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ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Come Game of Thrones danneggerà il fantasy

64 commenti

Questo è una specie di post del piano bar del fantastico, nel senso che viene fatto per scommessa, e già presagendo almeno parte delle conseguenze.
Ma perché preoccuparsi.

a-game-of-thronesVediamo – è agli atti il mio scarso apprezzamento per il ciclo A Song of Ice and Fire di George R.R. Martin.
Fin dove l’ho letto, ho ritrovato i tratti caratteristici di Martin (buona, ottima costruzione dei personaggi e dei dialoghi, buona tecnica per tenere il lettore desto), sposati ad una narrazione prolissa e troppo scopertamente aderente a elementi storici noti per riuscire a catturarmi.
Ora, badate, questo non significa che voi, ai quali questi libri piacciono, siate degli idioti o dei malvagi – e gradirei se voi voleste concedere la stessa fiducia al sottoscritto; si tratta semplicemente del fatto che non è il tipo di fantasy che mi interessa al punto da investirci del tempo.
A voi sta bene?
Perfetto.

Allo stesso modo, trovo la serie della HBO prolissa, farcita di gratuità e sciocchezze, e sostanzialmente noiosa.
Vale, credetemi, il discorso di cui sopra.
Il fatto che io dica che non mi piace non deve essere inteso come una minaccia al fatto che a voi, invece, piaccia.
Se a voi piace, spero non abbiate bisogno della mia conferma (anche perché non l’avreste).

Mi domando però – e così arriviamo al tema di questo post – quanto danno riuscirà a recare il successo del ciclo di Martin e, ancora di più, della serie televisiva, al genere?

Perché, credetemi, sono fermamente convinto che il successo planetario e “popolare” di Game of Thrones avrà sullo sviluppo del fantastico – o per lo meno di una parte del fantastico – un effetto catastrofico, e tutt’altro che positivo.

La vittima sarà ancora una volta il medio livello, il fantasy commerciale da diporto, quello che potrebbe contribuire a creare un gusto ed una curiosità nel pubblico, ma che ormai da due generazioni pare lavorare ad un progetto opposto.

dark-elf-tri-bigQuesto ragionamento non nasce dalla mia disumana malizia e radicata perfidia, ma da una semplice osservazione informata dell’effetto che tutti i grandi successi hanno avuto nell’ambito del fantasy, dal 1954 ad oggi.
Senza il successo colossale de Il Signore degli Anelli (rafforzato dal successo dei film di Peter Jackson) e senza l’altrettanto colossale successo di Dungeons & Dragons, i nostri scaffali non sarebbero invasi da dozzine e dozzine di orridi fantasy di infimo ordine, ambientati in un mondo medievale pseudoceltico e farciti di nani, orchi, elfi e oscuri signori.
O penso al successo – molto meno “popolare”, e ignorato in Italia – di una cosa come la Black Company, di Glen Cook, che ha generato quel colossale polpettone che è il ciclo di Malazan (ben scritto, eh, interessante – ma dannatamente dispersivo).

Prodotti di qualità e successi meritati, tanto Il Signore degli Anelli quanto Dungeons & Dragons e la Black Company – ma successi che hanno avuto effetti nefasti.
E potremmo elencare altri titoli, altri successi, e i loro illegittimi figli deformi – Elric non è forse colpevole dell’esistenza del francamente insopportabile, ripetitivo Drizzt?

200px-Sword_of_shannara_hardcoverEd è interessante notare come, se il successo del testo di Tolkien è responsabile di una cosa come il Ciclo di Shannara – i romanzi che i tolkieniani amano odiare – è innegabile che la gran parte della narrativa fantasy perpetrata sull’onda del successo dei film tratti da Tolkien sia a tal punto scadente da elevare anche il più trito dei titoli di Terry Brooks al rango di classico.
Beh, ok, quasi.

Ora, dunque – potrà The Game of Thrones portare sui nostri scaffali carta straccia peggiore di quella scaturita dal successo di Tolkien e D&D (o di Black Company)?

Di sicuro, è lecito aspettarsi che elementi che Martin e i gentiluomini della HBO hanno inserito nel proprio prodotto a ragion veduta e sulla base di scelte precise, diventino elementi di default del genere “a prescindere”.
È già successo con gli elfi biondi e coi nani con l’ascia mutuati da Tolkien
E con le orecchie ipertrofiche degli elfi dei manga, che sono diventati la norma.
È successo con gli orchi, che sono diventati la manovalanza standard degli Oscuri Signori che sono la minaccia abituale nella gran parte dei mondi fantasy di medio livello.
È successo con il lessico pseudoceltico, fitto di Caer e Lynathos e Aleyren e Aber-Istwith.
È successo col concetto di “trilogia” – che pare essere la condizione fisiologica dell’high fantasy (con gran piacere di autori ed editori).
È successo con il taglio cupo e violento e la mistica dell’antieroe (Abercrombie, anyone?) e coi cast di decine di personaggi.
Qualcuno ha venduto un sacco di libri – qualcun’altro ha pensato di estrarre una formula e vendere un sacco di libri a sua volta.

A-Web-of-Thrones-game-of-thrones-30670278-1280-1055Cosa dobbiamo aspettarci, dunque, dalla Guerra delle Due Rose con le targhe cambiate da George R.R. Martin?
Cosà conterranno i fantasy che verranno?
Beh, certamente molto più sesso esplicito, e molta più complessità per il gusto della complessità.
Un incremento negli elementi espliciti piace a chi vuole sentirsi “adulto” – e si innesta in una generale tendenza alla popolarità ed allo sdoganamento del soft-porn nella narrativa popolare e mainstream.
Ci saranno un sacco di donne che faranno sesso con altre donne, perché – ci spiegheranno gli esperti che sono tali perché hanno visto tutto Game of Thrones – il sesso fra donne è un classico del fantasy. E anche perché, se devi segnalare al pubblico – specie se è un pubblico poco sofisticato – che il tuo personaggio femminile è forte e dominante, il sistema più rapido è scriverlo come se fosse un uomo, e farlo comportare come un uomo (Xena docet), fino alle estreme conseguenze.
E poi piace al pubblico maschile.
Ci saranno un sacco, ma proprio un sacco di ravanamenti politici e dinastici la complessità dei quali richiederà tabelle, alberi genealogici e altri sussidi. L’elemento dinastico diventerà probabilmente la modalità di default del genere – come la quest lo è stata per gli anni ’70 e ’80, e la guerra lo è stata dal ’90 in poi*.
Ci sarà un certo fastidio per la magia vecchia maniera, quella per intenderci da libro di incantesimi e Palla di fuoco da 12D6 – anche perché il pubblico sarà prevalentemente composto da persone che hanno scoperto il genere attraverso la serie TV, che hanno scarsissima o nulla frequentazione del genere, e in generale hanno finora evitato il genere in quanto sciocco o infantile, e preferiscono un polpettone storico coi nomi cambiati a un bel duello fra spellcaster a base di fuilmini e saette, che sa tanto di Serie B (o di D&D!)

