… e così ieri sera mi sono trascinato dalla periferia di Torino all’interland Milanese al fine di incontrare gli spiriti affini che si sarebbero incontrati nell’edificio rosa di Palazzo Granaio, Settimo Milanese.
Occasione per incontrare vecchi amici per la prima volta.
Occasione per chiacchierare del genere, della produzione nazionale, dell’offerta editoriale, dei remake americani dei film coreani…
Occasione da nerd, che non può, il mattino successivo, non stimolare un pork chop express.
Ora, è stato Carlo il Saggio, se ben ricordo, a sostenere che, se fosse stato presente il giorno della Creazione, avrebbe potuto dare al buon Dio qualche utile suggerimento.
E tutti concordano oggi nel dire che Carlo il Saggio, a fare certe sparate, dimosrasse solo di essere un’arrogante testa d’ostrica.
Io non pretendo di dare consigli a Dio.
Mi rendo conto tuttavia che l’organizzazione della serata di ieri deve essere costata un impegno non indifferente alla crew che se ne è occupata, una fatica non da poco e un sacco di grattacapi.
E non mi dilungherò mai abbastanza nel dire che si è trattato di un impegno volontario estremamente apprezzato e gradito.
Tuttavia, avendo partecipato nel corso degli ultimi trent’anni ad un certo numero di iniziative simili – che coinvolgevano dalle 3 alle 80.000 persone, su temi che andavano dai manga all’estinzione dei dinosauri passando per Star Trek – mi permetto di offrire, come Carlo il Saggio, alcune osservazioni semplicemente perché, con pochi semplici accorgimenti, la prossima volta si potrebbe fare molto meglio, e con molta meno fatica.
Perché qui su strategie evolutive, il massimo del lavoro con il minimo sforzo è una ragione di vita.
Prima osservazione – e mi rendo conto che si tratta di una banalità.
Se dite che si attacca alle nove, cercate di attaccare alle nove.
OK, lo sappiamo, a Milano se ti dicono che si comincia alle nove vuol dire che si comincia alle undici.
Ma depone molto male il fatto che chi è arrivato in orario – magari sparandosi un lungo tragitto in treno – si ritrovi a girarsi i pollici per oltre un’ora mentre viene settato il proiettore.
OK, chiaro, ci sono un sacco di problemi e di contrattempi, ma di solito è per questo che i preparativi si fanno prima.
E perché la persona che è lì a guardare gente che sale e scende da scale a pioli potrebbe essere un qualsiasi nerd – o il redattore della rubrica di Cultura & Tempo Libero di Metal Hammer, venuto a vedere cosa succede per poi farci un pezzo.
È male per gli affari, lasciarlo ad aspettare – senza contare che settando pubblicamente proiettore e PC, i contenuti del vostro hard disk vengono mostrati in dettaglio agli astanti.
Che magari anche no, giusto?
Oh, e a proposito – segnalate l’ingresso con un cartello.
C’è gente che magari è qui per la prima volta.
Incontrarsi fuori mentre a gruppetti ci si domanda “Sarà questo il posto? Da dove si entra?” non è il miglior modo al mondo per socializzare.
Ma della socializzazione parleremo ampiamente in seguito.
Seconda osservazione: il registro della SIAE per la serata non si abbandona su un tavolo mentre trafficate per sistemare la sala (avreste dovuto sistemarla alle cinque, non alle nove e venti). Forse non tutti sanno che lo smarrimento del registro SIAE per la serata comporta casini infiniti, di proporzioni lovecraftiane – che possono manifestarsi come multe salatissime e pluritentacolate e come chiusura del locale fino a sei mesi.
A parte il rischio che qualcuno ci versi sopra una birra, il foglio, per la sua natura sensibile, potrebbe essere una tentazione per qualcuno dei presenti.
Ma ora voi mi direte, col cavolo, questo è proprio solo voler fare delle polemiche – chi sarebbe così bastardo da fare una cosa del genere, qui ci conosciamo tutti, siamo tutti amici.
Davvero?
A parte il fatto che la frequentazione del genere dovrebbe avervi insegnato che le amicizie nate sul web sfociano tutte, immancabilmente, in esplosioni di violenza splatter.
E poi, li conoscete davvero tutti?
Anche il nerd con gli occhiali e la maglietta celeste al quale nessuno ha rivolto la parola finché non se ne è andato?
E se fosse stato un cacciatore di teste per la Subterranean Press?
Ma poi non è neanche questo il punto, e qui arriviamo alla questione centrale, la terza osservazione (la seconda serviva solo come gancio per trascinarvi qui prendendovi in contropiede… apprezzato il gioco stilistico?)
