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ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

La Storia del Cesso

13 commenti

Sta girando, qui nel Blocco C, è una specie di meme, ma non è stato studiato a tavolino.
Il nome è poco elegante ma è ok perché  è preso da un film.
Il primo ad usarlo è stato Germano su Book & Negative, poi è stata la volta di Marina e Alessandro.
Oggi tocca a me – non che ci si sia accordati, però funziona.
Perché ha un senso.

Perché secondo me quelli che pensano ai motivi del come e perché hanno cominciato e si preparano la “storia del cesso”, sono quelli che non scrivono. Che il libro rimane nel cassetto perché ha bisogno della limatura eterna. Che non hanno mai tempo. E vivono aggrappati al sogno che sfuma sempre più. E non hanno nemmeno il brivido del rischio, come i poliziotti infiltrati, ma possiedono un Mac da tremila euro per sfogare la loro creatività, che è sempre in potenza e mai atto.

Io scrivo, e pubblico, e qualcuno di quando in quando mi legge.
E la domanda – ne avevamo parlato, vero? – del “cosa fai?/perché lo fai?” viene sempre fuori, in un modo o nell’altro.
E sì, ci sono quelli in gamba che hanno i demoni interiori, la furia creative, l’impeto di non so cosa.
Io no.

dent_mainIo scrivo perché volevo essere come gli scrittori che mi piacevano.
L’ho già spiegato in passato – se si cresce leggendo fantascienza e fantasy non si viene solo esposti alle storie, ma anche al folklore.
Alla storia orale della narrativa fantastica.
Gli scambi di lettere fra H.P. Lovecraft, Robert E. Howard e C.A. Smith.
Kipling che manda lettere di complimenti a Burroughs.
Walter B. Gibson che è amico di Houdini.
de_camp_in_viking_helmetCatherine Crook De Camp che tiene testa a Robert Heinlein, L. Sprague de Camp che chiama Asimov “Ike” e Ike lo detesta.
Doc Smith che porta ciambelle per tutti.
Henry Kuttner che conosce la sua futura moglie C.L. Moore pensando che sia un uomo.
Ed Hamilton e Jack Williamson che scendono il Mississipi con una zattera.
sffy10-1834L’asma di Gordon R. Dickson, l’allergia ai graffi dei gatti di Piers Anthony, i problemi cardiaci di Cyril Kornbluth.
Michael Moorcock ospite a casa di Harlan Ellison che gioca a billiardo e piange per il proprio matrimonio in frantumi, e scrive lettere a G.J. Ballard.
Il funerale di Fritz Leiber, con la bara aperta, e qualcuno che mette un whiskey e una sigaretta accesa nelle mani del morto – perché è così che avrebbe voluto andarsene.

Io ho cominciato a scrivere perché volevo essere parte di questa leggenda, di questo folklore.
Volevo essere come gli scrittori che ammiravo – magari non ricco, magari non esageratamente felice, ma… leggendario.
Sì, certo, mi piace scrivere – ma mi piacciono anche le frittelel di mele, però non faccio il frittellaio.
E chiaramente ho delle storie da raccontare – ma quelle le hanno tutti*.

Io, se devo essere onesto con me stesso, scrivo per questo – per essere parte di una tribù, di una cultura, di una storia.
c8ef89dbfdb9539b049189ccc49329bdIl che, tra l’altro, spiega anche perché scrivo molto più volentieri in lingua inglese.
Perché oltremare la tribù l’ho trovata.
C’è, esiste, è la mia tribù.
Qui no.

Ma questa, naturalmente, non è la storia che racconto.
Quando mi chiedono come ho cominciato a scrivere, racconto di quando intrattenevo i compagni di scuola inventandomi delle storie, alle elementari.
Che non è falso.
Ed è molto più user-friendly.

——————————————————————————-

* Il che naturalmente non significa che siano in grado di raccontarle.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

13 thoughts on “La Storia del Cesso

  1. Grazie per il link.
    Mai avuta intenzione di creare un meme, in effetti, ma evidentemente le storie legate all’origine del perché si scrive sono fortissime e comuni, e radicate nell’immaginario collettivo, altrimenti non ci sarebbe tutta questa diffusione.
    Ecco, non tutte sono storie del cesso, ovvero inventate di sana pianta per concedersi un po’ di atteggio davanti a una platea di non addetti ai lavori. La spontaneità si riconosce subito, è sempre meno artificiosa dell’invenzione narrativa.
    Solo che la gente ama i dettagli, quindi non so se la cosa delle elementari funziona. Tu che dici? 😀

  2. Quindi la tua è una storia della toilette, più che del cesso 🙂

    Comunque guarda che qui di tribù ce ne sono quante ne vuoi. Solo che hanno un livello intellettuale pari a quello dei Pitti nel III secolo.
    Solo con più aggressività.

  3. Ecco, è qui che la domanda sorge spontanea: esiste un libro, un’enciclopedia, una stele dove trovare tutti questi aneddoti (più o meno insoliti) sulla vita dei mostri sacri della letteratura di genere?

    • No.
      Ci sono i volumi di Sam Moskowitz, Explorers of the Infinite e Seekers of Tomorrow, che vennero ampiamente saccheggiati per le introduzioni della Cosmo Oro.
      Però Moskowitz sparava anche un sacco di balle.
      C’è Literary Swordsmen and Sorcerers di De Camp – ma è difficile da reperire e costoso (anche se forse è uscito in ebook).
      Ci sono le autobiografie degli autori.
      E gli articoli, le postille, le interviste…
      Ma un testo monolitico, no.
      Potrei anche provare a metterlo insieme, nel tempo libero, l’anno che viene – Storia Orale della Fantascienza
      Chissà se qualcuno lo comprerebbe…

  4. Pingback: Le tre conchigliette | Book and Negative

  5. Io! 😀
    Quando hai risposto di no ho pensato anche io ad una specie di “antologia”… Se nessuno la scrivesse proverei a farlo io. Se invece tu la scrivessi, io la comprerei. Ho buone credenziali da lettore: gli altri ebook li ho comprati tutti! 😀

  6. Io comprerei un testo del genere a occhi chiusi..facci un ppensierino!

  7. Splendido post. Il tema dell’amicizia e delle relazioni tra scrittori, ultimamente mi sta molto a cuore e forse, non a caso, in un mio post precedente avevo accennato alla compagnia formata da HPL, C.A.Smith, R.E.Howard e August Derleth…
    Serendipità?

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