Incoerenze, buchi logici, trame traballanti e riempitivi vari verranno giustificati con una spallucciata – “È fantasy, mica tutto deve avere senso!”
Ma quello succede già adesso.

E poi ci saranno quelli che “Sì, ok, Leiber, Howard, Tolkien, Moorcock… ma se non ci fosse stato Martin…”
E che alla domanda “Ma tu li hai letti, Leiber, Howard, Tolkien e Moorcock?” risponderanno con una spallucciata, “No, tanto non mi piacciono.”
Ma anche questo, succede già adesso.

E sì, naturalmente, prima che me lo diciate voi nei commenti  – la colpa non è di Martin, non è della HBO, non è di Tolkien, di Cook, di Gary Gygax…
La colpa casomai è del pubblico – che odia rischiare e vuole qualcosa che assomigli a ciò che ha già letto – ed è degli autori e degli editori, che sono ben felici di soddisfarlo, quel pubblico.

Conviene comunque aspettarsi il peggio.
Non è l’inverno, la cosa peggiore che sta per arrivare.

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* Interessante notare che per la quest fantasy era fondamentale la mappa, per il fantasy dinastico lo è l’albero genealogico.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

64 thoughts on “Come Game of Thrones danneggerà il fantasy

  1. Oh sono contenta che esista qualcuno al mondo a cui non piaccia GofT a parte me, cominciavo a sentirmi isolata!
    Per la cronaca, a me sa tanto di show che soddisfa due bisogni della gente 1)sesso 2) violenza, non che io sia contraria di per se, ma per come l’hanno cucinato insieme, e’ venuto fuori qualcosa che se fossimo stati romani avremmo chiamato ‘spettacolo di gladiatori’, probabilmente.
    In altre parole mi sembra una cosa per popolino senza un minimo di raffinatezza o cultura (intendo nello scegliere il fantasy non mi prendere come una letterata snob).
    Ah, personalmente il signore degli anelli non mi e’ piaciuto granche…ne film ne tantomeno libro.

  2. Credo che la tua previsione si avvererà, i meccanismi del marketing librario sono ormai noti, e non dubito che il successo (anche presso gli insospettabili) di GoT porterà ad un alluvione di imitatori e ‘wanna be’ che ammorberanno gli scaffali delle librerie (come dici anche tu è già successo più volte in passato, vedi con LoTR).

    Da lettore di Leiber, Howard, Tolkien, Moorcock, voglio però spezzare una lancia per il serial, che pur insistendo (in puro stile HBO), su nudità e scene sessuali varie, è anche e soprattutto fatto di ottimi dialoghi, situazioni interessanti e da attori spesso formidabili.

    La complessità della trama, e il numero di personaggi da memorizzare e collegare tra loro, vanno parecchio al di là di quello che il pubblico ‘normale’ è abituato, e, a mio avviso, questo può solo far bene a chi guarda e a chi racconta.

    In ogni caso il fenomeno di cavalcare il successo di altri per propinare le proprie schifezze, si allarga a tutto lo spettro delle attività umane, e va ben al di là della sola letteratura…

  3. Finché la gente comprerà i libri “al chilo” non credo ci sia speranza…Ho sentito proprio l’altro giorno una signorina che chiedeva consigli al libraio: voleva un fantasy che fosse però “bello spesso…altrimenti finisce subito”!

  4. Possibilissimo – ma per nulla nuovo. Voglio dire, è tutta la storia della letteratura che va così. Ogni idea originale di successo, ogni creazione di sottogenere, ogni pietra miliare narrativa poi si è sempre portata dietro legioni di imitatori, scopiazzatori, epigoni… Penso al romanzo storico nell’Ottocento, penso a quel che succedeva nel teatro elisabettiano, penso a Virgilio… Si gioca sul bisogno di omologazione, known patterns e rassicurazione dell’umana natura – e il guaio è che, spesso, ci si prende.
    Il che è un po’ deprimente dal punto di vista di quel che inonda gli scaffali delle librerie, ma non impedisce agli scrittori di sperimentare, spostarsi appena fuori (o parecchio fuori) dalla corrente principale,
    E a volte, nel processo, di originare the next fad.

  5. Non sento questo pericolo incombente, forse perche` non sono un appassionato di fantasy. Come dici tu, questo succede per quasi ogni opera di successo in ogni forma narrativa, e non solo (pensa alla musica).
    Mi piace Martin e mi piace la serie HBO, pero` non ho nessun interesse a vedere altre 10 show televisivi tutti uguali, figuriamoci a leggere libri fotocopia. Quindi quale è la speranza? Non ci resta che sperare che qualche autore produca un lavoro originale e di rilievo, che rompa la monotonia della narrativa clichè, come ha fatto Martin (occhio al flame).
    Oppure, considerando che probabilmente sono gia` stati scritti più ottimi libri di quanti io possa mai leggerne, ci accontenteremo di quello che è stato scritto 😀
    Complimenti per il blog.

  6. Questo fa il pari con un vecchio articolo sul Signore degli Anelli, ti fara schizzare le visite e probabilmente attirerà qualche palla di fuoco da 12D6 😀

    e come per Tolkien (libro e film), anche se sono riuscito ad apprezzare la serie di Martin (libro e film) *nonostante* le storture che evidenzi, bisogna che ti ringrazi per il post. anche perché nei romanzi, fin dove sono arrivato, a un certo punto la sensazione è stata di inconcludenza e la reazione è stata molto simile alla tua: sono mortale, ho da leggere altro (fudoki è meraviglioso, ri-grazie).

    senza contare che quando tutti suggeriscono il libro giusto, la serie indispensabile, di solito è il momento di cercare qualcuno che ti passi qualcosa di profondamente sbagliato in cui buttarti.

    di articoli ora ne manca uno dedicato sui trekkies, prima di darti alla fuga di sicurezza 🙂

  7. Che poi è un po’ quello che successe all’epoca di Scream al cinema dell’orrore. E tutti a dare la colpa a Scream perché era brutto e cattivo e origine di ogni male del mondo.
    E invece, forse la colpa è da un lato dei produttori/editori che vogliono sempre andare sul sicuro, dall’altra proprio di un pubblico che chiede sempre la stessa cosa.
    Ma il pubblico è stato allevato dai produttori/editori.
    O forse il contrario?

  8. il danno maggiore lo farà ai suoi fan, quando, dopo aver intricato ulteriormente la sua storia per 1000 o 2000 pagine di polpettose (ma ben congegnate, via) complicanze, morirà di vecchiaia lasciando la saga incompiuta e una marea di gente in crisi d’astinenza e delirium tremens…

    comunque questa è la fascetta che ho incocciato su un libro in bella vista sugli scaffali di una di quelle mercerie del libro che si possono visitare dentro i centri commerciali:

    “Il fantasy epico delle
    CRONACHE DEL GHIACCIO E DEL FUOCO.
    La competizione di HUNGER GAMES.
    L’adrenalina di ASSASSIN’S CREED.
    Un fenomeno del selfpublishing americano finalmente in Italia!”

