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Stranimondi 2017 – dopo

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Ieri un amico mi ha chiesto “Ma vale la pena andare a Stranimondi?”
Lui è di Bari e non è che sia proprio una passeggiata, spostarsi a Milano per due giorni, per cui la considero una domanda più che lecita.
Sono 900 chilometri ad andare e 900 a tornare sull’Adriatica, oppure circa 120 euro di aereo, più tutte le spese accessorie.
E cosa gli posso rispondere?

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Immagino che per il mio editore, e per tutti gli altri editori, ne sia valsa la pena.
Lo stand Acheron è stato preso d’assedio, Zappa & Spada, fresco di stampa, ha venduto a carrettate.
Ne è valsa la pena?
Sì, ne è valsa la pena. Di questo non ho dubbio.

Dal canto mio, ho fatto un viaggio attraverso la spettrale Lomellina in compagnia di mio fratello, e poi un’ultimo tratto con la nostra amica Marina Belli.
130 chilometri ad andare, altrettanti a tornare.
Ho rivisto vecchi amici, ho incontrato vecchi amici per la prima volta (miracoli della rete), ho conosciuto persone interessanti, ho chiacchierato, ho cenato con una pizza per lo meno dignitosa mentre Gigi in sottofondo intratteneva gli altri avventori della pizzeria con un selvaggio Karaoke … ma voi lo sapevate che c’è una versione di The Sound of Silence adattata a canto per la chiesa? E che c’è gente che la canta al Karaoke in pizzeria?

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In mezzo a tutto questo c’è stata anche la presentazione del già citato Zappa & Spada, con intelligenti domande dal pubblico, la sala così piena che ad alcuni è toccato stare in piedi.

Come sempre, parte del pubblico che si aggira fra i tavoli delle case editrici è uno e trino – lettori che scrivono e che fanno anche gli editori.
Ma si tratta cose delle quali abbiamo già parlato.
È stato bello vedere più ragazzi aggirarsi per le sale, abbassando l’età media rispetto agli anni passati.
È stato belle ma vagamente inquietante vedere il successo di vendita dei vecchi Cosmo Oro e Argento, e dei vecchi volumi della Fantacollana.
Se ne saranno accorti, gli editori?

Ne è valsa la pena?
Ovviamente sì, ma… la prossima volta facciamo in un posto diverso, se ci si vuole vedere fra amici.
Un posto senza la calca, il baccano, i tizi che neanche ti vedono, e mentre stai chiacchierando con Fabrizio Borgio ti si piazzano in mezzo, a fare i fatti loro, sgolandosi per farsi sentire da chissà chi. Senza l’atmosfera da serpentario… nel senso dell’aria calda e umida, la lancetta dell’ossigeno pericolosamente sul rosso.
Se è per vedersi fra amici, davvero, facciamo in un posto diverso, scomodo per tutti allo stesso modo, magari una pizzeria, ma senza Gigi e il Karaoke1.
Facciamolo più spesso, anche due volte l’anno.

Ma francamente, se avessi dovuto fare 1800 chilometri fra andata e ritorno, anziché 260, forse no, non ne sarebbe valsa la pena.
Poi naturalmente, YMMV.

E Stranimondi?

Stranimondi sta crescendo, da quello che mi dicono, e posso crederci, visti i numeri.
L’evento è ancora meno che perfetto – la logistica ha dei momenti di sbandamento, gli ospiti si ritrovano magari completamente abbandonati a se stessi.
Pat Cadigan, che siede da sola a un tavolo in attesa di fan che non arrivano, con una pila di scatoloni accatastati alle spalle, è un’immagine da spezzare il cuore.
Poi, è vero, arriva Bruce Sterling a farle compagnia, ma anche così… quegli scatoloni accatastati gridano vendetta.

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Ricordo sempre, a questo punto, Carlo il Saggio, sovrano francese il quale affermò che se fosse stato presente il giorno della creazione avrebbe potuto dare al buon Dio un paio di consigli.

Io non sono Carlo il Saggio, ma d’altra parte l’organizzazione di Stranimondi non è certo il buon Dio,quindi ecco i miei due cent…

Io credo che per le prossime edizioni, l’organizzazione dovrà essere in grado di affrontare e risolvere per lo meno due problemi.
Il primo, un problema squisitamente pratico, è quello della venue, come dicono quelli fighi – la Casa dei Giochi è un posto splendido, ma sta chiaramente raggiungendo i propri limiti di capienza.
I tavoli degli espositori sono troppo affollati, e le sale per le presentazioni stanno diventando troppo piccole. È un bene – vuol dire che c’è sempre più partecipazione, ma ora bisogna anche pensare al confort dei partecipanti.

Il secondo invece è un problema ideologico, vale a dire decidere se Stranimondi sia una fiera con eventi a margine, o una convention con un’area venditori.
Al momento, Stranimondi è una vendor area molto affolata con un eventi a margine – ma credo sia ora di decidere se dare più importanza alla vendita di libri o alla presenza di ospiti ed al coinvolgimento del pubblico in attività.
Ancora una volta, per dare ai visitatori il meglio nella maniera più semplice e più piacevole possibile.
Per fare in modo, insomma, che valga la pena prendersi un aereo da Bari per venire a Milano.


  1. e voglio sia ben chiaro, a scanso di equivoci, che l’organizzazione di Stranimondi non ha assolutamente nulla a che fare con Gigi e col suo selvaggio karaoke… che pure magari avrebbe dato una nota esotica alla Casa dei Giochi di via sant’Uguzzone. 

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

11 thoughts on “Stranimondi 2017 – dopo

  1. Nell’area commenti vedo transitare dei tumbleweeds. Curioso, neh?

  2. E’ vero che si commenta poco sui blog, ma l’argomento è alquanto “delicato”. Dato che che i convegni di fantascienza sono frequentati soprattutto da scrittori/editori/blogger o aspiranti tali, sono in pochi che hanno il “coraggio” di fare delle critiche, anche se costruttive.

  3. No, quegli scatoloni non si possono vedere.

  4. Al mio paese ci fu un periodo che cantavano in chiesa The Sound of Silence con parole religiose e in spagnolo. Non so cosa hai sentito tu, ma questa è la mia esperienza del 1995

  5. L’incontro per Zappa e Spada è stato davvero bello 🙂 Sono felice di esserci stata (anche in piedi si stava bene). Spero di essere stata fautrice di una delle domande intelligenti!

    Per quanto riguarda Stranimondi in genere, hai toccato molti punti che sicuramente vanno approfonditi (e che mi sembra siano stati affrontati anche nel gruppo su Facebook “Stranilibri”, legato alla manifestazione ma non solo; sicuramente sono state riportate opinioni simili alla tua, e anche molto diverse, come sempre capita, e gli organizzatori hanno partecipato portando punti di vista e dettagli pratici).
    Sicuramente anche io ho notato una maggiore varietà nel pubblico rispetto ai primi due anni, e mi è sembrato che ci fosse molta gente. La logistica in alcuni casi è migliorabile? Sì; ma sono anche competenze che si apprendono col tempo e con l’esperienza. Penso che la fiera andrà crescendo insieme alle capacità e alle risorse, che spero ci saranno e aumenteranno, dell’organizzazione.
    Comunque, verdetto finale e squisitamente personale, io mi sono divertita molto 🙂

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