strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Una breve introduzione al pulp (Tarantino astenersi)

31 commenti

NewPulpPoster_350Questo post nasce da un incidente increscioso e del quale non vado esageratamente fiero.
Un paio di giorni or sono, su un social network, un amico ha incidentalmente definito untesto “pulp, ovvero trash e demenziale”.
Ed io sono scattato come un vecchio rompitasche pedante, e l’ho brutalizzato.
Ora, mi sono già scusato con la persona in questione.
Ma rimango dell’opinione che “pulp”, così come “noir”, sia diventato una piccola comoda etichetta abusata da persone che l’utilizzano a sproposito.

Ora, è chiaro, le etichette sono solo etichette.
Ma considerate il seguente scambio…

Lei: “Cosa leggi?”
Io: “Una raccolta di storie pulp.” (penso località esotiche, azione, avventura, tesori nascosti)
Lei: “Ah.” (pensa donne che tirano coca, pistolettate, interminabili seghe mentali sui nomi degli hamburger, bad motherfucker)

A peggiorare le cose, se il film di Tarantino non fosse bastato, ci si mise un comico televisivo, con la macchietta dello “scrittore troppo pulp” che scriveva storie a base di “sangue e merda”.
Fantastico.

E mi rendo conto naturalmente che un post qui su strategie evolutive avrà un peso pari a zero, ma sono stanco di vedere gli hooligan che calpestano il mio orto, e quindi, di seguito, una breve introduzione al pulp (Tarantino astenersi).

Newes_from_the_dead_PamphletTitlePageIn principio furono i penny dreadful.
E prima ancora, probabilmente, le raccolte di ballate e le trascrizioni (spesso apocrife all’estremo) delle ultime parole dei condannati a morte, due categorie letterarie che in Inghilterra andavano forte dall’epoca elisabettiana.

Narrativa popolare.
Da noi la chiamavano “letteratura d’appendice”, perché da noi, invece di pubblicare delle riviste di narrativa, la narrativa la si metteva a puntate in appendice (aha!) alle riviste generaliste.
Mia nonna possedeva alcuni volumi, di romanzi d’appendice accuratamente ritagliati dalle riviste e portati in legatoria1.

Esattamente come la dicitura “d’appendice” ci segnala un genere, ma nasce da un dettaglio tecnico (la posizione della narrativa all’interno di una rivista), la dicitura “pulp” nasce come termine descrittivo per la carta da due soldi su cui erano stampate le riviste d’avventura dall’inizio del ventesimo secolo agli anni ’50.

TopNotch-15May32Ma chiaramente, ora, pulp indica un genere – o piuttosto, meglio ancora, una modalità, e non un carattere materiale della pubblicazione.

Perciò, di cosa parliamo, quando parliamo di pulp?

Parliamo di
. letteratura popolare
. di genere
. normalmente in forma breve
. action-oriented
. character-driven

Le ultime due ethichette significano che si tratte di storie d’azione, e con personaggi forti e dominanti – non quindi grandi affreschi o spaccati di vita, ma personaggi iconici colti in un momento decisivo della loro esistenza.

Addendum – come discusso nei commenti grazie all’osservazione dell’amico ldr, non bastano gli ingredienti, serve anche mescolarli in un certo modo. E forse serve anche un certo riferimento culturale ad un certo periodo, ad una certa forma mentale. Toccherà indagare…

410286.1020.ACome noterete, non ci sono riferimenti al trash, alla demenzialità, alla violenza, al gore2 ed allo splatter, alla commistione fra generi.

Le riviste pulp avevano, all’epoca, una immagine piuttosto “di serie B” – ma non diversamente da ciò che accade oggi con la letteratura di genere.
C’erano le riviste “Spicy”, scollacciate – ma erano scollacciate per gli anni ’30.

C’è, è vero, una fetta di pulp che porta con sé un’aura di malaffare più greve – si tratta della coda lunga, il pulp dei paperback originals degli anni ’50, e delle riviste di “avventura per uomini” degli anni ’60 e ’70, quando gli editori chiesero agli autori di premere l’acceleratore su sesso e violenza.
Spesso con risultati imbarazzanti.