    Il marketing funziona come un sistema determinista, credo che si possa anche prevedere quanti anni durerà quest’ondata e ipotizzare probabilisticamente da che genere e stile sarà rimpiazzata.

  9. Farò un movimento di rivendicazione del buon EUMATE …

  10. Beh la colpa è anche degli scrittori alternativi a Martin che non hanno prodotto qualcosa di così bello come GoT negli ultimi anni. L’evoluzione si basa anche sulla scomparsa degli individui vecchi e malati, degli inadatti… GOT ha vinto la sfida del fantasy e quindi da lui si ramificherà il fantasy del futuro… ci può stare…
    Tra l’altro Abercrombie è solo un clone di Martin e i suoi fantasy e personaggi sono tutt’altro che cattivi… è molto piu cattivo, crudo e realistico Martin, il resto è solo un sapiente battage pubblicitario…

  11. Credo mi sfugga qualcosa su questo post. Un ciclo di successo genera una serie di emulazioni scadenti e raffazzonamenti ideologici e va bene, come hanno già detto è fisiologico per qualunque settore. Questo vuol dire che è meglio che una serie non abbia successo altrimenti peggiora il genere? La nicchia garantisce se stessa? Il discorso filerebbe meglio se avessi esordito dicendo che GoT è oggettivamente un prodotto scadente ma mi sembra prendi le distanze parlando di gusto personale (che condivido).
    Credo che non tutti quelli che hanno visto la serie TV abbiano anche letto i libri (anzi credo siano pochi) e sono incline a pensare che la serie abbia alimentato la curiosità sull’opera letteraria piuttosto che il contrario.
    Ma in ogni caso, se una serie tv di successo non fa bene al fantasy, cos’è che gli fa bene? (non è una domanda retorica).
    Io per la prima volta ho visto (2 volte) un noto critico televisivo elogiare una una serie FANTASY su un quotidiano nazionale e sopratutto, gli ho sentito dire che i l’ambientazione ed i temi fantastici possono meglio veicolare alcuni concetti attuali nella nostra società. Mi sembra un fenomeno positivo, pur cosiderando la probabile proliferazione paccottiglia associata, commercialmente inevitabile.

  12. mah, secondo me dai troppa importanza ai lettori. la storia dei media è chiara: il pubblico non vuole niente di diverso da quello che ha: la merda che passano, la mangia. voglio dire, gli italiani hanno imparato a parlare italiano con la rai, mica con la scuola.
    infatti sono fregnacce quelle dei broadcaster che si giustificano dicendo che offrono al pubblico quello che il pubblico vuole.
    il punto è che innovare e cambiare è sempre costoso (non rischioso: qualsiasi schifezza può diventare un best-seller se adeguatamente promossa. il rischio c’è quando non spendi abbastanza) e pagare di più per avviare un progetto nuovo è qualcosa che fanno solo quelli che poi sono disposti a continuare ad investire per consolidare l’innovazione e sfruttare il first move advantage. insomma, li capisco pure.
    ma la colpa è degli editori, non dei lettori.
    quelli sono solo poveri scemi.

  13. Poco tempo fa ho notato in libreria un paio di volumi etichettati – con fascetta gialla e scritto bello grosso che sai mai i lettori di oggi – l’uno “Il nuovo George Martin” e l’altro “l’erede di George Martin”. Siccome hai colto con precisione l’andazzo, ho fatto la tara allo “strillo” ed evitato di aprirli. Ci tengo alla mia pace interiore.

  14. Questa delle copie mal riuscite ormai è un classico, già visto succedere anche in tempi recenti e molto brevi con Harry Potter, Twilight (persino 50 sfumature di grigio pirla) eccetera eccetera. Qualunque titolo schizzi in cima alle classifiche e batta cassa con energia. Anzi, arrivano sul mercato così in fretta da far sospettare che ci siano autori stenografi già pronti, avvoltoi che pattugliano le librerie alla ricerca di quello che va di moda e poi via, di corsa a produrre.
    Il risultato è che i fans – a parole – li odiano, ma poi qualcuno se li compra. Quel che dico io è: a fare la fortuna dei cloni non saranno certo quelli a cui non frega niente del fantasy, giusto? Non solo, sicuramente. Ci può essere benissimo quello che ha una momentanea curiosità modaiola, ma quello che ho notato io è che ci sono lettori compulsivi, e di bocca buona (anche se non lo ammetteranno mai), che si nutrono di atmosfere per le quali hanno sviluppato una nostalgia ossessiva. Vogliono ripetere l’esperienza avuta con quel certo libro a costo di ammazzarsi di metadone scadente, e questo è il successo delle Casse Editrici. Se poi qualche scrittore si rende complice entusiasta, farà certamente la sua fortuna – anche se non quanto l’autore originale – ma non certo quella del genere.
    Probabilmente hai ragione tu, ci invaderanno i cloni di GOT e dovremo spulciare un bel po’ per scovare un libro valido tra le onde anomale di fantasy dell’ultima ora (stesso discorso per il fantasy in TV) almeno per trovare qualcosa di valido. Torna anche il discorso che si fa quando va miracolosamente di moda un genere di nicchia, che sia il fumetto, la fantascienza, ecc. “Possiamo solo sperare che sui grandi numeri il genere riesca a produrre qualcosa di valido grazie alla nuova apertura verso il grande pubblico”, ma quando il genere è spinto da un motore commerciale, sappiamo già quanto sia difficile che questo si verifichi, ma soprattutto che le mode cambiano molto in fretta.

  15. Premesso che non ho letto nè visto GoT, ma che ho una grande stima per GRR Martin dai tempi di Wild Cards e Fevre Dream… mi sembra però di poter concludere, leggendo il post, che il fantasy non verrà granchè danneggiato da Game of Thrones 🙂
    Mi spiego: credo che la maggior parte di quello che arriva in libreria, di qualsiasi genere, sia imitativo e derivativo, è un dato di fatto. Tanto vale che sia una saga fantasy complessa e ben scritta a scatenare gli imitatori, anzichè deliri sadomaso, storie d’amore di adolescenti, complotti preteschi o serial killer scandinavi, non trovi?
    Nello specifico, mi sembra una buona cosa che gli appassionati di serie TV sofisticate (tipo West Wing, House of Cards, Boss … ) possano scoprire la complessità delle trame anche nel fantasy (che questa complessità sia gratuita è una questione di gusti).
    Insomma, potrebbe andare peggio, fermo restando che le mode e l’omologazione in sè sono noiose e frustranti.

