strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Lord Darcy

lord darcyIl quarto volume della Fantacollana è Lord Darcy, di Randall Garrett, e prosegue la serie atipica iniziata con Aptor e proseguita con i lavori di Sprague De Camp e Silverberg.
Il volume raccoglie le prime tre novelle appartenenti al ciclo di Lord Darcy – The Eyes Have it (1964), A Case of Identity (1964) e The Muddle on the Woad (1965).
La copertina è ancora una volta di Karel Thole.

Le storie di Lord Darcy sono dei polizieschi.
Esiste un crimine, esiste un investigatore (il Lord Darcy del titolo, coadiuvato dal proprio aiutante ed amico Sean O’Lochlainn) che attraverso l’applicazione di metodi induttivi e di analisi scientifiche, giunge alla risoluzione del caso.
C’è però una piccola differenza.
Anzi, due.

La prima differenza è che le storie di Lord Darcy si svolgono in un universo nel quale i Plantageneti sono rimasti sul trono d’Inghilterra fino ai giorni nostri. Riccardo Cuor di Leone è sopravvissuto alla sua ferita subita a Chaluz, Giovanni il Senza terra non è mai salito al trono, la Magna Charta non è mai stata firmata.
L’Impero Anglo-Francese include le isole britanniche, la Francia, e tutto il continente americano; il re d’Inghilterra, Giovanni IV, è anche Sacro Romano Imperatore, e quindi controlla parti di Italia e Germania.
Il Cattolicesimo è l’unica religione.
E non si sta neanche male.
L’Impero è ai ferri corti con la Polonia retta da Re Casimir (potremmo parlare di Guerra Fredda), mentre il resto d’Europa (Russia inclusa) è balcanizzato e variamente allineato secondo alleanze e matrimoni politici .

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I Gioielli di Aptor

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Copertina di Karel Thole

Il Numero 1 della Fantacollana Nord esce in libreria nel Giugno 1973. Si tratta de I Gioielli di Aptor (Jewels of Aptor) di Samuel R. Delany, un romanzo uscito cinque anni prima in America (beh, non esattamente… ma ora ne parliamo) Quasi a dimostrare l’attualità del testo (di tutto il testo, di tutto il volume, dalla sovracoperta alla rilegatura), l’introduzione di Riccardo Valla parla di una casa editrice che taglia i romanzi che pubblica, e si sofferma brevemente sulla distinzione fra fantascienza, fantasy e sulla science-fantasy, prima di fornire una rapida ma gustosa panoramica sull’opera di Delany. Jewels of Aptor è il primo romanzo di Delany, e risale invero al 1961, per i tipi della Ace Books – è tuttavia del 1968 l’edizione integrale pubblicata da Nord (la Ace aveva ritenuto opportuno sforbiciare il testo di Delany per farlo conformare a qualche ipotetico criterio di omogeneità).

Delany ai tempi di Aptor

Delany ai tempi di Aptor

Delany, nel momento in cui Aptor esce in Italia, è un giovane autore d’avanguardia, poco più che trentenne, con all’attivo una serie di premi e di successi. Molte sono le opere memorabili e indispensabili dell’autore newyorkese: Babel-17 e Nova, in ambito fantascientifico, il più difficilmente classificabile The Einstein Intersection. Dhalgren, lungo, complesso e difficile, incombe all’orizzonte. Delany fa parte – con altri giovani autori, come Roger Zelazny e Marion Zimmer Bradley – della “risposta americana alla New Wave inglese.” Ci fu un tempo in cui certe cose avevano un senso. Ma cos’è, in pratica, The Jewels of Aptor, il romanzo che inaugura la Fantacollana? Continua a leggere


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Leggere la Fantacollana

I buoni propositi si fanno l’ultimo dell’anno.
Le idee storte si annunciano prima – anche perché così, non si può poi fare marcia indietro o ci si gioca la faccia.

tbaptorPerciò, piano per il futuro a brevissimo termine – parlare della Fantacollana della Nord.
Un volume alla settimana.
Partendo dal primo, e andando in ordine di pubblicazione (erano numerati, giusto?)

E sottolineo parlarne, più che recensirla – perché sostanzialmente che io recensisca Howard o Leiber o Le Guin conta meno di nulla.
Si tratta – specie con la prima cinquantina della Fantacollana – di testi a tal punto definitivi del genere, che esprimere opinioni a riguardo presumendo oggettività è un atto di somma presunzione.
La vivisezione degli antichi maestri quale sfoggio di superiorità intellettuale lasciamola a chi si eccita per certe cose.
Ma ricordare quei titoli, ripescare le vecchie copertine, magari scavare nell’aneddotica, o anche solo vedere quanto certi titoli abbiano retto agli anni…

TUTTA la Fantacollana?
No – si arrivò ad un punto in cui la Fantacollana pubblicava cose che non mi interessavano più, e smisi di seguirla.
Ma per un paio d’annetti buoni dovremmo avere di che chiacchierare.

Il Castello d'acciaioPerché farlo?
Beh, perché sarebbe divertente.
Perché è una miniera di autori e titoli dimenticati che sarebbe bello scoprire o riscoprire*.
E perché io sono profondamente affezionato alla Fantacollana, ne ho un paio di scaffalate, e credo che abbia costituito un fattore importante nella costruzione del mio gusto (o mancanza del medesimo) per ciò che riguarda la letteratura d’immaginazione.
Ah, “letteratura d’immaginazione” è la vecchia definizione del genere data da Lyon Sprague de Camp.
Il mio primo libro fantasy è stato Il Castello d’Acciaio, di Lyon Sprague de Camp e Fletcher Pratt.
Che è Fantacollana numero 11.
Ci arriveremo.

Per gennaio, intanto, abbiamo in preventivo…

1 . Samuel Delany – I Gioielli di Aptor
2 . Lyon Sprague De Camp – L’Anello del Tritone
3 . Robert Silverberg – Ali della Notte
4 . Randall Garrett – Lord Darcy

Tanto per partire con qualcosa di completamente diverso.
Perché la Fantacollana – ipoteticamente il serraglio fantasy della fantascientifica Nord – aveva parametri molto ampi nel valutare i propri contenuti.
Ma ne riparleremo.
Oh, se ne riparleremo.

L’annuncio ampiamente anticipato, naturalmente, permette a chiunque voglia poi partecipare alla discussione di prepararsi per tempo*.
Non dico tipo gruppo di lettura vero e proprio: non ne faremo una cosa ultra-seriosa, ma potrebbe essere divertente.

E sì, prima che me lo chiediate – cercheremo un angolino in cui far stare anche i volumi della presto defunta collana Arcano della Nord – se non altro perché c’è Ombre del Male di Leiber.

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* Un suggerimento: battete le bancarelle.
E le biblioteche.
E se siete di quelli che aspirano al possesso dell’arte, eBay.