Una delle cose più divertenti del giocare a giochi di ruolo in ambientazione storica, è che sio possono esplorare con una buona scusa gli angoli più polverosi e misconosciuti dela storia.
Si incontra gente divertente.
Si scoprono strane storie.
Poi li si butta sul tavolo di gioco, ed i giocatori pensano che siano inventati.
E magari poco plausibili.
Da domani sera si parte con The Savage World of Solomon Kane.
Spade, misteri, orrori lovecraftiani, avventure esotiche.
Gran sistema, grandissima ambientazione, e la scusa per spolverare un paio di personaggi… trasversali.
Così, passo la serata con Lady Katherine Ferrer.
La sera del 16 giugno 1660 – o forse era il 1662 – la diligenza che andava da St Albans a Gustar Wood venne assaltata da un rapinatore da strada, un highwayman.
A cavallo, un fazzoletto sul volto ed un tricorno calcato in testa, il bandito puntò come voleva la prassi una pistola al cocchiere e ordinò di consegnare il denaro senza fare storie.
In mancanza dei soldi, avrebbe volentieri sequestrato i liquori, i tessuti e la chincaglieria trasportata.
E per buona misura piantò una palla in corpo al cocchiere, che apparentemente viaggiava da solo.
Apparentemente, perché a bordo della carrozza viaggiavano due uomini armati di moschetto, uno dei quali rispose al fuoco, mettendo in fuga il malvivente.
Il mattino successivo, a Markyate Cell, residenza della famiglia Ferrer, il bandito venne trovato morto in una delle stanze padronali.
Il suo cavallo, sporco di sangue, era nelle scuderie.
Il colpo era andato a segno, e lady Katherine Ferrer era riuscita a tornare a casa prima di morire per l’emorragia.
Avea ventisei anni, anche se le cronache succesivamente gliene attribuirono solo diciotto.
Di giorno era una figura un po’ triste che viveva isolata nella sua grande casa, di notte rapinava le carrozze – e non solo.
La chiamarono The Wicked Lady.
Nel diciassettesimo secolo, la Guerra Civile in Inghilterra aveva contrapposto Parlamentaristi e Realisti, spazzando il paese per 9 anni.
Portando al processo ed alla decapitazione di Carlo Primo.
Portando al potere Oliver Cromwell.
Uccidendo 190.000 persone e lasciando l’economia devastata e la nobiltà campagnola sul lastrico.
A questo punto, molti rampolli di nobile schiatta ma di scarsa finanza si diedero al brigantaggio, assaltando le carrozze che costituivano la spina dorsale delle comunicazioni in Inghilterra.
E se lo facevano i nobili impoveriti, immaginatevi gli altri…
La preda più ambita era naturalmente la diligenza da e per Londra, a anche sulle strade dell’Hertfordshire si trovavano prede appetibili.
Lo sapeva be un certo Ralph Chaplin, un contadino che si era dato al brigantaggio dopo che tasse, economia impazzita e saccheggio da parte di truppe al passo avevano devastato ogni sua prospettiva di sopravvivenza.
O forse non stava poi così male, e voleva solo allargarsi ad un altro ambito di attività.
Chaplin si diede alla rapina sulle strade del’Hertfordshire.
Su quelle stesse strade vagava, probabilmente di notte, la giovane Katherine – discendente di una nobile famiglia che si era schierata dalla parte sbagliarta durante la guerra civile, che era sul lastrico e che era stata data in matrimonio all’età di dodici anni ad un nobilastro locale, col quale non aveva avuto granché in termini di sintonia o di relazioni sessuali.
Una ragazza un po’ strana, con un coacervo di traumi e problemi psicologici non indifferenti – cresciuta durante una guerra civile, giocata come una pedina per salvare le fortune della famiglia, tiranneggiata da una madre formidabile.
Per divertirsi, Katherine vagava per la campagna, dava fuoco a fienili, sparava alle vacche… cose così.
L’incontro con Chaplin, col quale forse ebbe una relazione, fors no, le aprì nuove possibilità – perché sparare alle vacche, quando sparando ai cocchieri si potevano rapinare le diligenze?
Furono pochi anni eccitanti.
Poi, Chaplin tentò il colpaccio a Finchley, venne beccato e impiccato sul posto.
Katherine Ferrer, mantello e cappello nero, continuò per un po’ di tempo a rapinare i viaggiatori.
Poi ebbe la brutta idea di assaltare la diligeza a St. Albans.
Il resto non è storia – è leggenda.
Il mito della Wicked Lady è ancora piuttosto vivo nella zona.
All’inizio del venesimo secolo venne pubblicato un romanzo, The Life and Death of the Wicked Lady Skelton, di Magdalen King-Hall, ispirato alle vicende storiche, che complicò ulteriormente la faccenda.