  16. Questo fa parte dei corsi e ricorsi storici: è giá successo altre volte in passato, anzi alcune storture sono già presenti. Certo il problema semmai sarebbe da porsi sotto due ottiche diverse. In primo luogo il rischio emulazione (leggi copia pedissequa) da parte di autori/editori/ lettori nei confronti del “prodotto” GOT.
    Avremo un nuovo caso Fanucci/ Dick?
    Temo proprio di si!
    Il secondo rischio è invece rappresentato dal livellamento qualitativo spinto sempre più verso il basso. Ora non fraintendetemi, la serie HBO è sicuramente un buon prodotto, ha un ottima confezione, però secondo il mio gusto alle volte risulta esageratamente prolissa.
    Non m’ interessa stabilire se Martin è un grande maestro o solo un gran furbetto questo lo definirà ognuno di noi nel suo privato e secondo i suoi gusti personali, io dico solo che è un bene che ci sia “anche” Martin solo che non vorrei trovarmi “solo” con Martin e cloni per il futuro.
    Tutto qui.

  17. E se non fosse colpa di nessuno?
    A me sembra semplicemente una delle tante applicazioni del postulato di Sturgeon, quale regola fondamentale per la comprensione del mondo (letterario e non).
    Resterebbe il problema di definire quale 5% NON sia spazzatura ma questa, come si dice, e’ un’altra storia. 🙂

  18. Dico, un po’ inutilmente, la mia.
    La saga di Martin mi piace; ne ho letto tutti i libri e, per quel poco che ho visto, m’è piaciuta la serie televisiva.
    Un tempo ero un divoratore di fantasy, poi ho smesso quando hanno iniziato a produrre in fantasy in dodecalogie ampliabili a piacere; ora mi limito a Martin che, mi pare, sia anche abbondante a sufficienza.
    Un tempo leggevo molta fantascienza, poi ho smesso quando mi sono reso conto che la fantascienza buona è figlia degli anni ’70 (a sboccio); ogni tanto, su segnalazione di amici “scribacchini”, prendo qualche e-books in genere, ma ho smesso di inseguirla come la “belisaria”.
    Un tempo, e concludo con la reiterazione dell’inizio, leggevo valanghe di romanzi storici, poi ho smesso quando Dan Brown ha plagiato il genere e sono nati torme di libri clone, con trame un po’ tutte uguali, misteri inventati e scenari improponibili e indigeribili; a volte non c’è bicarbonato che tenga.
    Pur apprezzando la saga di Martin, una enne-logia di durata variabile, concordo con la tua analisi, del resto è già successo in passato e capiterà ancora.
    Non è necessariamente un male la supremazia di un gusto, di un modo di fare e vedere le cose, pensiamo a tutti quei movimenti studiati a scuola, romanticismo, barocco, illuminismo e altri “ismi” a piacere; le cose cambiano così velocemente, che non durerà in eterno… qualche anno, o al massimo un decennio e poi si imporrà qualcosa d’altro.

  19. Da non amante di Martin mi rallegravo pensando…”andando avanti così creerà un sovraccarico d’immagine da stufare anche gli appassionati” e il tuo post mi ha colto alla sprovvista.
    Diamine…messa così sarà davvero un dramma.Voglio dire…trovo indigesto tutto il seguito di Tolkien pur avendo apprezzato il Signore degli Anelli (il libro) come me la caverò con la roba derivata da Martin che manco mi piace?
    Che dramma!

  20. il problema che si apre quando un’opera ha successo sono le imitazioni verso il basso,gli improvvisati che si gettano a sfruttare il filone,le attese del pubblico che diventano sempre più alte ma sui punti meno importanti,(sesso e via dicendo),che dire?Non ho dimestichezza con il fantasy, un mio amico ora mi sta dando del materiale da leggere,ma non ho mai amato magia,elfi,io sono uno di quelli che un pizzico forte di realismo lo devono sempre avere,mi piace moltissimo Solomon Kane,quel tipo di fantasy diciamo.E ovviamente vado matto per il trono di spade,comunque ottimo post
    ciao,va che i clienti aspettano il loro quotidiano

  21. Mah per me è una cosa normale e soprattutto inevitabile. Gli avvoltoi saranno in agguato fino a che non si spegnerà il sole… E’ il compimento di un ciclo: un’idea cattura l’immaginazione e le persone fino a che non si esaurisce totalmente o fino a che non viene totalmente assimilata nel contesto sociale.

    P.s GOT mi piace perché c’è poco buonismo… Purtroppo dopo carrellate di fEntasy orribili (come quello della Troisi) il pubblico ha bisogno di altro… 😀

  22. Solo 21 commenti per ora? Pensavo ne avessi già scatenati molti altri XD Bel topic!

  23. “È successo con gli orchi, che sono diventati la manovalanza standard degli Oscuri Signori che sono la minaccia abituale nella gran parte dei mondi fantasy di medio livello.”

    Sì, è successo da secoli e secoli, compresi gli Oni. Problemi?
    Francamente i pseudo attacchi di estro newage alla Stan Nicholls mi fanno anguscia, come si dice a Genova: è come se scrivessi di elfi che mangiano pizza e perciò merito l’appellativo di “originale”. Al massimo di “trash”.

  24. Con un titolo così mi aspettavo un flame della madonna, invece dici una cosa banalissima: gli scrittori mediocri (e gli editori) si buttano a pesce sulla moda del momento. Come se non avessimo già un’invasione di vampiri metrosessuali a ricordarcelo quotidianamente!

    Vedila dal lato positivo: GoT migliorerà il fantasy perché ora i soliti elfi, orchi e stregoni avranno a che fare con sesso, violenza e intrighi dinastici. Era ora che gli scrittori fantasy senza idee rinnovassero il loro repertorio! 🙂

  25. Bel post!
    Io sono stata paziente lettrice per anni di Martin, ma il serial non mi è mai piaciuto, anzi. Il problema è che una serie si butta sulla massa, che non ha mai visto determinati contenuti, quindi viene presentato come troppo progessive una serie vecchia di 20 anni solo perché la HBO esagera le scene di sesso ed essendo molto realistico nel trattare la guerra in realtà ha meno l’aspetto del fantasy “classico”. Per cui si, si saturerà un sacco il mercato perché da ora in poi si cercheranno prodotti anche vagamente simili {sopravvalutandoli o sottovalutandoli, prsentando il prodotto come ‘erede di Martin’, come è successo con un libro che ho comperato, vestito proprio per sembrare di stampo martin }. Altro problema: dovendo andare incontro ai desideri della massa, la serie si è già autoboicottata da sola, perché la saga non è finita, non la finirà prima di chissà quanto, hanno ingarbugliato tutto pur di diluire e prendere tempo, cosa che si rifletterà anche sugli ultimi volumi che pubblicherà, finendo quindi come la Marvel che, pur di accontentare i fan dei film, sta perdendo i fan storici dei fumetti.
    L’unica cosa positiva è che con questa “corsa alla fantasy martinense”, probabilmente da qui in avanti ci saranno più possibilità per nuovi autori di proporsi. Ok, il fantasy è intramontabile ed è il paracadute di quanti rischiano di fallire – c’è sempre posto per un libro su fate folletti e simili, mi dissero- ma vige sempre il “se è diverso da quanto mi è arrivato fino ad adesso in casa editrice, non lo considero, perché non possiamo investirci”.