51RUpy7m1dLCome quella volta che fecero un doppio pulp usando… Theophile Gautier e Voltaire!
E dire che il Candido ce lo fecero leggere a scuola.
Pensate arrivare in classe con una copia con una copertina come quella qui a sinistra.
Anni dopo,ricordando quella pratica,la Hard Case fece un’edizione con copertina pulp de La Valle della Paura, di Conan Doyle.
Alla Hard Case piaceva, giocare con certe cose.

E se possiamo ammettere che il pulp di Tarantino debba qualcosa ai paperback della Gold Medal, definire l’etichetta del “pulp” sulla base di Pulp Fiction sarebbe come definire l’etichetta “western” sulla base di Lo Chiamavano Trinità.
Una istanza molto limitata e particolare, è divantata il parametro di giudizio di un bacino amplissimo e diversificato.

  • Edgar Rice Burroughs scriveva pulp – tanto che fu lui ad innescare una esplosione nella popolarità delle riviste
  • Dashiel Hammet e Raymond Chandler scrivevano pulp – e scrivevano polizieschi, tanto da aver definito un sottogenere (l’harrd boiled, non il noir)
  • Harold Lamb e Rafael Sabatini scrivevano pulp – ed erano raffinati autori di narrativa storica
  • Louis L’Amour scriveva pulp – e scriveva western
  • Howard Philipps Lovecraft (con non poco imbarazzo, ma anche con un certo divertimento) scriveva pulp – e scriveva orrore sovrannaturale
  • Jack Williamson scriveva pulp – e scriveva fantascienza, e space opera per essere esatti
  • Robert Ervin Howard scriveva pulp – e scriveva sword & sorcery, e horror, e avventura…
  • Leigh Brackett scriveva pulp – e scriveva fantascienza, e dimostrò già negli anni ’30 che anche le donne possonotumblr_maknf4ACeJ1r44sppo1_500
  • Hugh B. Cave scriveva pulp – e una variante non sovrannaturale dell’orrore che si chiamava weird menace, da cui discendono tutti gli slasher della storia
  • Henry Kuttner scriveva pulp – in ogni forma, colore e variante, da solo, o con sua moglie Catherin Lucille Moore.
  • Lester Dent, Norvell Page e Walter Gibson scrivevano pulp – e crearono un corpus di centinaia di romanzi e racconti di fantascienza, avventura, orrore, mistero… creando o sviluppando, en passant, personaggi leggendari come Doc Savage (da cui copiarono per creare Superman), The Shadow, The Spider (che piaceva tanto a Stan Lee…), The Avenger e molti altri.
  • Isaac Asimov, Ray Bradbury, Robert E. Heinlein, Edmund Hamilton, Van Voght, Robert Bloch, Ted Sturgeon, Philip Dick, Cordwainer Smith, Fritz Leiber, Robert Silverberg…

Indiana Jones è pulp.
I film della serie La Mummia sono pulp.
James Bond è un personaggio pulp – e Vivi e Lascia Morire è più pulp di Skyfall.
I Pirati dei Caraibi potrebbe benissimo essere pulp.
Tarzan è un personaggio pulp.
Conan è un personaggio pulp.
Marlowe è un personaggio pulp – e il Marlowe di Mitchum è più pulp di quello di Elliot Gould.

Ma anche Sherlock Holmes, coi suoi esordi sullo Strand Magazine…

C’è così tanta varietà.
E ancora non abbiamo parlato di New Pulp – quello che si fa oggi, e che con il buon Quentin non ha nulla da spartire.

Oggi, per chi volesse informarsi, a parte unbel po’ disaggi sull’argomento, si trova un sacco, ma proprio un sacco di materiale originale sul Progetto Gutenberg.
Esistono poi case editrici – come la Wildside Pres,o la Black Dog, che ristampano (anche in formato elettronico) raccolte e antologie di narrativa pulp.
Dovrebbe esistere, su Amazon, un Pulp Fiction Megapack che a un euro vi stramazza con svariate centinaia dipagine di narrativa.
Gli fa da complemento l’Adventure Megapack.
Ma tutti i Megapack della Wildside sono miniere d’oro, in questo senso.


