto o un illuminato, essendo una minoranza e trascurando gli interessi maggioritari risentirà sempre del peso sociale di questa scelta (o lo sentirà chi gli sta intorno).
    Secondo me è inutile crucciarsene, sarebbe invece molto interessante giocare ogni tanto in campo avversario.

  21. Si curano gli interessi maggioritari perché la maggioranza ha ragione per assunto. Infatti. Meglio apparire che essere, interessante.
    Ok. Allora se marie curie avesse studiato quello che tutti gli altri stavano studiando? e se gandi avesse deciso che era meglio la linea dura invece della non azione? se rita levi montalcini avesse considerato che forse era meglio tingersi i capelli invece di studiare il cervello… ottimi esempi di alienati sociali. Se giocare di ruolo rende così, ben venga.

  22. No Imbrattabit, scusami
    Non mi pare di aver parlato di alienazione o insoddisfazione verso la società nel mio post – ho parlato di persone realizzate, che fanno ciò che gli piace, e vivono bene, spesso grazie alla propria esperienza come giocatori.
    La grandissima maggioranza dei giocatori di ruolo che conosco… no, aspetta, la quasi totalità dei giocatori di ruolo che conosco sono perfettamente inseriti nella società, non si sentono alienati, ed hanno delle vite – lontano dal tavolo da gioco – perfettamente realizzate e soddisfacenti.
    Né illuminati né eletti, ma persone normali e felici.
    Io onestamente di giocatori che rifiutano la società, o che la definiscano “brutta, sporca e cattiva”, non ne conosco, né ne ho conosciuti in trent’anni di gioco.
    Che poi chi preferisce collezionare figurine dei calciatori trovi eccentrico un giocatore di ruolo – succede.
    Ma la popolazione che io conosco vive bene, e non rifiuta alcunché.
    Non sono “rincoglioniti” – né nel senso di minus habens, né in quello di alienati.
    Che è poi il punto di questo mio post.

  23. si facevo il discorso inverso, parlavo di come vede la società il giocatore di ruolo, dai cui la frase all’inizio del post. Per “avvertire il peso sociale”, frase infelice, non intendevo un malessere del giocatore, intendevo l’equivoco su chi sia per la massa, questo fatidico giocatore.

    @paola concordo, non stavo di certo difendendo l’omologazione, per carità! (converrai comunque che dedicarsi alla fisica o alla medicina non è come giocare di ruolo).

  24. Da giocatore di ruolo vi consiglio di leggere anche questo:
    http://www.miodiosalvami.it/tm/giochi_ruolo.html

  25. Che tristezza di uomo privo di fantasia… Le ore più divertenti, trascorse all’ombra dei ruderi delle torrette militari… dopo di noi “rincoglioniti”, in quel quadrilatero di verde e antichità cittadine, solo messe nere. Allora, eravamo meglio noi rinco-boys(e rincogirls), che diamine! Noi adolescenti del 1995 non abbiamo mai corso il rischio di annoiarci!

  26. Beh… passare da “figli del demonio” a rincoglioniti è un bel passo avanti nella consapevolezza dei perbenisti di questo bel pianeta di periferia, di una galassia di periferia. Davvero.

  27. Chi ha fatto quell’affermazione non conosce i GdR o ne conosce una versione deteriorata.

    Ho ben 58 anni, quindi comincio a dirmi vecchio.
    Ho iniziato a giocare di ruolo tramite il mio primo figlio che a 14 anni ha trovato un amichetto che aveva il gdr “Il Signore degli Anelli”. Ho provato anch’io, mi è piaciuto e ho compreso le ENORMI potenzialità educative.
    Da allora ho utilizzato i GdR per divertirmi, far divertire i miei figli ed educarli.
    Già: educarli, a molti sembrerà una bestemmia, ma è proprio così.

    I GdR sono uno strumenti e come tutti gli strumenti possono essere usati bene o male.
    Sono usati male quando è permesso ai giocatori di fare tutto senza pagare conseguenze. Così i giovanissimi giocatori di ruoli crescendo sbatteranno il muso contro la realtà e si faranno malissimo.
    Sono usati bene quando chi masterizza fa in modo che ogni scelta del giocatore abbia le conseguenze appropriate, come nella vita reale. Per fare un esempio: fai il bullo con le altre persone? rischi di trovare chi magari avevi sottovalutato ma ti mena per bene…

    Io ho 4 figli: sono tutti e quattro splendide persone (e lo dico oggettivamente). Posso dire di essere stato un bravo padre ANCHE GRAZIE ai GdR perché:
    – tutti e quattro hanno avuto una ottima riuscita scolastica (i primi tre sono laureati, la quarta si sta laureando in medicina)
    – I primi tre hanno trovato lavoro SUBITO dopo essersi laurati (anche utilizzando le strategie imparate giocando di ruolo!!!)
    – Tutti e quattro sono completamente autonomi, tanto che sono tutti e quattro già usciti di casa e hanno una vita propria: due sono sposati, una terza ha un compagno fisso. Se mi guardo attorno non vedo molto di meglio.
    – I GdR hanno permesso lo sviluppo di ragionamenti completti utilissimi nel loro lavoro.