Terza osservazione, si diceva – se lo scopo di queste iniziative è quello di incontrarsi fra vecchi amici, fare quattro chiacchiere e bersi una birra, e il resto del mondo s’impicchi, parliamone, lo facciamo a casa mia la settimana prossima.
Ma se lo scopo è quello di allargare il giro, farsi conoscere, stringere nuovi contatti, sentire idee ed opinioni diverse, portare nuova vita in un ambiente dominato da cricche e conventicole chiuse chiuse chiuse, allora tirare dentro chi è venuto a trovarci e non conosciamo, è essenziale.
E non è difficile.
Si mette una persona alla porta che chiede il nome a chi entra, lo segna su un registro (magari facendosi lasciare l’e-mail) e gli spiaccica un name-tag sul cuore.
In questo modo ci assicuriamo che nessuno si senta tagliato fuori – perché (e lo sapete benissimo, perché vi è capitato un sacco di volte, e vi ci siete pure incazzati) sentirsi tagliati fuori non piace a
nessuno.
Un’etichetta adesiva, e potreste scoprire che la signorina con gli occhiali e la crocchia voi la conoscete da dieci anni, ma solo con un nick irriferibile, ed è stata per un certo periodo al centro delle vostre fantasie (auto)erotiche.
Potrebbe essere un’occasione per fare quattro chiacchiere dal vivo, invece di lasciarla incagliata per tutta la sera su una poltrona a guardare la palla di specchi che, significativamente, non gira.
E già che ci siamo, discutetene con la gestione del locale.
Questo è un incontro di appassionati di libri, fumetti e cinema che vogliono chiacchierare, bersi qualcosa e sostanzialmente parlar male degli assenti.
La musica metal a palla, se me la voglio sparare, me la sparo in macchina venendo qui.
Ma qui voglio chiacchierare, scambiare idee – al limite litigare – senza sgolarmi.
Spiegate alla gente del locale che il pubblico, chiacchierando incessantemente per ore in un ambiente caldissimo e con una umidità stile ferragosto a Saigon avrà molta più voglia di bere (= spendere) che non semplicemente, a parità di condizioni climatiche, sentendosi martellare i timpani dalla colonna sonora de Il Corvo.
Allo stesso modo, fate presente alla gestione che voi siete qui – anche – per vendere un po’ dei vostri libri.
Che sono fatti bene.
Interessanti.
Frutto di un duro lavoro.
Meritevoli di ogni rispetto.
E vendere libri con la copertina nera e il titolo in grigio in una sala buia, alla luce di due sole lampadine rosse, è difficile da impazzire.
Un consiglio finale?
Prendete spunto dalla Poiana.
Simpatica giovane donna ed eccellente artista, che ha imparato e fatta propria la vecchia regola di Spencer Tracy – “Arriva in orario, ragionevolmente sobrio, e conosci la tua parte”.
Martina Tauro, in arte La Poiana, era sul posto fin dalle nove col suo stand organizzato e pronto.
Chiacchierava volentieri con tutti – anche con coloro che non conosceva di persona, anche con quelli che non portavano una maglietta nera.
Dava una dimostrazione live della propria arte, e aveva un semplice volantino con segnato il proprio sito web.
Il suo nome me lo ricordo.
Non posso dire altrettanto di tanti altri.
E questo nonostante l’evidente e estremamente apprezzato sforzo che palesemente era stato messo in campo per organizzare la serata.
Che è stata divertente.
Ma avrebbe potuto essere memorabile.
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5 luglio 2009 alle 12:21 PM
Non serve a una mazza, ma sull’esperienza di un anno fa (quest’anno avrei declinato comunque, anche potendo muovermi) non posso che sottoscrivere ogni osservazione.
5 luglio 2009 alle 12:42 PM
Osservazioni apprezzate e incamerate. Di certo per l’anno prossimo l’impostazione sarà rivista per rendere l’incontro più usufruibile da parte di tutti (insider, middlesider e outsider), location inclusa.
Come dice Seth Godin, il trucco è mettere in comunicazione le persone nella tribù…
Diciamo, i margini di miglioramento sono abbastanza larghi per farci stare mezza dimostrazione del teorema di Fermat (non tutta magari). 🙂
Sul lato mio. Perdonami se ti ho salutato all’inizio ma non sono venuto subito a parlare, causa ritardo dovevo spacchettare e sistemare.
Era mia intenzione fermarmi in seguito a discutere di un sacco di cose di fantascienza e discronie e insetti da Shaggai e blooper. Solo che un momento prima c’è lì Elvezio e mi spaventa e quando torno a guardare il vostro tavolo è colmato dal vuoto-che-lega.
Dato che ti devo (almeno) una birra, mi auguro avremo un’altra opportunità per chiacchierare dal vivo.