 


  1. mi domando che fine abbiano fatto… 
  2. ha ha h, al gore… 

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

31 thoughts on “Una breve introduzione al pulp (Tarantino astenersi)

  1. Senza dimenticare il foulleitton francese (Verne, Hugo, entrambi i Dumas),da cui deriva il nostro romanzo d’appendice

  2. Dio ti benedica! 😀
    La wildside è figherrima, e ho subito acquistato i megapack di pulp e steampunk, ovviamente in digitale. Per i saggi potrebbe essere presto, ma non escludo in futuro di cercarmi qualcosa del genere…intanto mi faccio una cultura, ho saccheggiato da poco i DOC Savage di mio padre, ora che mi sono trasferito…

  3. Questi megapack sono STREPITOSI!
    Grazie!
    E grazie anche del post chiarificatore, se ne era già parlato ma un post ci stava proprio bene! 😀

  4. E’ sempre bene mettere le cose in chiaro, ed è meglio che a farlo sia qualcuno con la tua autorità in materia.
    Temo però che dalla connotazione tarantiniana (perlomeno in Italia) non si tornerà indietro tanto facilmente…

  5. Però non capisco perchè il Tarantino astenersi…se è vero che il pulp non si riduce solo all’interpretazione tarantiniana (come questo post spiega chiaramente) è anche pur vero che Tarantino E’ pulp…e quindi perchè stigmatizzarlo solo perchè il grosso della gente pensa che il pulp sia solo come Pulp Fiction?

    Allora anche il fantasy con Tolkien.
    Allora anche la fantascienza con Asimov/Dick

    Non prendiamocela all’uomo che ha avuto successo, prendiamocela con chi non riesce a pensare fuori dagli schemi o che non va oltre il blockbuster

  6. Ecco, questo post me lo salvo da qualche parte così la prossima volta che mi capita, mi sparmio di scrivere o parlare, e dico all’intelocutor “toh, leggi”. Mana for President.

  7. “risparmio” e “interlocutore”. La repeated strain injury alla mano colpisce ancora.

  8. Ci voleva, eccome se ci voleva! Io sto preparando un post simile, però anziché staccare l’etichetta “pulp” da Tarantino parlando del vero pulp rimarrò in ambito cinematografico analizzando quello che fa Tarantino in base alle etichette vere che si possono applicare ai film. 🙂
    E ovviamente non mancherò di linkare questo articolo!

    Ciao,
    Gianluca

  9. Ci voleva proprio. Potremmo considerarlo come un ottima introduzione per un piú corposo saggio sull’ argomento.

  10. Noir, pulp e thriller sono tre parole abusate, più che usate.
    La domanda è: ma utilizzano queste etichette per astuzia editoriale o perché davvero non conoscono le differenze tra i generi?
    Speriamo che questo articolo lo leggano in tantissimi!

  11. Un po’ di risposte…

    Ingenerale – sì, Wildside coi Megapack sta facendo ungran bel lavoro -e anche un bel po’ di soldi.
    Quello sullo steampunk mi lascia un po’ perplesso, però…

    Sulle colpe di Tarantino – sono le stesse di Tolkien, o di Asimov.
    Il problema è il marketing, che mira all’ultrasemplificazione.
    Con la sottile difefrenza che se Tolkien non è tutto il fantasy, ma è fantasy, e se Asimov non è tutta la fantascienza, comunque è fantascienza, Tarantino non ha granché a che vedere con la narrativa pulp.

    Sull’ipotetica utilità di questo post.
    Mah.

