Quest’anno Natale mi ha portato (o mi sta portando, o mi porterà) un sacco di riviste.
Nei mesi di Ottobre e Novembre, alcune riviste americane hanno lanciato le loro abituali campagne per abbonamenti e finanziamenti, e sono riuscito a scucire un po’ abbonamenti digitali a prezzo fortemente ribassato.
Sono perciò rimasto nel mio risicatissimo budget (10 euro al mese per leggere), riuscendo al contempo a riempire il mio Kindle fino al tracollo1
I motivi per orientarmi sulle riviste per il 2017 sono molteplici.
a . C’è un sacco di roba da leggere
Con una media di una mezza dozzina di racconti al mese, più rubriche, recensioni e articoli, una rivista offre una quantità di materiale ad un prezzo in generale piuttosto contenuto (specie per i formati digitali.
b . C’è un sacco di varietà
Autori diversi, generi diversi, storie diverse.
c . Le nuove idee compaiono prima sulle riviste
Le riviste rappresentano ancora lo strumento ideale per scoprire nuovi autori e farsi un’idea di dove stia andando il genere.
d . Le riviste sono lo strumento ideale per mantenersi al passo col SOTA e studiare il mercato
Per i motivi sopra illustrati, leggere riviste, se si cerca di campare scrivendo narrativa di genere, è un investimento (di tempo e denaro) indispensabile per restare al passo e scoprire nuovi mercati. Vedere chegenere di cose publica ciascuna rivista aiuta a puntare le proprie submission nella direzione giusta.
La mia attuale selezione di riviste è la seguente
Beneath Ceaseless Skies
Sottotitolata Literary Adventure Fantasy e con 4 nomination all’Hugo, BCS è una semiprozine con cadenza quindicinale. Niente di troppo sofisticato: quattro racconti lunghi ogni due settimane, con una bella copertina e pochi extra. BCS pubblica secondary world fantasy, ed è un buon osservatorio per rendersi conto di cosa stia accadendo nel campo del fantasy in generale.
Galaxy’s Edge
Diretta ed editata da Mike Resnick, GE è una rivista di fantascienza e fantasy con cadenza bimestrale che allinea una buona squadra di autori di lungo corso ma lascia spazio in ogni numero ad una selezione di esordienti. Trattandosi di una pubblicazione a invito, la selezione all’ingresso è una garanzia di qualità anche sugli esordienti. Ogni numero include una quantità di rubriche e una dozzina di storie.
Fino a qualche tempo fa era possibile leggerne tutti i contenuti online – ora è accessibile solo una selezione.
Apex Magazine
Rivista semiprofessionale mensile di fantascienza, fantasy e horror, ha alle spalle tre candidature all’Hugo, un po’ di Nebula e ha pubblicato racconti che hanno vinto in entrambe le categorie. Pubblica narrativa, poesia e saggistica sul genere. Ogni numero include una dozzina di storie e poesie, e la rivista ha dato in passato ampioa spazio ad autori esordienti, alcuni dei quali si sono successivamente fatti un nome.
Cirsova Magazine
… è il prossimo sulla lista degli abbonamenti, e per ora sto studiando il primo numero. A differenza delle altre tre riviste, che offrono l’abbonamento attraverso Weightless Books2, Cirsova tocca andarsela a comprare su Amazon, per lo meno per il momento.
Cirsova è una rivista di heroic fantasy e fantascienza (soprattutto space opera e planetary romance) che ha avviato la pubblicazione quest’anno, con cadenza trimestrale.
Il primo numero offre una novelette, sei racconti, una poesia e un saggio. Niente affatto male.
E con un po’ di fortuna, forse a inizio 2017 riuscirò ad aggiungere Space & Time al carniere.
E chissà che non si riesca anche a vendere qualcosa a questa gente.
7 dicembre 2016 alle 9:19 AM
E c’è anche Clarkesworld Magazine, che è gratuito on-line.
7 dicembre 2016 alle 11:57 AM
Di Clarkesworld seguo il podcast.