    Direi che è sufficiente per far capire che dipende dal loro utilizzo; perché – lo devo dire – ho trovato persone presuntuose e malevole che masterizzavano GdR in modo che non solo trovavo per nulla divertente, ma pericoloso e stupido.

  28. Bel post! Condivido totalmente!
    @Michael: se ti piace il genere D&D-like ma vuoi regole piu` leggere, e non hai problemi con l’inglese, ti CONSIGLIO CALDAMENTE 13th Age. Assolutamente spettacolare.

  29. Veramente i giocatori di ruolo che ho visto io sono dei disadattati della società che si creano un mondo immaginario in cui possano ricoprire ruoli che li rendano importanti.

    Questa “microsocietà” che si creano ha regole decise da loro (tant’è che molti non seguono quelle del manuale e molti master decidono di deviare dal corso degli eventi per favore un’amicizia), non ha interventi esterni che possa minarne le fondamenta (eventuali critiche sono ignorate in quanto si crea “branco”) e si tratta a tutti gli effetti di una sorta di “campana di vetro” in cui nascondersi e sentirsi protetti.

    La vita è una merda? Non si ha una ragazza né un lavoro? Ma il mio mago (il mio alter ego) è fortissimo e ha compiuto un sacco di avventure e stasera farà un’altra avventura memorabile.
    Questo non solo crea assuefazione, ma porta a una spirale di eventi in cui si esacerba la situazione di disadattati in cui tali persone già si trovano.

    E’ qualcosa di molto simile alla droga e al videogiocare online con i mmorpg: è male.

    Ovviamente tutto poi dipende dalla gravità della situazione in cui ci si trova e, più in visione generale, dalla maturità del soggetto e dalla sua capacità di autocontrollo.

    Un conto è giocare qualche mese da sedicenne, rinsaldando quindi le amicizie, impegnandosi in qualcosa di extra curriculare, aprendo la mente a qualcosa di meno “mainstream” di dare calci a una palle… Un altro ritrovarsi a 40 anni a giocare con altri 3 perdenti, perdendoci anni e lasciandosi scivolare la vita dalle mani.

    Ma le eccezioni, in quanto tali, non si computano nella disamina di uno stereotipo.

    • Grazie Common.
      Un’opinione equilibrata e circostanziata.
      Però mi domandavo…

      “Questo non solo crea assuefazione, ma porta a una spirale di eventi in cui si esacerba la situazione di disadattati in cui tali persone già si trovano.”

      E se invece i giocatori erano fin dall’inizio persone equilibrate e normali?
      O una simile eventualità è impossibile nell’universo in cui vivi?

  30. Ben oltre il “mezzo di cammin di nostra vita”; laurea “spazzatura” che ha permesso di vivere gli anni dell’università nel gioco e che in quanto tale non è mai stata utilizzata se non per voli pindarici o sporadiche collaborazioni; lavori precari in ambiti eterogenei, sintomatici di un mancato “obiettivo di vita”; hobby “alternativi” scelti appositamente come diversi da quelli dei coetanei per dimostrare una individualità che richiede continue conferme; utilizzo dello strumento letterario come nascondiglio per i propri pensieri e come alienazione dalla vita quotidiana, lasciandosi che la propria mente venga cullata da racconti fantastici e luoghi lontani; utilizzo di strumenti “opensource” e “wiki” per corroborare una propria filosofia di vita filosocialista; credo nel paranormale, nell’aldilà e in presenze extraterrestri per cercare di riempire il vuoto causato da triste solitudine; mancanza di una partner di vita con cui trovare l’essenza della vera finalità dell’essere umano…
    Per quanto io rispetti ogni diversa individualità, sei davvero sicuro che possiamo condividere un medesimo concetto di “persone equilibrate e normali” (la cui definizione peraltro è stata modificata in ogni epoca e società e la cui stesura porrebbe quindi in difficoltà anche degli studiosi)?
    Forse è il caso di limitarsi a distinguere fra comportamenti “sociali” e “antisociali”… Il gdr, se sottovalutato (non parlo delle 10 partite, ma degli anni buttati), può creare problemi di antisocialità anche gravi e, al pari di droga e mmorpg, si innesta più facilmente in soggetti deboli e che già soffrono di tali problemi.
    Giocatori “equilibrati e normali” vedranno il gdr come semplice fase della loro adolescenza da cui si staccheranno facilmente dopo poco tempo, quando altri fenomeni sociali (ritenuti più “normali” dalla nostra società) prenderanno il sopravvento.