  12. Giustamente tu parli del pulp propriamente detto, quello originario, quello da cui il termine deriva… Ma oggi, come sai e che tu lo voglia o no, si intende altro per pulp. Tu sei nel giusto, gli altri nello sbagliato. Ma chi intende e usa il termine nella sua accezione errata (come me, sebbene ne sia consapevole), lo usa così impropriamente? Anche se nel 95% dei casi il suo interlocutore intende quel che lui intende? Anche se ormai quello è il significato di fatto più diffuso? In fondo non si sta parlando di un termine dalla cui corretta interpretazione dipende la corretta costruzione di un ponte, che altrimenti potrebbe crollare. In fondo lo scopo delle etichette è appunto quello di etichettare, inserire qualcosa in una categoria mentale condivisibile. Il termine “pulp” inteso nella sua accezione “Tarantiniana” (che non si riduce comunque a “trash e demenziale”) raggiunge il suo scopo alla grande, a mio parere. Sei tu, come dimostra questo articolo, che senti l’esigenza di precisare a cosa ti riferisci quando dici pulp… Giustamente, eh.

    P.S.: Non voglio fare il bastian contrario, apprezzo quanto hai scritto. Ho detto che ero consapevole dell’origine del termine, ma non così consapevole di alcune sue sfaccettature.

    P.P.S.: Probabilmente ho scritto questo commento per potermi sentire a posto nel continuare a usare, magari non qui, il termine “pulp” nella sua accezione sbagliata. 🙂

  13. Francesco, il tuo discorso mi ricorda quello di un politico il cui nome mi sfugge, che cercò di convincere gli italiani che quando li definiva “coglioni” lo intendeva come un vezzeggiativo.
    Se le parole non hanno importanza, perché parlare e non limitarsi a grugnire?

  14. credo sia molto giusto ed anche estremamente interessante conoscere l’evoluzione storica del significato di alcune parole… ma non è giusto pretendere che abbiano sempre e solo il significato originario… La lingua evolve, e se non ci sono ragioni oggettive per bloccarne l’evoluzione, è giusto che sia così…
    Giusto?
    😉

    • L’evoluzione non si può fermare.
      E non si può controllare.
      E non è né buona né cattiva.
      E da oggi, la chiameremo frittata, perché tanto è uguale, giusto?
      La Frittata attraverso la Selezione Naturale.
      Chi dice che la frittata la faceva con le uova e non c’entra nulla con la frittata, è chiaramente un vecchio idiota contro la frittata, e non capisce la frittata.

  15. La lingua evolve, su questo non ci piove, tuttavia il fatto che un gruppo limitato di persone usi una parola con un altro significato, non significa che questa significhi quello che loro intendono.
    La maggior parte degli italiani quando sentono la parola “Fantasy” pensano a Nani, Elfi e Signori Oscuri, nonostante questo, nel resto del mondo civilizzato, il termine “Fantasy” non vuol dire quello.
    Con “Pulp” è lo stesso ^^

  16. Comunque credo che, fortunatamente, l’equivoco sia circoscritto all’Italia. Del resto prima del ’94, cosa fosse la “pulp fiction” in senso proprio credo che da noi lo sapessero in una cinquantina di persone.
    L’esercizio filologico è sacrosanto e lodevole (e sono con te in questa battaglia, Davide!) ma è come ricordare che il “facebook” è l’annuario scolastico: roba per pochi.

  17. Non mi pare di aver detto o lasciato intendere che le parole non hanno importanza. Intendevo dire (tra l’altro in forma di domanda aperta) che se la maggior parte della popolazione, per un qualsivoglia motivo, inizia a dire che il cavallo grugnisce, forse si potrebbe anche iniziare a pensare e accettare di dare un significato diverso alla parola grugnire. Senza necessariamente dimenticare che, a rigore, sarebbero i maiali quelli che grugniscono. A ogni modo se ti è sembrato che ti dessi del coglione, non era mia intenzione.

