strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


9 commenti

Strane vibrazioni

Mi dicono che tutto va bene.
Che la crisi non c’era, è passata, che ne usciremo benissimo.
Meglio dei francesi, meglio degli spagnoli.
Mi dicono che – nonostante il martellante richiamo alla Patria ed al Popolo Sovrano – non siamo sul ciglio di una drastica sterzata populista e autoritaria.
Mi dicono che va tutto benissimo.
C’è persino il Digitale Terrestre.

Due giorni or sono un mio buon amico – freelancer di successo – si è visto cancellare il corrente incarico da un committente storico, dopo oltre dieci anni di collaborazioni.
Nessuna possibilità di futuri contratti in quella direzione.
La rescissione dei rapporti è avvenuta con una telefonata.
Il motivo – il modo in cui il mio amico si veste al di fuori dell’ambito lavorativo.

E ache se non ce ne dovrebbe essere ragione vorrei far notare che il mio amico – rispettatissimo professionista – non è né un nudista radicale, né un cross-dresser, né una drag queen, né un cosplayer nel tempo libero.
Non si veste insomma né da donna, né da Pokemon, non indossa sacchi neri come poncho né un barile sorretto da un’unica bretella.
Semplicemente non porta giacca e cravatta nel weekend o dopo l’orario di lavoro.

Stamani, intanto, per la prima volta, il mio postino mi ha chiesto di firmare per un plico ricevuto da oltr’alpe.
Era perplesso quanto me.
Il plico conteneva mappe del Medio Oriente e dei paesi arabi.
Devo preoccuparmi?

E pochi minuti fa, dopo una lunga assenza, ho provato a riconnettermi a Pandora, per sentire un po’ di musica e testare un nuovo frontend programmato da un amico.

Dear Pandora Visitor,

We are deeply, deeply sorry to say that due to licensing constraints, we can no longer allow access to Pandora for listeners located outside of the U.S. We will continue to work diligently to realize the vision of a truly global Pandora, but for the time being we are required to restrict its use. We are very sad to have to do this, but there is no other alternative.

We believe that you are in Italy (your IP address appears to be xx.xx.xxx.xxx). If you believe we have made a mistake, we apologize and ask that you please contact us at […]

If you are a paid subscriber, please contact us at […] and we will issue a pro-rated refund to the credit card you used to sign up.
[…]
We share your disappointment and greatly appreciate your understanding.

Sono tre eventi non connessi, ma che mi lasciano addosso un’impressione pessima.
Ma mi dicono che va tutto benissimo.
Continuate a sorridere.
Non sono i fulmini della tempesta in arrivo.
Sono i lampi dei flash.

[fotografia http://www.uwec.edu]

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L’odore dei soldi

… no, non è tutto ciò in cui posso sperare dopo le scene patetiche allestite dai presidi di facoltà nell’ateneo torinese.

Mentre quella faccenda rimane in sospeso (sospeso di cassa?), mi sono intrattenuto ed informato con un lungo articolo pubblicato dal The Atlantic (non esattamente una rivista di sinistra), opera di Simon Johnson che, date le credenziali…

a professor at MIT’s Sloan School of Management, was the chief economist at the International Monetary Fund during 2007 and 2008

… non pare esattamente un emulo di Che Guevara o di Fidel Castro.

L’analisi sulle crisi economiche che hanno investito le nazioni negli ultimi quindici anni è impietosa e, onore al merito, leggibilissima.

In its depth and suddenness, the U.S. economic and financial crisis is shockingly reminiscent of moments we have recently seen in emerging markets (and only in emerging markets): South Korea (1997), Malaysia (1998), Russia and Argentina (time and again). In each of those cases, global investors, afraid that the country or its financial sector wouldn’t be able to pay off mountainous debt, suddenly stopped lending. And in each case, that fear became self-fulfilling, as banks that couldn’t roll over their debt did, in fact, become unable to pay.

Pur concentrandosi sugli eventi americani, l’articolo mette in luce alcuni punti sui quali varrebbe la pena di riflettere.
In primo luogo – dove sono i responsabili?

In a primitive political system, power is transmitted through violence, or the threat of violence: military coups, private militias, and so on. In a less primitive system more typical of emerging markets, power is transmitted via money: bribes, kickbacks, and offshore bank accounts. […]

American financial industry gained political power by amassing a kind of cultural capital—a belief system. Once, perhaps, what was good for General Motors was good for the country. Over the past decade, the attitude took hold that what was good for Wall Street was good for the country. […]

One channel of influence was, of course, the flow of individuals between Wall Street and Washington.

Già.
Industriali che si danno alla politica, politici che sono anche consulenti altamente retribuiti di aziende.
Suona familiare?

From this confluence of campaign finance, personal connections, and ideology there flowed, in just the past decade, a river of deregulatory policies that is, in hindsight, astonishing

Già.
Ma allora, perché non andare a prendere i responsabili e fargliela (letteralmente) pagare?

Big banks, it seems, have only gained political strength since the crisis began. And this is not surprising. With the financial system so fragile, the damage that a major bank failure could cause […] is much greater than it would be during ordinary times. The banks have been exploiting this fear as they wring favorable deals out of Washington. Bank of America obtained its second bailout package (in January) after warning the government that it might not be able to go through with the acquisition of Merrill Lynch, a prospect that Treasury did not want to consider.

Chi ha causato il crash ora viene ricattato dai suoi complici.
Perché se le banche chiudono, è il ’29 tutto da capo.
Paura.

Articolo estremamente interessante, che getta un po’ di luce sulle pareti del tunnel lungo il quale stiamo viaggiando alla massima velocità possibile.
 

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