strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Fra le Rovine di Admiral City – parte seconda

15 commenti

800px-VH-60_Marine_OneComincia con una vibrazione bassa.
Il capitano Peterson, USMC, la percepisce attraverso il seggiolino, e si guarda attorno, in cerca della causa.
Uno sportello allentato?
Poi la prima spia comincia a lampeggiare.
Tappo del carburante non chiuso correttamente.
Il pilota bestemmia.
Il suo secondo bussa due volte sul pannello, per verificare che non sia un falso allarme.
Non è un falso allarme.
La squadra di terra.
“Quegli idioti.”
“Così ci spacciamo il VP.”
Poi una seconda spia – numero dei giri del rotore in calo.
Ma cosa diavolo…?
E poi un’altra – la pompa del carburante.
E poi il sistema elettrico, e le lucette e i campanelli cominciano ad andare e venire a intermittenza.
È l’impianto elettrico.
È l’anti-torque.
Segnale di fumo in cabina.
Peterson non ha mai visto nuilla di simile in quindici anni passati sugli elicotteri.
Il secondo pilota si mette in ascolto.
“Il passeggero domanda cosa sta succedendo.”
Peterson non ha tempo, adesso.
Sotto al White Hawk, i sobborghi di Admiral City scorrono veloci, una distesa di case affollate l’una contro l’altra.
Poi un lampo di rosso.
Un vecchio furgone, parcheggiato su un incrocio abbastanza ampio…
“Là sotto,” indica Peterson. “Sullo spiazzo, vicino a quell’idrante.”
Il suo secondo sogghigna.
“Il Vicepresidente si bagnerà le scarpe.”
Il rotore di coda si blocca in quel preciso istante, e Peterson è troppo impegnato a fare il proprio lavoro per rispondere.
“Mayday, mayday… Air Force Two…”

480px-Paul_Ryan_official_portraitIl grosso calabrone bianco e verde si avvita lentamente, scendendo dal cielo come una foglia morta, e finalmente tocca terra con uno schianto e un gemito meccanico, fumo che si solleva da una decina di pannelli e aperture, il rotore di coda che colpisce un palo segnaletico.
Il sistema centrale di trasmissione grippa con un rumore di metallo contro metallo.
Poi, silenzio.
Il portello della cabina passeggeri si spalanca e quattro uomini in mimetica urbana scendono rapidi, e si dispongono in configurazione difensiva.
Paul Ryan, Vicepresidente degli Stati Uniti, in visita umanitaria all’area del disastro, scende la scaletta tossendo, seguito da una segretaria dall’aria algida, che sta parlando rapidamente in un cellulare dotato di una corta antenna massiccia.
“Il Presidente in linea, signore…”
Ryan prende il telefono.
“Pronto, Mitt…”
Tossisce ancora.
I piloti sono sbarcati a loro volta, e stanno compiendo un lento circuito della loro macchina, scambiandosi occhiate incredule.
“No, un problema tecnico.”
I Marines della scorta sono all’erta, ma niente si muove nel perimetro.
“Ma cosa vuoi che ne sappia, sono qui in mezzo a queste topaie…”
“Peeters e Schuiten,” suggerisce la segretaria. Ryan la incenerisce con un’occhiata.
“No, c’è un idrante scoppiato… i super hanno fatto un bel disastro…”
Si guarda attorno.
“Sì, certo, a nostro vantaggio.”
È criptata, questa linea, si domanda?
Sarà meglio che lo sia.
C’è un grosso televisore abbandonato sul marciapiedi.
“I giornalisti dovranno aspettare…” dice. “Qui è un campo di battaglia, credo ci siano stati anche degli sciacalli…”
1-4-cmykAlza gli occhi al cielo. “Predoni, Mitt… non lo so dove sia il cazzo di zoo…”
C’è una donna.
Alta, per essere un’orientale, vestita con pantaloni neri e un top scarlatto.
Sorride.
E si avvicina.
Perché i dannati marines…?
Nel momento in cui cade la linea, il Vicepresidente Ryan si rende conto di essere rimasto solo.
Tutti, attorno a lui sono a terra.
“Cosa…?”
Getta lontano il telefono, e si china per raccogliere il P90 del più vicino dei caduti.
Una mano ruvida gli afferra il polso.
“Ciao, Paul,” sussurra Rebel Yell, “Come sta Mitt?”