    • Non mi è sembrato che tu mi dessi del coglione.
      Intendevo dire che pur ammettendo tutte le evoluzioni e gli slittamenti del significato, chiamare il pollo tacchino, non fa del pollo un tacchino – non accomuna i due volatili, rendendoli intercambiabili.
      Non è corretto.
      Imbastardisce la comunicazione – ed il mio esempio, nel post, è semplice e diretto.
      Io uso pulp nel modo corretto, tu no, io ti dico una cosa, e tu ne capisci un’altra.
      Il fatto che la maggioranza ne capisca un’altra, non significa che in realtà sono io quello che sbaglia.
      Se vogliamo comunicare coerentemente, correttamente ed in maniera efficiente, dobbiamo usare le parole che abbiamo a disposizione non sulla base del voto della maggioranza, ma sulla base del loro significato.
      È come il vezzo cretino di definire noir qualunque poliziesco – e allora i noir veri, che spesso NON sono polizieschi, come li chiamiamo?

  18. Capita spesso che le parole di una lingua quando vengono inglobate in un’altra perdano il loro significato originale per assumerne uno che chi parla la prima lingua non si sognerebbe neanche. In questo noi italiani siamo maestri,soprattutto con parole inglesi

  19. Ecco un post che va dritto nella mia collezione. Purtroppo nessuno può frenare le vaiazioni semantiche di una parola, cosa che avviene continuamente… Ed è per questo che post del genere sono utili (alcune caratteristiche ad esempio mi erano ignote), perciò grazie.a

  20. @Francesco Barbi, la lingua cambia quando tutta la comunità linguistica inizia ad usare un termine con un altro significato, il problema è che è un numero molto limitato di persone che usa Pulp nell’accezione errata del termine, non la maggioranza.
    Precisamente, credo sia l’estrema diffusione del termine errato sia limitata alla penisola.

  21. io però sono curioso: perché pulp fiction non è pulp?
    giuro che non voglio essere polemico, ma da profano mi pare che – pure con una nota personale dello sceneggiatore e regista, per esempio nei dialoghi – alcuni elementi che possono anche essere pulp ci siano: è di genere, è action-oriented ed è decisamente character driven. e non credo che sia stato confezionato pensando ad altro che ad intrattenere (questa è un’altra peculiarità, per me, del pulp).
    ma magari mi sbaglio, eh.

  22. Bella domanda.
    Mi viene in mente l’argomentazione portata avanti – mi pare – dall’autore pulp Barry Reese: “non so descrivertelo, ma lo riconosco quando lo vedo”.
    Io però provo a descriverlo (e poi faccio un addendum al post).
    Non sono solo gli ingredienti – è come li mescoli.
    Perché di fatto, sulla base delle tue osservazioni, allora anche Transformers è pulp,anche Godzilla, è pulp, anche Matrix è pulp… sono pulp tutti (o la maggior parte) i western, è certamente pulp qualsiasi cosa abbia scritto Shakespeare (Tito Andronico!), è certamente pulp l’Odissea…
    Perciò gli ingredienti non bastano – ci vuole anche un certo modo di gestire il linguaggio e la sintassi (nella forma scritta) o la narrazione per immagini (nel cinema e nel teatro).
    È una questione di stile.
    Sarebbe bello fare per il pulp ciò che Silver ha fatto per il noir con il saggio “The Noir Style”, ed identificare gli elementi portanti e stilistici del pulp.
    Che, mi rendo conto, non è una risposta, ma è materiale per un annetto di post 😀

  23. Quel furbacchione di Tarantino sentì però il bisogno di cautelarsi. All’inizio del film un cartello estrapola, da un dizionario, due dei significati di “pulp”.
    Pulp /’pelp/ n. 1. A soft, moist, shapeless mass of matter. 2. A magazine or book containing lurid subject matter and being characteristically printed on rough, unfinished paper.”
    Il significato 2, se lasciamo fuori i precisi riferimenti cartacei, è abbastanza ampio per farci ricadere quasi tutto ciò che ci piace 🙂
    In qualche modo però anche il significato 1 non è così estraneo alla materia del film e alla sua gestione.