Dal romanzo venne tratto un film nel 1945 – The Wicked Lady, che descrive le azioni di Lady Ferrer/Lady Skelton spiegandole come motivate dal desiderio d’avventura e non da una personalità deviata ed una cronica mancanza di quattrini.
In questo, il romanzo e il film si allineano al folklore, che vede la Wcked Lady come una ribalda avventuriera, bionda e popputa, che voleva semplicemente divertirsi.
Le vengono attribuite innumerevoli rapine.
Fughe avventurose.
Un vecchio marito baciapile accoppato per esasperazione.
Amanti a manetta.
Un secondo film venne prodotto negli anni ’80, con faye Dunaway nella parte della nobildonna-bandito.
Mediocre.
E poi naturalmente c’è lo spettro d Katherine, che ancora vaga per l’Hertfordshire – una contea particolarmente infestata dell’Inghilterra – o, a scelta, infesta la sua vecchia dimora di Markyate Cell.
Strano personaggio, Kate Ferrer.
Chissà come la prenderanno i miei giocatori…?
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20 aprile 2011 alle 8:25 AM
Spero la prendano bene!!!
Sto leggendo proprio in questi giorni The Savage Foes of Solomon Kane (supplemento per SK) e devo dire che John Goff e gli altri hanno fatto proprio un bel lavoro.
Te lo consiglio!
20 aprile 2011 alle 8:34 AM
Splendido personaggio! Credo… credo che i tuoi giocatori saranno in bilico tra “no, dai, stavolta stai esagerando” e “ma non è che anche questa pazza sciroccata l’ha pescata da qualche libro o articolo di nicchia?”. Ma alla fin fine credo che piacerà.
Grazie della segnalazione, è un bel personaggio di cui essere a conoscenza 🙂
20 aprile 2011 alle 9:52 AM
@Umberto
Savage Foes è sulla mia lista della spesa – se il gioco ingrana, vedrò di procurarmelo.
@Zeros
Credo più la prima che la seconda.
Comunque avranno di che divertirsi.
Anche perché sarà una versione un po’ “alla Hammer” della povera Kate… 😉
20 aprile 2011 alle 10:26 AM
Gran bell’articolo! 😉
Formidabili, questi personaggi…
20 aprile 2011 alle 11:11 AM
Fantastico!
Li invidio un bel po’, i tuoi giocatori!
(Che, BTW, seguiranno di certo il tuo blog. Quante false piste c’hai infilato? :-))
20 aprile 2011 alle 11:16 AM
Che tu ci creda o meno, i miei giocatori non seguono il mio blog.
Begli amici, eh?
20 aprile 2011 alle 11:45 AM
Articolo molto interessante.Poi se dici che questo personaggio lo rifarai in chiave Hammer hai la mia completa attenzione.
20 aprile 2011 alle 1:07 PM
Uhm… mi sento ignorante a chiederlo, ma che vuol dire che sarà una versione “un po’ più alla Hammer”?
20 aprile 2011 alle 1:24 PM
Stile vecchi film della Hammer.
Donne avvenenti, cattivi sopra le righe, notti di luna piena, un po’ di kitsch…
Così, insomma…
Ma meno di classe.
20 aprile 2011 alle 2:15 PM
Ok, got it! ^_^ Sì, un po’ kitsch… Ma il kitsch ha (spesso. o forse troppo spesso) il suo perché 😉
20 aprile 2011 alle 10:50 PM
com’è il setting sk? mi ispirava un po’ ma sia io che il mio gruppo giochiamo per la prima volta a SW ed ero indeciso fra solomon, 50fathoms e deadlands..fosse per me le giocherei tutte 😀
20 aprile 2011 alle 11:00 PM
@Corsaronero
Decisamente solido.
Il libro è molto bello, e le regole funzionano molto bene per il genere.
Il volume include un intero atlante del mondo di Solomon Kane (giungle africane, l’oriente misterioso, le americhe…) con una valanga di ganci e idee per avventure.
È un eccellente dark fantasy.
50 fathoms è più leggero, Deadlands è più horror.
PS: anch’io sono stato indeciso fra Solomon Kane, 50 Fathoms e Weird War II
21 aprile 2011 alle 2:05 PM
@Davide & @Corsaronero: Se volete un consiglio, provate il setting MARS della Adamant Entertainment.
E` una conversione, non proprio felicissima, di un prodotto d20, ma il setting e`… la cosa piu` vicina ad John Carter di Marte che uno possa fare senza violare nessun copyright :)!
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22 aprile 2011 alle 3:10 AM
Ce l’ho e l’ho giocato.
Niente male, ma richiede lavoro.
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