5 luglio 2009 alle 1:01 PM
Ciao Davide.
Grazie di cuore per l’editing. 🙂
Tutte cose vere; buona parte le abbiamo notate (ma a posteriori, o quand’era troppo tardi per intervenire), altre no e quindi è ancor più prezioso il tuo intervento.
Sul fronte “Eventi” siamo ancora parecchio indietro e dilettanteschi, e invece è un ambito fondamentale a cui dobbiamo dedicare più impegno e molta più cura.
C’è da dire che rispetto all’anno scorso ci sono stati grossi miglioramenti proprio nelle faccende che evidenzi; ovvero, l’anno scorso c’erano diversi medesimi difetti, ma quantitavamente molto più marcati. Questo mi fa pensare che la strada sia tutto sommato quella giusta.
Dato positivo: nella seconda parte della serata, con luci più alte e musica più bassa – infatti – abbiamo venduto abbastanza bene (meglio del previsto).
Mi è dispiaciuto molto non riuscire nemmeno a stringerti la mano, nel trambusto dei preparativi in ritardissimo; la colpa è (come sempre) dell’inceneribile Elvezio che non ha avuto la decenza di segnalarmi che tu fossi tu. 🙂
Spero ci sia un’altra occasione presto!
5 luglio 2009 alle 1:06 PM
Nessun problema, Luigi.
C’erano evidentemente una valanga di cose da fare -e poca luce 😉
Detesto suonare come il cattivo di turno, ma detesto di più vedere il potenziale sprecato – e ieri sera di potenziale ce n’era una montagna.
Peccato per le chiacchiere perdute – sarà per una prossima occasione, certamente.
E non è il caso di temere Elvezio Sciallis.
È vero, io e lui seduti allo stesso tavolo, se ci date corda facciamo partire una singolarità.
Ma la singolarità non è necessariamente male.
Bisogna imparare ad amare la singolarità…
5 luglio 2009 alle 1:30 PM
Daniele, io ho il vantaggio di avere un fratello che per lavoro gli eventi li organizza – e si è fatto i corsi e le letture del caso.
Per contagio, un certo modo di pensare mi si è appiccicato addosso.
Mi rendo anche perfettamente conto che, quando si interagisce con una struttura esterna, anche le migliori intenzioni si piegano al compromesso per il quieto vivere – un sacco di presentazioni di Alia, tanto per dire, sulla carta erano cose alla Cecil B. DeMille, e poi l’ente ospitante ci spegneva le luci sul più bello…
Le premesse comunque sono solide, e sono felice che la vostra squadra stia tenendo duro – sono tempi difficili, e la falce sta calando su un sacco di buone iniziative.
Chiacchiere e bevute, come si diceva già con Luigi, le rimandiamo al futuro.
Ci saranno ancora occasioni.
PS [per Elv. Sc.]: certo che hai proprio una fama che neanche la Ciguatera… 😉
5 luglio 2009 alle 6:40 PM
Non sapevo che non vi conoscevate, altrimenti mi sarei messo in mezzo alla pista e avrei rivelato che c’era Mana nella stanza (frase che pare comunque presa da un fantasy…).
Io ho già detto che odio Bonfanti e il suo compagno di merende perchè la loro bontà è ormai l’ultimo baluardo che mi impedisce di nuclearizzare del tutto la scena demente.
Cioè insomma oltre a luci e musica ricordiamo anche che ci avevano promesso gothic lolita e invece poi ci sono state propinate delle gothic milf, c’è una certa differenza…
Mana in estate calo a Torino con una scusa o l’altra…
La mia fama è largamente esagerata, paio cattivo solo perchè vesto di nero.
5 luglio 2009 alle 8:02 PM
Grazie Davide per i preziosi consigli.
Per quanto mi riguarda continua pure a spaccarci i coglioni da qui all’eternità sulle cose che non vanno, ne abbiamo veramente bisogno.
Tra l’altro se hai da consigliarci pure qualche testo sull’argomento (qualcuno tra quelli che tu e tuo fratello avete trovato più utili) fai pure, io me li leggerò di sicuro.
Mi spiace non averti conosciuto, o forse ti ho conosciuto ma non ho associato “Davide” a “Davide Mana”… 🙂
Fortunatamente però ieri sera di persone ne ho incontrare e conosciute per la prima volta parecchie, e mi sono veramente divertito. Per una volta ho pensato principalmente solo a quello…
Promessa: la prossima volta l’etichetta adesiva col nome e col nick ci sarà! 🙂
6 luglio 2009 alle 12:46 AM
No no no… Non ci siamo assolutamente ragazzi.
Non dovete ringraziarmi.