7 dicembre 2016 alle 9:57 AM
Molto interessante, soprattutto Galaxy’s Edge per i miei gusti.. mi sembra che manchi solo l’informazione del prezzo di queste riviste!
Recentemente ho iniziato a comprare Asimov’s (3,82$ a numero, 29,99$ abbonamento annuale, circa 100 pagg anche se spesso esce a numeri doppi) e mi sembra molto buona: a te come sembra?
7 dicembre 2016 alle 12:01 PM
Parlare di soldi è poco di classe, mi dicono 😀
Galaxy’s Edge e Beneath Ceaseless Skies viaggiano attorno ai 10 euro per l’abbonamento, mentre Apex ora che non è più in promozione, mi pare venga 17.
Cirsova è a 2.99 a numero su Amazon.
Asimov’s la leggevo negli anni ’80/90 in cartaceo, impiegava sei mesi ad arrivare dagli USA 😀
Considerando che c’è Dozois alla direzione, non dubito sia ottima, ma il prezzo dell’abbonamento è decisamente elevato per le mie tasche. Idem per Magazine of Fantasy & Science Fiction, altra rivista eccellente
7 dicembre 2016 alle 2:58 PM
Indubbiamente parlare di soldi è poco di classe.. sempre meglio però che scaricare le riviste di sfrodo da siti vari 😊 scaricare gratis è una tale ossessione
7 dicembre 2016 alle 5:07 PM
Io parto dall’idea che se le riviste fanno un incasso, poi pagano gli autori, e uno di quegli autori potrei essere io 😀
7 dicembre 2016 alle 5:43 PM
esattamente!
7 dicembre 2016 alle 10:10 AM
Grazie per i suggerimenti Davide. Da ignorante chiedo, esistono riviste simili anche in Italia?
7 dicembre 2016 alle 12:02 PM
Ce ne sono e ce ne sono tante, il che è un datopositivo, ma non le frequento granché.
Recentemente l’amico Mauro Longo mi ha parlato molto bene di IF, e del giudizio di Mauro mi fido. Non so però darti i dettagli.
7 dicembre 2016 alle 10:21 AM
Un paio le conoscevo, ma Cirsova è la segnalazione più interessante per me. Grazie.
7 dicembre 2016 alle 12:03 PM
Cirsova nasce come costola di un progetto di GDR fantasy, tra l’altro.
7 dicembre 2016 alle 1:26 PM
Caspita. Sono rimasto parecchio indietro. Galaxy’s Edge parrebbe parecchio interessante, ma degli autori in copertina sull’ultimo numero conosco solo la Resnick, la Rusch, Benford e la Brackett.
Qui da noi è rimasto poco, anche se qualcuno ogni tanto caparbiamente ci riprova. Sono curioso di mettere gli occhi su Andromeda della Ailus editrice, ad esempio, anche se si tratta (se non ho capito male) di sola sci-fi italiana. E che tanto “rivista” non è, visto che è un balenottero di 240 pagine.
7 dicembre 2016 alle 1:35 PM
Bisogna anche vedere la cadenza – se fanno 240 pagine due volte l’anno ha un senso, se esce ogni mese, diventa davvero un problema.
7 dicembre 2016 alle 1:36 PM
Dimenticavo – di solito circa metà degli autori di Galaxy’s Edge sono esordienti usciti freschi dal Clarion Workshop o dal concorso Writers of the Future.
È normalmente gente molto valida, anche se alle prime armi (vale a dire con meno di cinque vendite professionali in curriculum).
7 dicembre 2016 alle 2:21 PM
No, è un semestrale. E il primo numero costa 12 euro. Se ti interessa c’è il sito su altervista (andromedasf). Non metto il link perché di solito sei contrario 🙂
Per il resto ben vengano gli autori nuovi. Piuttosto che ritrovarmi sempre sotto il naso i soliti nomi ristampati mille volte, preferisco sperimentare e trovare nuove voci. Meglio ovviamente se chi sta a capo del progetto li seleziona come si deve. E mi è parso di capire che in Galaxy’s Edge questa cosa si faccia.