  26. Io dubito che GoT sia propriamente Fantasy. A me il Fantasy non piace. Aggiungo che Martin non scrive granché bene, con buona pace di tutti, mentre la serie HBO (come alcune serie hbo) è eccellente. il bello di GoT è che è bello *nonostante* gli elementi fantasy. Nonostante i draghi (non a caso nella prima stagione non c’era magia) e la magia. Per questo fa vagonate di soldi, conquista il pubblico ed ha successo.

    Quindi, finirà GoT e ci sarà altro. Di meglio. Altrove.

  27. Ho iniziato a leggere fantasy trent’anni fa, quando il termine iniziava ad identificare un genere letterario e “si sperava” nella pubblicazione di “qualche” romanzo… Oggi continuo a leggerlo mentre continuano a nascere decine di sottogeneri e c’è la “pretesa” che siano pubblicati solo capolavori.

    Ho visto il settore fantasy tra gli scaffali delle librerie nascere, espandersi, ridimensionarsi per poi espandersi nuovamente e tornare a ridimensionarsi… ma da quando è nato non è mai deperito!

    Ho letto Tolkien, Leiber, Howard, Moorcock, Williams, Donaldson, Martin (ovviamente) e tanti tanti altri, contemporanei e non (sto scoprendo Gemmell ad esempio), stranieri e italiani (con i suoi alti e bassi)… e leggo e continuo a leggere tanto fantasy.

    Molte delle cose che tu prevedi come scenario futuro nelle pubblicazioni fantasy sono già presenti da un po’ di anni in giro molto prima dell’avvento del fenomeno Martin…
    “Incoerenze, buchi logici, trame traballanti e riempitivi vari…” come hai scritto tu, ad esempio, sono danni creati dalle discutibili scelte editoriali, gli editing inesistenti, le pessime traduzioni, la poca originalità nella scrittura; non sono certo danni di “Martin”.
    Capisco che non ami Martin, fin dove lo hai letto, e di conseguenza non ti piaccia la serie….
    ma colpevolizzare un “successo” (discutibile ma meritato) come dannoso per il genere mi sembra
    esagerato….

  28. Bella lettura, hai descritto per bene quella che è la mia opinione sul genere da ben prima del successo di Martin. Da avido lettore di letteratura medievale scandinava e sopratutto islandese, ho sempre storto un occhio a chi si scandalizzava ad uscire dagli archetipi di elfi e nani di Tolkien. Bravo.

  29. Ho trovato molto interessanti le considerazioni appena lette, ma c’è una domanda che mi ha subito suscitato estrema curiosità. Qiali sono le preferenze dell’autore nella narrativa Fantasy? Per me sarebbe molto interessante avere, oltre che una critica forte verso lo scrittore preso in esame(Martin) anche un esempio consiedarto maggiormente positivo, in modo da avere un quadro più completo sul pensiero di chi ha scritto l’articolo…

  30. Non capisco molto il senso della critica al nuovo modello di fantasy ideato da Martin. Se ho afferrato bene il concetto, sostieni che il problema di GoT è che ispirerà in futuro una serie di imitatori di bassa lega che arricchiranno la sezione ‘pattume’ del fantasy. Ehm… e dove sta la novità? E’ normale e fisiologico che un capolavoro, un’innovazione di successo, ispirino una serie di produzioni letterarie di terz’ordine che li scopiazzino. Cosa vuole sostenere l’autore dell’articolo, esattamente? Che se non ci fossero innovazioni, non esisterebbero le opere di basso livello? Il Signore degli Anelli è geniale, e ha ispirato tutta la narrativa fantasy mondiale fino a oggi, compresi libri che non meriterebbero di stare sugli scaffali. Dobbiamo esecrare Tolkien perché ha osato ideare qualcosa di diverso? Stesso discorso per Martin: la sua opera sicuramente ispirerà un filone di autori di basso livello, ma dobbiamo dire per questo che ASOIAF è male? Martin ha introdotto nuovi elementi al fantasy, una nuova fonte di ispirazione, e di questo bisogna essere grati, perché ogni genere letterario – per sopravvivere – deve essere rinnovato. Se il fantasy si ispirasse solo a Tolkien, morirebbe nel giro di un secolo. Ben vengano gli innovatori, coloro che sconvolgono la tradizione pur rispettandola. Il fantasy innovatore di qualità è proprio questo: quello che cambia le regole con cognizione di causa, perché conosce e rispetta i classici. Esattamente quello che fa GoT.
    Che poi la serie TV faccia schifo è un altro discorso, quella è proprio indifendibile.

  31. Considerando che il 99 per cento della letteratura fantasy è oscena… non dovresti fare un post del genere.
    La serie di Martin è indubbiamente un lavoro di buona qualità per essere un fantasy. Quello che mi preoccupa delle persone come te, cioè, nerd, è che pretendete di cristallizzare un genere, ovvero di decidere a priori di tagliargli la testa quando un paradigma di un filone narrativo giunge all’apice senza far sì che si rinnovi. Vi masturbate sostanzialmente sul passato e nella totale incapacità di creare qualcosa di nuovo e arrogantemente estendendo questa vostra inettitudine verso tutti gli scrittori che vengono ispirati dalla rivisitazione del genere. Complimenti, a quando il post dei cervelli in fuga dell’italia? Perché se devi rispettare tutti i cliché dell’italiano medio, ti manca la faccia da culo di lamentarti della fuga dei cervelli 😀

  32. Davide secondo te cosa accomuna la sega dei Dragonieri di Pern di Anne McCaffrey e il Trono di Spade di George Martin? 😉

  33. Riassumo, per chi non avesse voglia di leggere il blog:

    “Oh no! Forse, a causa di GofT, le mode del fantasy (anche di quello pessimo) muteranno!”

    Sì, lo so, è normalissimo che lo facciano, in ogni genere e in ogni tempo.
    Io ho solo fatto il riassunto.

  34. @Nick: Abbiamo già un caso Fanucci/Dick. Insomma, basta vedere quante edizioni di Martin sono presenti attualmente in commercio. E intendo solo di ASoIaF, perché sull’onda del successo stanno ripubblicando anche i vecchi lavori – e a me non dispiace, sinceramente.

