In questi giorni è successa una cosa curiosa.
Come forse avrete notato, stiamo organizzando – con alcuni complici – una festa online per il lancio di The Hand of Isfet.
Abbiamo fatto un po’ di pubblicità, e ci stiamo attrezzando – ci sarà la possibilita di chiacchierare, metteremo un po’ di musica (temo che Walk Like an Egyptian ci toccherà d’ufficio, a meno che io non disinneschi il DJ), ci saranno ricchi premi e cotillion… nei limiti consentiti (per i giveaway la legge Italiana si rifà al codice di Hammurabi).
Beh, la cosa curiosa è questa – un bel po’ di persone mi hanno tolto l’amicizia su Facebook.
Alcuni che ho invitato direttamente, altri che appartengono a gruppi di discussione ai quali partecipo.
Ed è sucesso solo con gli italiani.
Curioso, vero?
E fa il paio col minimo delle condivisioni – nessuno dice agli amici della mia iniziativa.
Il launch party per The Hand of Isfet, il cui scopo non è vendere libri, è far circolare la voce*, non viene fatto circolare.
Sempre più curioso.
Ricorda un po’ il discorso che si faceva riguardo al segnale – al fatto che non potete fermarlo ma perdio, potete impegnarvi a fondo per rallentarlo il più possibile.
E questo strano fenomeno fa la coppia con il lancio e i pre-ordini di Asteria – che hanno avuto un più che discreto successo, ma ai quali è corrisposto un quasi completo congelamento delle vendite dell’ebook.
Come se, a metterlo in pre-ordine, in qualche modo si fossero infastiditi i lettori.
Minimo di vendite, due sole recensioni – una su Amazon, una su un blog letterario.
Ma naturalmente non si tratta di ostilità.
Sarei profondamente ingiusto e scorretto, anche solo ad ipotizzare una ostilità sulla base di questi dati.
Sarebbe un segno di livore – e il livore è male.
Sarebbe la solita vecchia storia – che io non faccio che lamentarmi.
Ma io non mi sto lamentando – mi sto solo domandando quale sia il problema.
Perché se non è ostilità, allora cos’è?
Paura di ciò che non è mai stato fatto prima?
È il principio caro ai giapponesi secondo il quale Deru kui wa utareru, il chiodo che sporge viene spianato a martellate?
Non si deve cercare di farsi notare, o si viene annientati?
Certo è curioso.
ADDENDUM – e pochi minuti prima dell’uscita di questo post, ne viene pubblicato un altro che segnala altre situazioni simili.
Sempre più curioso.
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* Nel caso, la settimana che viene posterò un articolo su come si organizza un launch party virtuale, e a cosa serve, in modo che quelli che sono là fuori che guardano e prendono appunti (un saluto!), non debbano fare troppo sforzo.
12 settembre 2014 alle 1:37 PM
Tira un’aria strana, al limite della tramontana. Con un mercato che definire povero è un’eufemismo l’idea di fare qualcosa di nuovo o perlomeno di insolito non dovrebbe sembrare così strana. A meno che non ci sia una difficoltà di prospettiva, tra il fissare costantemente a terra lo sguardo e il dover accettare che c’è un cielo sopra di noi.
12 settembre 2014 alle 1:39 PM
Concordo sull’atmosfera strana – è come se tutti tenessero la testa bassa per paura di attirare l’attenzione.
Pingback: La solitudine interconnessa | Book and Negative
12 settembre 2014 alle 2:28 PM
Secondo me c’è soprattutto una scarsissima propensione a capire le novità, a incuriosirsi.
Il che porta la gente a non cliccare i link, a non mettere i like, a non condividere nulla che non sia di immediata comprensione, o di tornaconto (non a caso le cose che vanno per la maggiore sono tutte quelle che nel titolo hanno parole come “free” e “gratis”).
La presunta ostilità del settore è invece più circostanziata e sicuramente reale. Sono i dinosauri morenti che cercando di sopravvivere all’evoluzione inevitabile.
12 settembre 2014 alle 7:50 PM
Io non riesco a capire, certe volte penso che siamo tutti poco disposti ad uscire da certi giochetti, a non voler pubblicizzare le iniziative degli “altri”.
Sinceramente continuiamo a farci del male da soli, così.
12 settembre 2014 alle 11:23 PM
E’ che “qui in Italia non può funzionare”… Mentalità gretta e retrograda.
Mi sono permesso di citare il post e “rispondere” sul mio blog… http://draghidottone.blogspot.it/2014/09/martellate-sta-ceppa.html
12 settembre 2014 alle 11:30 PM
Ho visto e condiviso in giro.
Grazie della risposta, Gherardo 😉