  31. Common, non so come dirtelo, ma lo scenario che dipingi è tipo il paradiso dei pony rispetto alla cruda realtà. Leggi qua: http://forum.rpg.net/showthread.php?369229-Necro-Creepiest-Person-You-ve-Ever-Gamed-With-Part-Deux

    • Fantastico, Jonnie.
      Ci mettiamo anche un link ai trattatelli di Jack Chick e al Pulling Report?
      Non so, a meno che tu non abbia a portata di mano una squadra di giocatori di GURPS satanisti cannibali…

  32. ciao Davide ^_^ altra giocatrice di ruolo a rapporto.

    Triste e infelice la battuta (se era tale) che hai sentito riguardo al gioco di ruolo, per quanto conosco personalmente giocatori che confermerebbero la tesi sostenuta dal tristo figuro che l’ha pronunciata, ho conosciuto persone ugualmente rincoglionite e in ugual percentuale pure in palestra, all’università, a lavoro e in qualsiasi altro contesto sociale.

    Poi, lo ammetto, io stessa non sono l’esempio del massimo della socialità, ma ero una persona riservata e poco espansiva anche prima di giocare, il gioco non mi ha isolata, anzi.

    Sicuramente non saranno un campione statistico degno di tale nome, ma ho visto pochi giocatori nelle varie facoltà scherzosamente rinominate “scienze delle merendine”, la maggior parte li ho trovati a ingegneria (in praticamente ogni indirizzo), informatica, biologia, matematica, medicina, fisica… e tutti laureati senza andare fuoricorso o sforando di poco, oppure sono molto fuori corso ma hanno cominciato a lavorare subito dopo le superiori e si sono iscritti all’università “per sfizio” (passami il termine eccessivamente semplicistico).

    Non sto certo dicendo che il gdr eleva automaticamente (anzi, se qualcuno ha mai avuto modo di leggermi sa bene come si possa essere insieme persone orribili e giocatori), ma nemmeno è indice di rincoglionimento. Non più del calcetto del martedì sera o dell’apericena del venerdì ecco.

    PS la pagina linkata da andrea è fonte di risate da almeno 10 anni… non conosco nessuno che la prenda sul serio.

  33. Pingback: Rincoglioniti | Appunti sparsi di una nerd

  34. almeno per quel che riguarda la mia ormai datata esperienza fiorentina “scienze delle merendine” identificava scienze delle formazione, ex pedagogia. credo tu possa stare tranquillo 🙂
    io comunque pensavo fosse in uso tempo fa e in giri più stretti, non credevo si allargasse nel tempo e nello spazio
    mi periterò molto meno a usarla

  35. 45 anni, roleplayer, wargamer, modellista, lettore ecc ecc. Eppure ho una stupenda compagna, una professione (il lavoro è quel che è ma questo esula dal discorso) e una vita sociale.
    Anni di gdr, larp, wargame. Ma anche anni in vacanza, in disco, in giro per pub. Io dissento fortemente dall’associare il gdr (e ci aggiungo anche il larp) al fatto di essere persone asociali, chiuse, problematiche o peggio.

  36. Ciao Davide, bell’articolo, mi ha fatto sorridere!
    Sono un quasi-archeologo alle prese con la specialistica, nel frattempo mi cimento in un lavoro full-time…tanto per complicarmi la vita. Se nel week-end mi vedo con la mia ragazza, a spezzare la settimana ci pensano una o due serate organizzate con delle vecchie conoscenze. Obiettivo: sfondarci di sano divertimento con giochi da tavolo e giochi di ruolo.
    Perché farlo!? Per non RINCOGLIONIRMI con la routine lavorativa di tutti i giorni, e condividere momenti di felicità con i miei amici più cari. Per come la penso, i primi “rincoglioniti” sono quelli che si sono arresi agli stereotipi sociali, mettendo da parte il gioco per sembrare più “inserito”…ma indossare una maschera e puntare il dito contro chi non l’ha ancora indossata…non è forse anche questo un “gioco di ruolo”?