Dovete dirmi che sono cattivo e ingiusto.
E invidioso – soprattutto invidioso.
E per essere completamente corretti, qualcuno dovrebbe anche chiedere “Ma tu che eventi hai organizzato per permetterti di criticare il nostro…?”
O minacciare qualcosa tipo “Vedremo quando organizzerai il tuo, di evento, come sarà!”
E infine dovreste lasciare intendere – ma non dire esplicitamente – che io con voi non pubblicherò mai nulla.
Mai.
È così che fanno quelli fighi.
Se mi ringraziate, che figura ci facciamo?
Sfido che poi AnnaCarla non ci fila neanche di striscio.
6 luglio 2009 alle 1:11 AM
Già, Alessio, quasi dimenticavo – suggerimenti.
In rete si trova un sacco di roba alla voce “event management”.
C’è un sito che si chiama Evite.com, ad esempio, che serve a gestire inviti e rifornimenti (in base al numero di inviti, ti calcola quanta birra dovrai avere a disposizione, ad esempio).
Molto da festa parrocchiale, ma efficace.
In cartaceo, la Via, la Verità e la Luce è il massiccio “The Event Manager’s Bible”, di Des Conway (è uscita da poco la nuova edizione): con questo, puoi mettere in piedi dalla tombola di fine anno al Live Aid, e te la cavi comunque.
Su Amazon.co.uk và a circa 10 sterline, e puoi dare un’occhiata all’indice per farti un’idea di quanto sia dettagliato.
Per il resto, fammi un fischio ed io interrogo mio fratello…
6 luglio 2009 alle 8:09 AM
Ma come? Sei andato a Milano (e dico Milano 😉 ) e non si sono accorti che Davide era il fatidico Davide-Mana-Strategieevolutive? Ahi, ahi, ahi… Che occasione perduta! A me non sarebbe successo: ti avrei riconosciuto subito da cosa stavi bevendo 😉
PS Però è sempre divertente leggere i resoconti di ciò che succede quando usciamo fuori dalla Rete. Io sono stata accolta un paio di volte con un “Ma sei giovane!”, il che mi fa sospettare che il web non mi renda merito o che il mio stile di scrittura sia troppo obsoleto… Ad ogni buon conto, ho messo in giro l’ultima foto del mio compleanno 🙂 Ciao (ti becco in mattinata che ho del lavoro per te)
6 luglio 2009 alle 10:19 AM
Ottima le dritta sulla Bibbia, ce la procuriamo immediatamente! 🙂
Anche Evite a una prima occhiata sembra molto utile, lo esploreremo con dovizia.
PS Oltre a essere chiaramente invidioso e – com’era quella parola? ah, sì, “livore” – pieno di livore, non poter mai più pubblicare con noi o con nessuno che noi conosciamo, (e pure amico di Elvezio!), tu non capisci che sono i contenuti a essere importanti, e non la forma.
6 luglio 2009 alle 10:33 AM
E chissenefrega della grammatica, giusto?
6 luglio 2009 alle 10:38 AM
@Maria Grazia
Dai segni avrebbero dovuto capire: la mia venuta a Milano ha portato grandine e devastazione nelle campagne circostanti.
Il fatto della dicotomia rete/live è spesso tragico.
In rete siamo essenzialmente voci.
Sintassi.
Live siamo facce.
E camice aloha.
6 luglio 2009 alle 11:01 AM
“…Il termine del suo rimuginare fu brusco, ma lo precedettero alcuni segni. Primo (dopo una lunga siccità) una nube sopra un colle, leggera come un uccello; poi, verso sud, un cielo rosa come la gengiva del leopardo; poi le fumate, che arrugginirono di metallo le notti; infine la fuga impazzita delle bestie. Poiché si ripete ciò che era già accaduto nei secoli…”
da “Le rovine circolari” di Borges
Scusa ma il riferimento alla comprensione dei segni ha fatto partire lo script off topic 🙂
6 luglio 2009 alle 11:03 AM
Borges non è mai off-topic su questo blog.
6 luglio 2009 alle 12:36 PM
Toh, la Bibbia è pure tutta on line su Google Books 🙂
http://books.google.it/books?id=lJhWV8CmGhQC&dq=The+Event+Manager%E2%80%99s+Bible+conway&printsec=frontcover&source=bn&hl=it&ei=WuFRSvr6IaP0nQOL-ZmjBQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4
6 luglio 2009 alle 12:41 PM
Ok, ho detto l’ennesima cazzata…
La Bibbia è in parte on line…
6 luglio 2009 alle 1:11 PM
Diffida di Google Books.
Però controlla, magari c’è la parte che ti interessa più nell’immediato.