Ryan preme il grilletto.
bangbangbang
Reb schiva i primi tre colpi del P90, poi l’arma si inceppa.
Un pugno colpisce Ryan al diaframma, e lui si raggomitola a terra.
“C’è un difetto di fabbricazione,” dice Derek, avvicinandosi e indicando l’arma caduta. “Dopo il terzo colpo, senza la molla di spinta…”
“Shock, abbiamo al massimo tre minuti,” lo interrompe Reb.
L’inglese fa spallucce, e caccia le mani in tasca.
Non è bello quando Reb lo chiama col vecchio nome di battaglia.
Rebel Yell afferra Ryan per il bavero e lo solleva.
“Sarò sincero con te, Paul,” gli dice. “Se possibile, ti disprezzo più di quanto io disprezzi il tuo comandante in capo.”
Sixteen gli posa una mano sulla spalla delicatamente.
“Niente lividi visibili,” gli dice, piano. “E ricordati di Eyes.”
Lui la guarda, l’espressione interrogativa si scioglie in un ghigno.
“Giusto.”
Sixteen si mette al lavoro sulla segretaria.
*Eyes?*
*Ti sento. I ragazzi saranno in piedi fra due minuti esatti, e non ricorderanno nulla*
La voce nella testa di Reb è talmente neutra da essere asessuata.
*Ovviamente*
*Ovviamente*
Reb torna a concentrarsi su Ryan.
L’uomo che ha detassato le frecce.
Ripensa alla privatizzazione della sanità, alla moralità del capitalismo, ai Tea Parties.
Dio, i Tea Parties!
*Eyes?*
*Dimmi*
Un pugno si abbatte sul volto del vicepresidente.
*I ragazzi ricorderanno che il VP ha sbattuto contro il portello nella fretta*
Il suo cervello viene attraversato da qualcosa che sembra un fremito.
Eyes Without a Face sta ridendo.
*Fatto*
Reb scrolla Ryan, riportando un minimo di lucidità nel suo viso ebete.
“È ora di fare il suo dovere, signor vicepresidente…” dice.
“Cosa volete?”
Rebel Yell sorride, ed è spaventoso.
“La verità.”

“Non potrete mai farla franca,” biascica Ryan.
Ma la donna orientale ora indossa gli abiti della sua segretaria.
Il tipo con l’orecchino si è caricato Darlene in spalla, e l’ha distesa sul pianale del pickup con le gomme a terra.
“Non saremo noi a farla franca, Paul,” dice Reb. “Sarai tu a doverla fare franca… il mondo vuole sapere.”
“L’informazione vuole essere libera,” annuisce l’inglese, sollevando il pugno chiuso.
Oddio, un comunista.
*Trenta secondi*
“Pensate davvero che anche se io dicessi ciò che voi volete, permetterebbero alla notizia di raggiungere il pubblico?”
“Sei un ragazzo in gamba,” dice Derek, “Qualcosa inventerai.”
La donna che sarà la sua segretaria per il resto della missione lo prende per un gomito e lo conduce a bordo.
In distanza si sentono i rotori di due grossi Black Hawk in avvicinamento.
*Arriva la cavalleria*
“Sai come dicono, Paul” gli sussurra in un orecchio, mentre gli uomini a terra cominciano a rialzarsi. “Non si può fermare il segnale.”