    …ok, la mia ca**ata delle due e mezza è stata sparata!

    Meno aria fritta e più divertimento, che la vita è un mozzico! 😀

  37. Bentrovati, Danilo & Fupp.
    Naturalmente le vostre sono illusioni – in realtà siete infelici, credete agli extraterrestri per non sentirvi soli e corroborate il vostro stile di vita filosocialista con “wiki” 😀

    Scherzi a parte – grazie dei commenti.

  38. La mia vita è uno schifo? Non ho una ragazza nè un lavoro?… Ma il mio mago è fortissimo.
    Bene, non nego che può succedere.

    E che dire di:
    La mia vita è uno schifo? Non ho una ragazza nè un lavoro?… Ma la mia squadra di calcio quest’anno vincerà senz’altro lo scudetto.
    O di:
    La mia vita è uno schifo? Non ho una ragazza nè un lavoro?… Ma anche questo sabato notte andrò a un rave formidabile.
    O di:
    La mia vita è uno schifo? Non ho una ragazza nè un lavoro?… Ma non mi perdo una sola riunione dell’ala giovanile del partito.
    O di:
    La mia vita è uno schifo? Non ho una ragazza nè un lavoro?… Ma mi sono laureato a pieni voti e il mio blog di recensioni letterarie ha ben 23 fans.

    Noteremo che i primi due “antidoti” sono solo svaghi, ma socialmente accettati se non maggioritari; gli altri due sono qualcosa di ancora più serio.

    Eppure tutti e quattro continuano ad essere “antidoti” alla vita da schifo. In cosa, dunque, sono migliori del passare un paio d’ore alla settimana con gli amici facendo un gioco?
    Le ore passate a divertirsi con gli amici sono ore perse, e invece quelle passate allo stadio, al rave, alla sezione del partito o nella propria cameretta al computer non lo sono?

    Disclaimer: non sono un osservatore neutrale, ovviamente, sono un giocatore ed un autore di giochi di ruolo:

    http://www.sjgames.com/gurps/books/locations/stgeorgescathedral/

    …che posso dire, perdonatemi.

  39. Bel post, divertente ma serio, su un argomento a cui tengo molto anche io.

  40. O di:
    La mia vita è uno schifo? Non ho una ragazza nè un lavoro?… Ma aspetto che tutto cambi (o la ricompensa dei giusti) passando le mie sere inginocchiato a sgranar rosari

  41. Siete fantastici tutti, io da ex gdr (sia master che giocatore) e ora appassionatizzimo di giochi da tavolo dico solo che sono contento che si facciano affermazioni come quella cosi Davide scrive questi articoli stupendi e voi tutti fate queste sfilze di commenti eccezionali che valgono tanto quanto l’articolo.

  42. Eccomi. 45 anni, DBA Oracle, sviluppatore, marito e padre, che ha migliorato il suo inglese ed imparato pure il francese grazie anche ai GDR.

    Il mio cruccio è che gioco molto meno di quanto vorrei — ma in compenso a mano a mano che il pupo cresce sto riscoprendo le gioie dei Lego, costruendo robottini, treni e automobiline per il piccolo, e non dispero di poter ambire al titolo di “papà figo” quando lui avrà l’età per capire e apprezzare i GDR con i suoi compagni.

    Girando per convention ho visto tante, tante tipologie di persone. Credo di aver fatto demo con oltre un centinaio di giocatori diversi, e posso dire che la varietà è tanta.

    * C’è chi fa l’operaio
    * Chi l’eterno studente
    * Chi il manager molto ben pagato
    * Chi la giornalista
    * Chi fa l’ingegnere nel nord della Germania
    * Chi si è trasferito in UK
    * Chi debugga kernel linux
    * Chi ha figli
    * Chi ne ha più di uno
    * Chi non ne ha proprio
    * Chi ha conosciuto il proprio partner giocando.
    * Chi ha creato una rete di LEGAMI PROFESSIONALI tra i propri compagni di gioco.

    Potrei continuare PER ORE.

    E sì, ho visto anche i casi sociali.

    Ma in una frequuenza certamente minore di quella riscontrata empiricamente nel mondo dei c.d. normali.

    Generalmente chi gioca tende ad essere una persona assai più curiosa del normale. E questo, nella mia scala di valori, è solamente un bene: un tratto che ti aiuta a crescere, prosperare e vivere. Per cui, viva il gioco di ruolo.

  43. Pingback: Stelle Senza Cielo | Rincoglioniti

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