    Detto ciò, sono abbastanza d’accordo. A me la saga piace, ma la lunghezza e l’eccessivo intrico delle mille sottotrame mi ha un po’ allontanato. Insomma, gli ultimi due libri (in inglese) sono stati scritti per rimediare al casino che ha combinato nel terzo. Bello quanto vuoi, ma a un certo punto o c’è un chiaro obiettivo, per quanto lontano (penso a Jordan), oppure uno perde di vista ciò di cui si sta parlando. Voglio dire: io mi metto a tifare Martell e a gioire per un certo avvenimento al capitolo 36 del tal libro, ma questo perché sono sufficientemente distratto dalla trama principale.

    Qualcuno sopra citava Abercrombie. Io non so se lo accosterei a Martin. Mi sembra più simile a Gemmell (un sesto della trilogia potrebbe stare nel ciclo dei Drenai). E come trama, al di là di innesti o innovazioni sicuramente successive, è la riproposizione della vecchia quest – senza mappa. Di preso da Martin ho notato solo qualcosa nei personaggi, uno in particolare che potrei accostare a Tyrion. Ho però letto solo la trilogia (!), quindi può darsi che l’accostamento sia più evidente nei libri autoconclusivi.

  35. Giusto per variare, davvero ti è piaciuto così tanto la Black Company ? Come atmosfere che evoca la serie non è male (l’ho letta quasi tutta l’ho abbandonata dalle parti di Water Sleep), ma sinceramente mi ha veramente stufato con tutti i suoi cattivi che non muoino mai non importa cosa gli facciano, le sue infinite battaglie in cui l’avversario più stremato trova sempre continue forze da opporre e i personaggi che in un romanzo sono presentati come superfighi soldati d’elite e nel successivo si fanno infinocchiare da un locandiere o da un rubapolli di città, troppo altelenante.

  36. Al di là del piacere personale relativo alla saga, trovo interessanti le tue considerazioni circa la dispersione delle tematiche nella produzione di istant-book nati sull’onda della fortuna televisiva di Martin.
    Un autore amatissimo, e prolifico, come King, non è riuscito a bissare il successo dei suoi romanzi con la serie horror fantasy della Torre Nera, tanto per dire, se per successo intendiamo anche la nascita per germinazione spontanea di nugoli di emulatori da fascettare “La serie horror fantasy che emozionerebbe Stephen King” o similare.
    Ma riflettevo sul fatto che gli autori (o presunti tali) si affidano alla possibilità di solleticare l’orizzonte d’attesa del lettore proponendo storie già lette o trame già note non per carenza creativa, ma allo scopo determinato di essere letti proprio perchè la familiarità con temi e trattazioni rende più semplice l’approccio con l’opera e meno rischiosa l’operazione editoriale.
    Ci sarebbe in effetti da chiedersi quanto e come le politiche dell’editoria influenzino queste forme di scrittura, e quanto possa la necessità di pareggiare i bilanci influire sulla scelta del materiale da mandare alle stampe.
    Insomma, non so se la colpa sia di Martin, o se la colpa sia degli editori: certo che suppongo siano moltissimi quelli che sull’onda di un successo scrivono “à la mode de..”, basta pensare l’affollarsi di romanzacci orrendi scritti sull’onda di quell’immane vaccatona (a mio parere) che è il Codice da Vinci.

    P.S – resto convinta che il vecchio George schiopperà prima difinire la saga, e che negli ultimi volumi si sia incartato a tal punto che non riesca a venirne fuori. E non son nemmeno del tutto certa che gli ultimi volumi li abbia scritti davvero lui.

  37. Tsk, another attention whore… :/

  38. Perfettamente d’accordo su tutta la linea, il fantasy ne uscirà distrutto e contorto. Ho letto poco di Martin e a parte l’indubbia abilità narrativa è un bravo imbonitore che però conoscere bene la storia e l’ha usata a suo piacimento. Ma se devo leggere cose di questo tipo dove ci sono intrighi di corte, infamate e rapporti contorti, preferisco un certo William Shakespeare…

  39. Se il fantasy è già pieno di spazzatura trita e ritrita non capisco come le innovazioni di Martin (sesso, violenza ed un realismo storico di stampo medievale più marcato rispetto allo standard d&d) potrebbero peggiorarlo. Voglio dire, se il guaio di tale genere è la ripetitività stantia come può venire distrutto da una corrente di innovazione?

  40. Se mi posso permettere, il commento di Viga1976 coglie nel segno. L’imitazione verso il basso di un classico è un fenomeno presente in qualsiasi ambiente artistico/commerciale, dalla musica al cinema e ovviamente alla letteratura di intrattenimento. Se devo parlare dei libri di Martin devo dire che uno degli aspetti che più mi è piaciuto è proprio la mancanza del fantasy classico (classico perchè c’è stato il successo di Tolkien e di D&D) ovvero elfi e palle di fuoco (e ho letto abbastanza fantasy e ho giocato a giochi di ruolo ….) inoltre l’aspetto sessuale e esplicito è molto più marcato nella serie tv che nei libri perchè è proprio il mercato televisivo che si è evoluto in quella direzione.

  41. Ciao Davide,
mi permetto un commento al tuo post, su cui dissento fortemente non in relazione alle previsioni (che mi paiono tutto sommato sensate), ma al come hai tirato le fila del discorso in relazione alle responsabilità del pubblico in questo processo.

    Ti invito a prendere questo commento “cum grano salis”, dato che nasce in un’ottica di critica costruttiva, e non per supportare questa o quell’altra tesi o sostenere una causa in particolare.
    Ritengo che la visione dell’è colpa del pubblico sia in realtà abbastanza miope.

    Il distinguo tra un panorama letterario come il fantasy e, ad esempio, quello della fantascienza (stiamo quindi sempre parlando di narrativa di intrattenimenti), non risiede nello spirito critico del pubblico, e neppure nelle intenzioni degli editori. Si trova invece nel livello medio di perizia degli autori.

    La società fantascientifica americana, che ha negli anni che furono dato vita a quella che poi è arrivata da noi come la collana Urania, era un circolo culturale interconnesso di ingenieri, scienziati, avvocati e letterati. Anche li le influenze reciproche e gli autori di successo (Heinlein, Asimov, ecc..) tracciavano profondi solchi nello stile generale dei più. Tuttavia, spiccia o meno che fosse, la letteratura di quel periodo non era così becera, scontata e malmessa come quella degli ultimi 40 anni di fantasy. Aveva i suoi libri spazzatura, ma si parla di un livello medio del tutto diverso.

    Il problema del fantasy non è individuato nel lettore, nell’editore squalo o nell’autore di successo. Il problema del panorama fantasy è la mancanza di spirito critico, che sembra permeare il genere. Tutto fa brodo, tutto va bene.

    Di scrittori improvvisati il fantasy è pieno, e quando non sai fare copi, quando copi da chi lo fai? Da coloro che ti hanno colpito. Nel contesto odierno del Fantasy sembra esistere una sorta di tacito consenso al fatto che amare profondamente un’ambientazione, una storia o un’idea la qualifichi a diventare un libro valido.