7 dicembre 2016 alle 2:27 PM
Sì, Mike Resnick è un ottimo editor, e come dicevo nel post, la rivista è a invito, quindi si va abbastanza sul sicuro.
E per provare puoi leggere parte dei contenuti, gratis, sul loro sito.
7 dicembre 2016 alle 2:17 PM
in Italia c’è Fantasy and Science Fiction di Elara che ha cadenza un po’ erratica ma contenuti di qualità, solo cartaceo, anche in edicola.
7 dicembre 2016 alle 5:08 PM
Grazie mille, sono molto contento che i post su questo blog siano incrementati negli ultimi giorni. Spero continui, ma so che è una fatica quindi mi limito ad apprezzare quello che arriva in termini di quantità.
Le riviste di fantascienza mi affascinano. Penso agli inizi degli anni 90, quando iniziavo a macinare parecchia fantascienza erano spesso citate nei libri che leggevo. Principalmente Asimov ne parlava un sacco, nelle sue antologie, sulle raccolte degli Hugo awards per esempio. In Italia forse non uscivano, o se uscivano erano agli sgoccioli, e comunque alle medie – per dire – non avrei avuto molti soldi da spenderci. Mi sembravano una manna dal cielo: provviste mensili di fantascienza. Quindi il solo titolo di questo post mi ha attirato come il miele una mosca.
Fra quelle che hai citato mi ispira “galaxy edge” forse per il titolo più orientato alla fantascienza che al fantasy, o forse per l’assenza del famigerato aggettivo “semi-professionale”. Cosa intendevi nella fattispecie con “semi-professionale”, che non pagano (sempre) gli autori o gli editor?
7 dicembre 2016 alle 5:49 PM
Non me lo dire. Ho iniziato a leggerefantascienza nei primi anni ’80, quando Robot, Galassia e Fantascienza Ciscato ormai esistevano solo sulle bancarelle, dove ne facevo incetta; ma con il rimpianto di una rivista”vera” dove dialogare, dibattere, leggere racconti e articoli e non solo il romanzo standard di Urania.. mi dovetti accontentare di Star del buon Luigi Naviglio e di buone fanzine come Il Re in Giallo
7 dicembre 2016 alle 5:52 PM
Pagano meno dei 6 centesimi a parola che sono la tariffa minima professionale.
Il termine “semiprozine” è essenzialmente una categoria che venne istituita a suo tempo per il premio Hugo, per identificare quelle riviste che non erano pure fanzine.
Per essere semipro, una rivista deve avere un editor professionista ma impiegato part-time, e pagare i contributor in denaro e non in copie.
Tra l’altro scopro che a partire da quest’anno, Apex è considerata rivista professionale (infatti da quest’anno pagano 6 cent a parola); credo che nel ’17 toccherà anche a BCS.
7 dicembre 2016 alle 11:40 PM
La cosa che mi fa incazzare ( e lo dico perchè ho bazzicato l’ambiente letterario “italiano” per un certo tempo) è che quando senti parlare di letteratura di genere…molti storcono il naso…
Ti senti dire è un genere morto (la fantascienza intendo)…che non vende…che anche all’estero “stagna”…
Tutte boiate.. queste riviste sono di fatto un esempio lampante del contrario.
Non che all’estero siano tutte rose e fiori, ma almeno esiste un minimo di trasparenza e correttezza (e competenza in più…almeno nell’editoria).
Purtroppo la crisi dei lettori in Italia (purtroppo le nuove generazioni leggono poco aimè) e scelte editoriali a mio parere ridicole e suicide non hanno aiutato…
Comunque grazie delle segnalazioni Davide ne farò tesoro
8 dicembre 2016 alle 1:10 AM
Condivido in pieno l’inc*zzatura.
La stagnazione, se c’è, è su quei mercati (non stiamo a dire quali) nei quali magari ci sono anche sei o sette riviste, ma pubblicano sempre e solo i soliti sei o sette autori.
La varietà di riviste del mondo anglosassone di sicuro riflette l’enorme quantità di lettori, ma ha anche, significativamente, un riscontro in un gran numero di lettori e di autori.
È un mare, non una pozzanghera.