Gli elicotteri di soccorso si allontanano, e la carcassa dell’ex Air Force Two rimane sola e triste al centro dell’incrocio.
“Fottuto randiano,” dice Reb.
Derek osserva la segretaria, stesa sul pianale del furgone, con addosso solo reggiseno e mutandine di pizzo, i capelli rossi raccolti in uno chignon un po’ sfatto.
“Però ha buon gusto,” dice.
Si sfila la felpa, la copre.
Reb sospira.
Guarda la donna, profondamente addormentata.
“Dici che se la scopa?”
L’inglese fa una smorfia. “Io me la scoperei.”
*Se la scopa*
I due old timers si scambiano un’occhiata e scoppiano a ridere.
*Ma farò in modo che le cose cambino, d’ora in avanti*

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

15 thoughts on “Fra le Rovine di Admiral City – parte seconda

  1. Ottimo! Aggiunge pepe alla vicenda! 😉

  2. Ryan non è molto conosciuto all’opinione pubblica italiana, pur essendo uno degli ideologi del Tea Party (lo so, sembra una contraddizione in termini) e uno degli ispiratori della politica fiscale dei Repubblicani negli ultimi anni. Per intenderci, davanti alle parola “welfare state” reagisce come il Dracula dei tempi della Hammer davanti a un crocifisso.
    Finalmente impariamo di più sugli Old Timers; poteri, caratteri, idiosincrasie. Tutto materiale utilissimo per il futuro… Nativity? Chi da detto Nativity?

  3. Meraviglioso! Adoro… Argh, tutto! Da “Oddio, un comunista.” a “I ragazzi ricorderanno che il VP ha sbattuto contro il portello nella fretta” all’incidente, alle battute finali… Veramente un gran bel raccontino! 🙂

  4. Dio, i Tea Parties!
    In effetti ha ragione Angelo: Ryan è poco conosciuto qui in Italia, ma alla fin fine è peggiore di Mitt, anche perché è più sveglio.
    Magari ci fosse un “trattamento Reb” anche per il vero Paul 😀
    Bel racconto! Le dinamiche degli Old Timers sono spettacolari… Secondo me il bello sarebbe trovare un elemento per metterli in difficoltà, visto che sembrano granitici nelle loro convinzioni 😉

  5. Bello! Decisamente bello! Ne vorrei ancora….

  6. Che dire? buon ritmo, personaggi ben delinati in poche parole. Mi piace!

  7. Grazie a tutti, ragazzi e ragazze.
    Ne faremo ancora.

  8. Ma quindi questa è la tua parte di un racconto round robin più lungo? Solo le due parti mi sono piaciute molto quindi non vedo l’ora di leggere l’intero ebook! Adoro scoprire iniziative come questa, soprattutto se scritte bene come questa! 🙂

  9. @Sagana666
    Questo è un extra improvvisato, che si svolge nello stesso universo narrativo della round robin 2 Minuti a Mezzanotte
    Che trovi qui – http://2minutiamezzanotte.blogspot.it/
    Anche scaricabile come ebook.
    E buona lettura!

  10. La prima parte è molto molto bella. In alcuni pezzi il modo di narrare – e non l’atmosfera – mi ricordano il grande Stefano Re.
    Della seconda parte non ci ho capito molto – ho fatto fatica – ma è da imputare a una mia scarsa conoscenza, suppongo, dei poteri di Sweet Sixteen e di Eyes Without a Face.
    Dunque mi pare di capire che la segretaria di Ryan viene sostituita – okay – in modo da rappresentare una sorta di polizza d’assicurazione per far sì che Ryan dica all’opinione pubblica quel che lui e Romney hanno combinato dietro le quinte durante tutto lo svolgersi della RR, giusto?

    Sempre bravo Davide!

    Saludos!

  11. Pingback: Due Minuti a Mezzanotte – la via italiana ai supereroi | Caponata Meccanica

  12. Pingback: Nativity – Tornano i supereroi dell’underground italiano | Caponata Meccanica

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.