    Io sono un master di GdR da anni, ho anche pubblicato qualche manuale (paradossalmente quelli per editori come mongoose sono quelli di cui vado meno fiero). Ho un sacco di storie e ambientazioni che hanno appassionato me e i miei giocatori. Qualcuna di queste merita di diventare un libro che valga la pena di essere letto? No, sicuramente no. E se qualcuna di essere lo meritasse di certo non sarei io a poterle rendere onore come opera di narrativa, cavolo, mi occupo di design di interfacce nella vita, cosa ne so di come si scrive un libro?

    E’ responsabilità diretta degli autori avere la presenza di spirito e l’integrità necessaria per proporre per la pubblicazione prodotti decenti.

    In ultimo: l’appassionato di fantasy medio è presuntuoso. L’essere cresciuti con uno splendido mondo interiore che magari non veniva capito dai copagni di classe ci ha portato a pensare che gli altri siano meno intelligenti di noi. La realtà è che l’appassionato di fantasy medio è intelligenete ne più ne meno dell’appassionato di calcio medio, semplicemente proietta e concentra la sua capacità mentale su altri argomenti, snobbandone altri proprio come chiunque altro.

    Questo post è stato gradevole, ma sinceramente parlare dei danni che “A Song of Ice and Fire” porterà al panorama del fantasy in generale mi pare scorretto nei termini. La deviazione ed il solco che traccerà sarà il manifestarsi (il sintomo) che già esiste.

    Il danno non sta per arrivare, è già bello che arrivato ed incancrenito.

    Augh,
    
Claudio

  42. Nota: non cercate mai di scrivere un commento così lungo da cellulare. I risultati sono quelli di cui sopra 🙂

    Siate clementi e passate sopra alle frasi ambigue.

  43. Che danno fara GoT al fantasy? L’hai detto tu: non piu’ di quanto ne abbia fatto Tolkien.
    Dare a un autore oggettivamente valido la colpa dell’exploitation che invariabilmente segue non ha alcun senso.
    Esattamente come ha poco senso mettere assieme i libri e la serie: sono due mezzi narrativi completamente diversi, che necessariamente vanno analizzati separatamente.

  44. Guarda, se nell’articolo aggiungevi pure che Star Wars ha rovinato il fantasy perché ha fatto un fantasy con le astronavi e che Philiph Dick ha rovinato la fantascienza perché gli androidi di Do Androids Dreams of Electric Sheep hanno ispirato i cycloni di BSG, beh, avresti fatto l’en plain delle cavolate scritte in un unico articolo.

    È così difficile valutare un’opera semplicemente per quello che è? La globalizzazione ha portato, per fortuna, alla facilità con cui è possibile reperire quasi ogni materiale prodotto, per questo è giusto che ognuno possa usufruire dei prodotti che ritiene adatti alla propria esperienza e cultura. L’importante è saper riconoscere pregi e difetti di ogni opera, valutarla con i propri occhi e il proprio cervello invece di farsi influenzare dai pareri degli altri (per esempio, ho letto tutto di Terry Brooks e ho letto molta della produzione di R.A. Salvatore, così come ho letto Tolkien e Moorcook) e se qualcosa non piace e lo valutiamo “brutto” ok nulla di male ma non per questo non ci sarà chi apprezzerà (per maggiore o minore o diversa esperienza e cultura e gusti) ciò che a noi non piace e non valutiamo interessante e apprezzabile.

    Ah sia chiaro, anche io apprezzo prodotti di nicchia, ma se un prodotto ha successo, forse è anche perché quel successo se lo merita (ed è appunto il caso di Martin con A Song of Ice and Fire, meno se lo merita la serie TV, ma se servirà a far avvicinare ai libri nuove persone incuriosite, ben venga)

  45. Bell’articolo… è indubbio che ogni grande successo faccia storcere il naso ai puristi. Ma questo non si limita alla letteratura fantasy.
    Purtroppo ogni cosa, quando diventa massificata, fa storcere il naso ai puristi (avrei una bella lista di cose che hanno “rovinato” internet, i videgames etc).

    Altra cosa, di romanzi fantasy ne ho letti abbastanza (sui 100, tra decenti, brutti, inguardabili e qualche perla) e devo dire che A Song of Fire and Ice è ben al di sopra della media. Sarò stato sfortunato a beccare solo bidoni, probabilmente mal consigliato da gente dai gusti barbari…
    Secondo me “ci è andata bene”, pensate se la HBO avesse fatto una serie sulle Cronache del Mondo Emerso…

  46. Pingback: Cinque motivi per cui i Veri Fan dovrebbero essere spediti nello spazio siderale | Plutonia Experiment

  47. Interesting… io son fan di martin come lo sono di tolkien, per cui a prescindere che martin piaccia o non piaccia, sono preoccupato che possa generare degli emuli posticci e incapaci… però non sarebeb un gran danno, alla fine, la qualità (pessima) sarebbe sempre la stessa, cambia solo il modello di riferimento.

  48. Anche il binomio zinne+fantasy non è una novità. Forse qualche quarantenne ricorda ancora i filmbrutti degli anni 80, come Barbarian Queen, La Spada a Tre Lame, ecc…, per cui anche su questo versante non c’è nulla di nuovo sotto il sole.

  49. ho pensato a questo articolo ieri, quando ho visitato 2 librerie all’interno di un centro commerciale
    come lo scaffale della fantascienza era dominato al 90% da 2 soli nomi (Asimov e Dick) quello fantasy era ugualmente bipartito: metà occupata da ASOIAF in svariate edizioni e formati e altri titoli di Martin, l’altra metà young adult, urban fantasy e tutta quella roba che si potrebbe etichettare come “Harmony coi vampiri”
    da fan di Martin dico: non mi è piaciuto

  50. ma se scrivere grandi libri porta alla commercializzazione del genere, la soluzione qual è? scrivere solo schifezze? o sperare che i pochi capolavori che nascono (come il signore degli anelli) rimangano disponibili per pochi eletti?

  51. Oh, è passata una cifra di tempo da questo post ma i miei 2 cents li volevo mettere uguale O:

    Ed ecco qui, quello che dici tu accadrà (per piccoli e certi versi per me non è un male e il perché magari lo scrivo a breve) ma GoT non credo c’entri una mazza. Il sesso ampiamente sdoganato e crudo (e crudele) lo storicisimo, la crudezza e la “genealogia” era già presenti e qua e la sono almeno una decina d’anni (ad esser generosi) che se ne vedono in giro. E’ una reazione naturale al tessuto culturale; di una generazione cresciuta con le fiabe e una generazione cresciuta senza ma che la fascinazione di una spada la sentiva per bene.

    GoT non produrrà effetti perché, imho, è un effetto già di per se di un cambiamento già avvenuto negli ultimi venti anni; cambiamento in parte dovuto alla non comprensione di cosa c’era e c’è nel cuore di molte narrazioni in parte ad una genuina voglia di reinterpretare quelle storie.