  24. @Davide: Nel primo commento anch’io ho scritto, esplicitamente, che tu utilizzi il termine nel modo corretto e gli altri no. Su questo siamo d’accordo. Forse ho dato l’impressione di criticare il fatto che tu ti arrabbiassi tanto se il tuo interlocutore ormai quando sente parlare di pulp pensa a cocaina, sangue a secchiate, sparatorie etc… D’altra parte, come dici anche tu, le parole servono a comunicare, quello è il fine ultimo, ma i significati delle parole possono cambiare, evolvere. Prendendo il caso estremo, se tu fossi l’unico a conoscere il significato originario e corretto di un termine, volente o nolente, quel significato perderebbe senso per essere rimpiazzato dal più diffuso. Che, a quel punto, non sarebbe più neppure considerabile “errato”. Questo è ciò che cercavo di dire, tutto qua.

    @helldoom92: Se “credi che l’estrema diffusione del termine errato sia limitato all’Italia”, credi male, fidati. Prova a chiedere a un inglese o a un americano pescato a caso nella popolazione (che non abbia 80 anni per gamba, magari) che cosa intende per pulp. E poi me lo vieni a ridire. Tutt’al più c’è una probabilità più alta rispetto all’italiano medio che sappia quale sia l’origine del termine:

    http://www.pulpmags.org/contexts_pages/what_is_pulp.html

    Per dirne un’altra, il Gold Coast Film Festival del 2012 ha “focalizzato” il suo programma sulla cultura pulp e il film di apertura era “Safe”, degli stessi produttori di “Kill Bill” e “Inglorious Basterds”…

  25. continuiamo il gioco, allora (posto che la tua risposta è soddisfacente, e te ne ringrazio, ma la questione dei generi mi appassiona da molto tempo).
    io penso che transformers o matrix siano pulp perché la componente di genere è preponderante. il discorso viene abbastanza facile con della fantascienza/fantasy (ho personalmente alcune perplessità che, al di là di fattori esterni, transformers sia fantascienza, mentre mi sento più sicuro nel definire sci-fi matrix), con il poliziesco o il genere “avventura” (che però ammetto di conoscere meno), avrei più difficoltà a definire il peso della variabile “genere”.

    ma da come poni tu la questione il pulp non è un genere ma un tipo sovraordinato. misinterpreto?

    • @ldr
      Avevo messo giù una risposta meravigliosa, ma WP se l’è mangiata.
      Riprovo.

      In linea di massima, credo che “pulp”, al di là delle connotazioni storiche (se è uscito su “Balck Mask” nel 1932 è pulp di default), sia uno stile, o se preferisci una modalità.
      Quindi si applica a qualsiasi genere.

      Come di solito succede negli stili (per quel che ne so), si tratta di un insieme di caratteri elastici e definiti in maniera vaga – per cui è facile riconoscerli, meno elencarli.

      Usiamo il cinema western.
      Sentieri Selvaggi è un western e basta (un western-western).
      Mezzogiorno di Fuoco è un western noir.
      I Magnifici Sette è un western pulp.
      Per un Pugno di Dollari è un western “all’italiana”.

      Ecco, io credo che quello a cui si pensa, quando si dice “pulp” sensu Tarantino, sia invece “all’Italiana”.

  26. Pingback: Francesco Barbi – blog | Io sono libero?

  27. I pulp magazine, così detti dalla carta su cui erano stampati (invece della tradizionale “carta di stracci”, erano impressi su carta di “polpa di legno”, cioè di legno macinato; è quella che veniva chiamata “carta da giornale”) sono un tipo di edizione si era diffusa a partire dagli anni 1880. Per farsi concorrenza, le varie decine di testate che esistevano contemporaneamente sul mercato presentavano storie ricche di colpi di scena: di conseguenza il termine pulp è entrato nell’uso per definire una narrativa sensazionalistica e priva di approfondimenti. I pulp pubblicarono molta F. avventurosa (quella che negli anni 30 sarebbe poi stata chiamata space opera) ma queste storie costituivano solo una minoranza della loro produzione. Oggi si tende a etichettare come pulp anche le riviste di piccolo formato degli anni 50, che più correttamente sono chiamate “formato digest”; il classico formato pulp è circa 18 x 24 cm; le riviste di Gernsback non erano propriamente pulp perché erano più grandi: circa il nostro “formato protocollo”.

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