    Per dire io è da quindici anni che sogno di scrivere il mio fantasy sporco arrabbiato e cattivo, con storicismo esasperato ed anti-eroe (ma poche genealogie e poco sesso a mia discolpa :look: ) e questo desiderio non lo attribuisco a GoT che ho conosciuto solo ultimamente.

    Quindi non è che Game of Thrones danneggerà il fantasy, semplicemente qualsiasi prodotto di successo e persino valido avrà dei mediocri che ne riprodurranno gli artifici ad effetto fino all’agonia.

  52. Game of throne è una cagata colossale. Si bella fotografia, bel cast ma tutta la serie si basa su sesso,strupri e violenza,omicidi, la trama di per se non vale un cazzo, insomma un bel minestrone per sfigati.

  53. Martin e un buon scrittore, non un fenomeno, infondo, non ha inventato nulla. Ha preso i Lancaster e li ha trasformarti in Lannister, questo e il trono di spade, o A song of fire and ice, chiamatelo come vi pare. Però a me piace, e questo il bello. La storia ti prende e ti tiene incollato dopo le prime cento pagine dove ci sono una sequenza infinita di nomi da ricordare e non si capisce na mazza, e l’unica cosa che vorresti fare e prendere il libro e bruciarlo. Comunque, inizialmente di fantasy ci ho visto ben poco, lasciamo perdere la traduzione con i soliti errori grossolani come il cervo scambiato per un unicorno, ma sorvoliamo. A parte gli estranei o i metà lupo che non si capisce bene che cavolo siano, e poi scopri che sono solo dei lupi di grossa taglia, o la barriera, dove il fantasy? Booooo. Martin infarcisce il tutto con lunghissime descrizioni di tutto quello che i personaggi mangiano, manco fosse la prova del cuoco. Però, i personaggi sembrano reali, magnano, trombano (anche troppo e ovunque, ci sono prostitute in ogni angolo) sono complessi, non c’è il buono e il cattivo, non c’è bianco e non c’è nero, finalmente un romanzo dove i personaggi sono grigi. Era diventato ormai troppo noioso leggere sempre di eroi coraggiosi e buoni, e di cattivoni oscuri, che 2 palle… Si, e ovvio che ci deve essere un conflitto, altrimenti non c’è storia, il problema e che i conflitti nel trono di spade non finiscono mai. Di questo passo Martina schiatterà prima di chiudere la saga. Il suo modo di scrivere mi piace, e moderno e non ridondante come quello di Tolkien o Brooks che personalmente spesso mi hanno fatto addormentare. Ci sono però delle cose sulle quali Martin me le fa girare. Non ci sono battaglie campali, i personaggi ne parlano ma non vengono mai mostrate, i combattimenti sono sempre interrotti dai pensieri dei personaggi Pov che li guardano, poi tornano alla realtà e, tac, (come direbbe Pozzetto) lo scontro e terminato. In altri casi il personaggio, o sviene, o si risveglia in un letto,mmm, questo non mi piace molto, ma ho letto di peggio, molto peggio. In molti sostengono che Martin abbia saputo dosare il fantasy all’interno della saga, stronzate. Se andate avanti a leggere i suoi libri vi accorgerete che di colpo spunta magia e balle varie dal nulla, e senza spiegazioni, allora Martin, o le mettevi dall inizio, o non c’è le metti, altra cosa che mi ha fatto innervosire. Nel complesso posso dirvi che fin ora la saga mi sta piacendo, ci sono Pov credo in parte non importanti, anche saltandoli la storia andrebbe aventi lo stesso. Io amo gli elfi, i nani e gli orchi, si sono cliché, e allora, chi se ne frega, a me piacciono. Nel trono di spade non c’è ne, credo che Martin abbia introdotto magia e balle varie proprio per aver ricevuto critiche di questo tipo: dove il fantasy Martin? E lui celo ha infilato di botto. Credo che se il fantasy cambiasse sulla linea del trono di spade sarebbe qualcosa di decente, per lo meno molte delle schifezze nostrane scritte da ragazzini con il presunto aiuto di editor incapaci cesserebbero di esistere. Ps la serie della Hbo mi sta piacendo molto, anche se ci sono delle differenze rispetto ai romanzi.

  54. Alcuni dei vostri commenti sono senza senso. Dire che ora nasceranno emulatori di Martin è un ovvietà come lo è stato per Tolkien. Il problema dov’è? Uno legge quello che vuole leggere, non è costretto a farlo. Nessuno vi dice di leggere Brooks e non Martin o viceversa, l’importante è non offendere i lettori riempiendo gli scaffali con cagate colossali. La colpa e delle case editrici che sfornano schifezze a causa dei loro autori e dei loro editor incapaci. Spacciare il libro di un ragazzino/ragazzina di 15/16 anni come un capolavoro è solo un modo per speculare su giovani autori e stroncargli la carriera. Quanti di voi dopo aver preso la fregatura ci ricascherebbero di nuovo? Io credo in pochi, altrimenti saremmo tutti dei pirla, scusate il francesismo. Il modo migliore per non incappare in robaccia sarebbe quello di documentarsi prima leggendo le varie recensioni di chi i libri li ha letti. Per esempio a me, e ribadisco A ME, Eragorn e Paolini fanno cagare, la Troisi e la Strazzulla meglio non parlarne neanche. Ma quando si va in un centro commerciale/ iper mercato, visto che le librerie sembrano essere un luogo mistico e in parte dimenticato si incappa sempre negli stessi romanzi, degli stessi autori, delle stesse case editrici. Casualità? Non credo. Avete mai visto al centro commerciale abercrombie, pratchett ecc, no, non ci sono. Tentano di rifilarci sempre le stesse cose da anni. Che palle. E anche il trono di spade esploso da qualche anno attenzione e stato scritto nel 1996, tutta pubblicità. Dovremmo tutti incominciare a ti frequentare le librerie come si faceva un tempo o condividere quello che si è letto con altri utenti motivando il perché un romanzo è piaciuto o meno.

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  56. Personalmente continuo a ringraziare il cielo che non abbiano ancora osato fare una serie su “The wheel of time” di Robert Jordan!
    A quel punto mi incazzerei parecchio, solo pensando alle persone a cui ne consiglio la lettura da più di un decennio (e che si sono sempre rifiutate) venire da me a dirmi “l’hai vista l’ultima puntata di WoT?”.
    Ah, già…ma non ci sono fratelli e sorelle che se lo buttano al culo a passo di carica, non credo ne verrebbe fuori una buona serie…

  57. Pingback: Sette anni di strategie evolutive – i lettori | strategie evolutive

  58. Solo una domanda: ma il fantasy, cos’è?
    Perché a quello che scrivi tu è sempre “colpa” di Tolkien prima e di altri poi se questa o quella caratteristica del fantasy sono diventate un cliché.
    Ma cosa dovrebbe contenere il fantasy?

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